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VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE liberamente tratto dal capolavoro di Louis Ferdinand Céline di e con ELIO GERMANO e TEHO TEARDO Elio Germano e Teho Teardo portano in scena “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline in una versione completamente rinnovata nelle musiche e nei testi. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa di Elio Germano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio” restituendo, in una partitura inedita, la disperazione grottesca del capolavoro di Celine che qui ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics. Una fusione di sonorità cameristiche che guardano a un futuro tecnologico, nella quale le immagini evocate dal testo interpretato da Germano si inseriscono nelle atmosfere cinematiche di Teardo; un succedersi di eventi sonori e verbali dove la voce esce dalla sua dimensione tradizionale fino a divenire suono. Ed è in quel suono che emergono nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e sugli orrori della guerra mondiale che travolge le relazioni tra gli uomini quanto i continenti. Il pessimismo sulla natura umana, sulle istituzioni, sulla società e sulla vita in generale, diviene inconsolabile fino a non conceder più alcuna speranza al consorzio umano. La scenografia è quasi inesistente. Il palco, scarno e immerso nel buio, lascia spazio a una scrittura dalla spiccatissima natura, una partitura “impressionista” che diventa essa stessa narrazione e si fa interprete del genio di Céline. Conosciutisi sul set de Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari, Elio Germano e Teho Teardo sono legati da una sincera amicizia e da una solida affinità artistica. Hanno deciso di mettere in piedi Il Viaggio di Céline in occasione di un Festival al Palaexpo, in cui gli fu chiesto un intervento su un testo. Quello che doveva essere un singolo episodio è diventato invece una tournée che a distanza di anni non si è mai conclusa. Significativa la data d’esordio dello spettacolo nel 2012: quella Genova nella quale è ambientato Diaz dello stesso Vicari, film che vede ancora impegnati i due artisti, l’uno come attore e l’altro come autore della colonna sonora. Elio Germano ha interpretato nel 2016 il ruolo di San Francesco nel film Il Sogno di Francesco, diretto dai registi francesi Renaud Fely e Arnaud Louvet; sono poi usciti (nella primavera 2017) il film di Edoardo Falcone Questione di Karma con Fabio De Luigi e il film di Gianni Amelio La tenerezza con Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti. Nel 2016 ha interpretato Nino Manfred nel film omaggio per Rai 1 per la regia di Luca Manfredi. Nel 2017 torna a lavorare con Daniele Luchetti nel film Io sono Tempesta con Marco Giallini. Nel 2018 prende parte al film di Gianni Zanasi Troppa grazia con Alba Rohrwacher ed è il protagonista nei panni del pittore Antonio Ligabue in Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, per il quale ha recentemente vinto l’Orso d’Argento come migliore attore protagonista alla Berlinale 2020. Nei primi mesi del 2019 prende parte al film di Marco Bonfanti L’Uomo senza gravità e partecipa al secondo film dei fratelli D'Innocenzo Favolacce, anch’esso premiato alla Berlinale 2020 per la migliore sceneggiatura. Teho Teardo, nato a Pordenone, è compositore, musicista e sound designer. Ha composto le colonne sonore di Denti di Gabriele Salvatores, Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, L’Amico di famiglia e Il Divo di Paolo Sorrentino, La ragazza del lago e Il Gioiellino di Andrea Molaioli, Una Vita Tranquilla di Claudio Cupellini, Il Passato è una terra straniera, Diaz e La Nave Dolce di Daniele Vicari, Quo Vadis Baby (serie tv), Gorbaciof di Stefano Incerti, Triangle di Costanza Quatriglio e La verità sta in cielo di Roberto Faenza Vince il David di Donatello, il Nastro d'Argento, il Ciak d'Oro e il Premio Ennio Morricone. Con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten realizza gli album Still Smiling, Nerissimo e l’EP Spring!. Collabora con Erik Friedlander, con cui registra Giorni rubati, album ispirato alla poesia di Pasolini. A settembre 2012, collabora con il fotografo francese Charles Fréger per allestire un progetto live poi pubblicato col nome Music for Wilder Mann. Nel 2014, scrive le colonne sonore per tre film di Man Ray, che saranno poi pubblicate nell’album Le retour à la raison, e compone le musiche per lo spettacolo teatrale The Matchbox di Joan Sheehy. Pubblica gli album Ballyturk, Arlington e Grief is the thing with feathers, le cui musiche saranno poi utilizzate nelle omonime pièce teatrale del drammaturgo irlandese Enda Walsh (già noto per aver scritto Lazarus con David Bowie ma anche il film Hunger di Steve Mc Queen) andate in scena a Galway, New York e Londra. Attualmente, è nuovamente impegnato al fianco di Walsh per il nuovo spettacolo Medicine e sta scrivendo le musiche per un film della regista Ildikó Enyedi, Orso d’Oro a Berlino 2017. Ha collaborato con Vinicio Capossela nella scrittura e negli arrangiamenti di alcuni brani dell’album Ballate per uomini e bestie pubblicato nel 2019. A marzo 2020, pubblica l’album Ellipses dans l’harmonie, interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine dell'Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, la cui copia originale è custodita nell’archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che ha prodotto e commissionato l’album FORMAZIONE Elio Germano: voce Teho Teardo: chitarra, live electronics Laura Bisceglia: violoncello Ambra Chiara Michelangeli: viola Elena De Stabile: violino |
LIVE:
26/09/24 Napoli @ Ex OPG 26/07/22 Lucera (FG) - Anfiteatro Augusteo per Estate | Muse | Stelle III ed. https://bit.ly/3yFDOCP 27/07/22 Recanati (MC) - Orto sul Colle dell'Infinito 28/07/22 Barberino di Mugello (FI) - Teatro Corsini - Dei suoni i passi 2022 29/07/22 Cervo (IM) - Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo bit.ly/CervoFestival2022 30/07/22 Saluzzo (CN) - Il Quartiere - Borgate dal vivo biglietti: shorturl.at/dorx6 28/08/21 Savona @ Fortezza del Priamar 29/08/21 Castiglion del Lago (Pg) @ Rocca del Lago, ZAL Fest 30/08/21 Forlì @ Auditorium San Domenico 26/09/21 Terni @ Anfiteatro Baraval 16/06/20 Bologna @ Arena Puccini 19/07/20 Verucchio (Rn) @ Verucchio Festival 20/07/20 Carpi (Mo) @ Concentrico Festival 27/08/20 Venaus (To) @ Arena delle Alpi 28/08/20 Bollate (Mi) @ Villa Arconati FAR, limited edition 2020 RINVIATA AL 6 SETTEMBRE CAUSA MALTEMPO 29/08/20 Assisi (Pg) @ Rocca Maggiore, Suoni Controvento 30/08/20 Pistoia @ Fortezza Santa Barbara 31/08/20 Terracina @ Tempio di Giove RINVIATA ALL'8 SETTEMBRE CAUSA MALTEMPO 06/07/19 Pergine Valsugana (Tn) @ Pergine Festival 11/07/19 Livorno @ Deep Festival 22/09/18 La Spezia @ Teatro Civico, Estate Spezzina 19/10/18 Vasto (Ch) @ Politeama Ruzzi 20/10/18 Bari @ Time Zones Festival 03/07/18 Perugia @ Giardini del Frontone 04/07/18 Genova @ Porto Antico 05/07/18 Avigliana (To) @ Borgate dal Vivo 06/07/18 Galzignano Terme (Pd) @ Anfiteatro del Venda 07/07/18 Fiesole (Fi) @ Teatro Romano 08/07/18 Tivoli (Rm) @ Tivoli Chiama 07/04/18 Cosenza @ Teatro Rendano 28/04/18 Teramo @ Teatro Comunale 29/04/18 Roma @ Nuovo Cinema Palazzo 19/05/18 Belluno @ Teatro Comunale 01/02/18 Pisa @ Teatro Nuovo 02/02/18 Sarzana (SP)@ Teatro degli Impavidi 03/02/18 Terni @ Teatro Secci 19/12/17 Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi 05/10/17 Bologna @ Teatro IL Celebrazioni 06/10/17 Firenze @ Cenacolo di Santa Croce "Genius Loci" 13/05/17 Anghiari (Ar) @ Teatro di Anghiari 25/05/17 Verona @ Teatro Camploy 14/01/17 Novoli (Le) @ Teatro rinviata 30/01/17 Napoli @ Teatro Bellini 31/01/17 Siena @ Teatro dei Rinnovati 10/02/17 Padova @ Sala dei Giganti 11/02/17 Udine @ Palamostre 22/10/16 Mantova @ Arcipelago Ocno 06/11/16 Riccione (Rn) @ Spazio Tondelli, TTV Festival 07/11/16 Parma @ Teatro delle Briciole, Barezzi Festival 10/11/16 Salerno @ Teatro Augusteo, Linea d'Ombra Festival 10/2/16 Cagliari @ Creuza De Mà 30/06/16 Soliera (Mo) @ Arti Vive 24/07/16 Gardone (Bs) @ Festival del Vittoriale 27/08/16 Flumignano di Talmassons (Ud) @ Musica in Villa 2016 28/08/16 Torino @ TOdays 11/02/16 Fano (Pu) @ Teatro della Fortuna 12/02/16 Ascoli Piceno @ Auditorium Montevecchi 17/07/15 Roma @ Villa Ada Incontra il Mondo |
ultimo aggiornamento: 25/09/2024 22:08:28 |
[Usa / LM Duplication]
Tornano a trovarci, dopo una (fin troppo) lunga assenza dal palco e dall'Italia, i nostri amici Jeremy Barnes e Heather Trost, ovvero A Hawk and A Hacksaw (Albuquerque, New Mexico). Mancano dalle nostre parti dall'estate 2018 (una memorabile partecipazione allo Sponz Fest) ed è finalmente il momento di rimettere in circolo la loro musica gioiosamente malinconica e romanticamente pirotecnica. A Hawk and A Hacksaw nasce nel 2000 nel piccolo villaggio francese di Saumur. Inizialmente progetto solista di Jeremy Barnes, batterista dei Neutral Milk Hotel, diventa un duo nel 2004, in seguito all'incontro di Barnes con la violinista Heather Trost. Accomunati dalla passione per i suoni e le geografie di confine, in particolare per la musica balcanica più elegiaca, le danze magiare, la tradizione klezmer e le arie mediorientali, Jeremy e Heather si spostano a Budapest, dove vivono per due anni e dove collaborano e suonano con alcuni dei musicisti folk più popolari del paese (come Fanfare Ciocarlia). Le successive tournée li (ri)portano negli Stati Uniti e in Europa, sia per conto proprio o assieme a grandi nomi del panorama musicale che si dichiarano loro grandi fan (come Portishead, Calexico e i compaesani del New Mexico Beirut) consacrandoli vera e propria band di culto. A Hawk and A Hacksaw hanno all'attivo sette album, di cui quattro sulla prestigiosa label inglese LEAF e tre sulla loro personale etichetta LM DUPLICATION. E' proprio questa ad aver pubblicato il loro ultimo lavoro, intitolato programmaticamente Forest Bathing ed arrivato dopo il bellissimo "Shadows of Forgotten Ancestors" (ispirato al capolavoro del cineasta armeno Paradjanov, da loro anche sonorizzato in una poetica performance audiovisiva) e il lunghissimo tour di reunion dei Neutral Milk Hotel. Dopo la pubblicazione e i tour di Forest Bathing il duo si è dedicato a diversi viaggi in giro per il mondo, per cercare nuovi stimoli e ispirazione, e ad attività di registrazione nel loro studio di Albuquerque, dove vivono con il cane Klaus; in particolare in questi ultimi anni hanno realizzato le musiche per i film del regista inglese Peter Strickland e sono usciti ben tre dischi solisti della Trost, tutti prodotti dallo stesso Barnes: l'esordio "Aegistri" (ispirato all'omonima isola greca e uscito sulla loro LM Duplication), il seguito "Petrichor" (pubblicato dalla Third Man Records di Jack White dei The White Stripes) e l'ultimo "Desert Flowers" (uscito nel 2022 sull'ottima Ba Da Bing). Tre notevoli esempi di pop psichedelico e floreale con venature à la Stereolab. Dal vivo AHAAH sono: Jeremy Barnes: accordion, santur, voce Heather Trost: violino, mellotron, voce |
LIVE:
11/10/24 Milano @ Teatro della Contraddizione
12/10/24 Ravenna @ La Notte d'Oro al MAR 13/10/24 Colloredo di Monte Albano (UD) @ Azienda Agricola Giuseppe Maggiori, "Free Music Impulse XV"
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ultimo aggiornamento: 25/09/2024 22:08:50 |
[Usa / Ghostly International]
MARY LATTIMORE (Los Angeles / Ghostly International) arpa, elettronica Mary Lattimore è un'arpista originaria della Pennsylvania da tempo residente a Los Angeles, perfettamente a suo agio tanto negli ambienti della classica contemporanea quanto nei circuiti underground. Con la sua arpa e l'ausilio di sottili e calibrati innesti di elettronica, la Lattimore realizza una ambient music languida, lunare e ovattata, in cui è bellissimo perdersi. Ha all'attivo numerosi album solisti (i più recenti pubblicati dall'ottima Ghostly International) adorati da critica e addetti ai lavori, e vanta collaborazioni con personaggi del calibro di Neil Halstead, Kurt Vile, Grouper, Sharon Van Etten, Thurston Moore, Meg Baird e Steve Gunn. "Goodbye, Hotel Arkada" è il titolo del suo ultimo lavoro, uscito lo scorso 6 ottobre; un album in cui Mary ha chiamato a raccolta suoi eroi musicali come Lol Tolhurst (The Cure), Rachel Goswell (Slowdive) e Roy Montgomery nonché spiriti affini e collaboratori di lunga data quali Meg Baird, Samara Lubelski e Walt McClements (Lonesome Leash). L'Hotel Arkada del titolo è un albergo su un'isola croata visitato dalla Lattimore poco prima che i suoi ambienti e arredi vecchio stile fossero smantellati e sottoposti ad un'aggressiva opera di modernizzazione: "Goodbye, Hotel Arkada" è dunque un disco sul cambiamento e sulla perdita, celebra e "piange" la tragedia e la bellezza dell'effimero, di quello che viene vissuto e non più ritrovato nel tempo. "When I think of these songs I think about fading flowers in vases, melted candles, getting older, being on tour and having things change while you're away, not realising how ephemeral experiences are until they don't happen anymore, fear for a planet we're losing because of greed, an ode to art and music that's really shaped your life that can transport you back in time, longing to maintain sensitivity and to not sink into hollow despondency." video nuovo disco "And Then He Wrapped His Wings Around Me" (ft. Meg Baird & Walt McClements) "Arrivederci" (ft. Lol Tolhurst) Mary Lattimore "sa raccontare storie con il suono magico della sua arpa, meglio di come qualcun altro farebbe con mille parole. Delicata, ma anche estremamente incisiva, l'arpa della Lattimore innesca fantasie e immagini nella mente di chi l'ascolta. Ineluttabile e inarrestabile foriera di incanto" (Ondarock) "il lavoro più corale della Lattimore e insieme quello dallo spettro emotivo/stilistico più largo" (SentireAscoltare) |
LIVE:
29/09/24 Parma @ Il Rumore del Lutto 03/10/24 Palestrina (RM) @ Chiesa Sant'Antonio, Polysonica 25/02/24 Milano @ Ex Alge 27/02/24 Perugia @ Auditorium Marianum (support act: Humming Amps) 28/02/24 Bologna @ Grabinski Point 29/02/24 Catania @ Zo 02/03/24 Pescara @ Spazio Matta - Matta in scena (support act: Humming Amps) 26/4/23 Firenze @ Museo dell'Opera del Duomo 15/7/23 Genova @ Electropark 16/7/23 Roma @ Half Die 02/11/22 Milano @ Teatro Spazio 89 (w/ Eric Chenaux) 03/11/22 Roma @ Teatro Garbatella - Diffuse Sound 15/5/22 Bari @ Experimenta Festival 2022, XXII ed. 16/5/22 Napoli @ Sala Assoli 17/5/22 Terracina (Lt) @ Tracce 18/5/22 Terni @ CAOS - Centro arti opificio siri 19/5/22 Reggio Emilia @ Studio Blanco 20/5/22 Firenze @ Sala Vanni 21/5/22 Stramare (Tv) @ LYNFA
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:02:52 |
[Uk / Domino]
Songwriter e musicista di Newcastle, atipico e difficilmente catalogabile, Richard Dawson spazia liberamente con voce e corde all'interno di brani che sono flussi di coscienza messi in musica. Laddove il timbro della sua chitarra (ruvida e sbilenca, sull'orlo di spezzarsi ma sempre sincera) evoca sia quello di Derek Bailey che quello di Jandek, la voce insiste nel solco umorale e disarmonico di Kevin Coyne, producendosi in tutta una serie di sberleffi, urla, ghigni beffardi, carezze affilate, affondi rabbiosi e oasi riflessive. Sul tutto aleggia il fantasma di Captain Beefheart. L'ultimo disco di Richard Dawson (uscito a novembre 2022 su Domino) si intitola "The Ruby Cord" e rappresenta il terzo e ultimo episodio della trilogia iniziata con "Peasant" e proseguita con "2020". Se il primo disco dipingeva un mondo pre-medievale e il secondo era una fotografia in musica dell'Inghilterra del presente, schiacciata tra anomia e nevrosi, con il nuovo lavoro lo sghembo e inafferrabile songwriter di Newcastle - voce e chitarra affilate, amabilmente in bilico tra la tradizione british-fok e le dissonanze di Derek Bailey, Jandek e Captain Beefheart - ci proietta in un futuro vagamente sinistro nel quale le relazioni sociali sono collassate a favore di forme di vita pressoché virtuali. Il singolo del disco, "The Hermit" è una traccia di appena 41 minuti ((!!!) info qui altri video: Sul disco precedente: "2020" (Domino, ottobre 2020) è il ritratto di una nazione sull'orlo di una crisi di nervi raccontata attraverso le ansie e i desideri del suo frastornato ceto medio “Jogging” è il primo singolo tratto dall’album, un brano pop che parla dei benefici del jogging nell'affrontare l’ansia. Il video è diretto da Edwin Burdis. Guarda il video QUI. |
LIVE:
03/08/24 Corato (Ba) @ Secolare Festival 04/08/24 Scopoli (Pg) @ HolyDays Festival TOUR RIMANDATO (per misure coronavirus) comunicato ufficiale qui 07/02/18 Roma @ Unplugged in Monti 08/02/18 Torino @ Cinema Classico - Overlook#4 09/02/18 Napoli @ Riot Studio
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 04/07/2024 12:47:56 |
[(Ita, Ger / Specula Records)]
Teho Teardo & Blixa Bargeld Nel tour europeo del 2024 Teho Teardo & Blixa Bargeld suoneranno anche in Italia. Sarà l’occasione per poter ascoltare il nuovo album (in uscita in autunno) e alcune canzoni tratte dai precedenti lavori. Blixa Bargeld voce Teho Teardo chitarra baritona, elettronica Gabriele Coen clarino basso Laura Bisceglia violoncello
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LIVE:
19/11/24 Roma @ hacienda, MArte Live "Altrntv" - prevendita 20/11/24 Perugia @ Auditorium San Francesco al Prato, Rockin' Umbria Digital - prevendita 21/11/24 Livorno @ Teatro Goldoni, Premio Ciampi 22/11/24 Rimini @ Teatro Galli, Sagra Malatestiana. Percuotere la mente - prevendita 23/11/24 Treviso @ Auditorium Fondazione Cassamarca - prevendita 24/11/24 Ranica (BG) @ Druso - prevendita
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ultimo aggiornamento: 09/10/2024 00:06:42 |
[Can / Constellation]
Talento cristallino, artista in stato di grazia e dallo stile unico e personale, il canadese Eric Chenaux negli ultimi dieci anni ha rivoluzionato il mondo e il senso del songwriting di matrice jazz: i suoi dischi affrontano la relazione tra struttura e improvvisazione, in modi molto particolari e unici, senza cinismo ma con amore. Perché in fondo quelle di Chenaux sono canzoni d’amore, che canta con voce dolce e limpida, mentre la chitarra si piega delicatamente, diverge e scompone. A dispetto di un'innegabile vena iconoclasta, la sua musica rimane meravigliosamente calda, generosa e in ultima istanza accessibile. La giustapposizione tra crooning morbido e vellutato e le esplorazioni sperimentali della chitarra apre a nozioni inedite di accompagnamento e canto e a forme non convenzionali di interplay timbrico e tonale. Il suo è un suonare la chitarra attorno e contro la voce, improvvisando “con se stesso” allo scopo di catturare momenti di interdipendenza imprevisti e intimi. Un gioioso abbandono allo spazio improvviso e improvvisativo in cui gioco e leggerezza vengono presi molto sul serio. Da qualche anno Eric vive in Francia, ma è stato un caposaldo della musica DIY e sperimentale a Toronto negli anni ‘90 e 2000, leggenda del post-punk locale con Phleg Camp (assolutamente da recuperare se amate gli Shellac) e Lifelikeweeds. Dal 2006 incide per Constellation Records: una discografia geniale che spazia dal folk più avventuroso, sontuoso, languoroso e decostruito, al jazz, fino a ballate di influenza pop. Eric compone anche colonne sonore e musica per la danza, e collabora regolarmente con altri artisti: tra di essi Marla Hlady, con la quale ha realizzato numerose installazioni sonore, e il regista Eric Cazdyn, con cui ha realizzato il film "Play the Cube" nel 2014. Ha fatto inoltre parte della band del musicista canadese Sandro Perri partecipando a vari suoi album, e ha suonato, tra gli altri, con Radwan Ghazi Moumneh, Martin Armold, Pauline Oliveros, John Oswald, Michael Snow, Han Bennink, Michael Moore, ecc. "Delights of my life" è il nuovo, recentissimo, album di Chenaux (Constellation, maggio 2024), pubblicato a nome dell'Eric Chenaux Trio (info sotto). E' il seguito di "Say Laura" (2021) acclamato dalla critica (secondo miglior disco del 2022 per la rivista Blow Up) e dell'ancora precedente "Slowly Paradise" (2018), altro capolavoro, che gli era valso (tra le altre cose) la copertina di The Wire. Delights Of My Life opens a new chapter for the singer/guitarist and formally introduces the Eric Chenaux Trio, with Toronto-based musicians Ryan Driver on Wurlitzer organ and Phillipe Melanson on electronic percussion. Driver is a longtime collaborator, appearing on several of Chenaux’s solo albums (even embedded into the very title of the 2010 masterpiece Warm Weather With Ryan Driver). Melanson has a long list of involvements that include Bernice, Joseph Shabason, and U.S Girls, and a recent release with his Impossible Burger project on Chenaux’s own experimental label Rat-drifting, but this marks the first fulsome involvement between the two as players on a recording. In many ways Delights Of My Life also picks up right where Chenaux’s previous album left off, in its subversions of a classic, timeless jazz-inflected balladry, while the interplay of the trio formation indeed unfurls many new delights. Recording together at Chenaux’s spartan home studio in rural France, Driver’s harmonically warped organ and Melanson’s electroacoustic sampling and percussion hold time in newfound ways. Where previously Chenaux relied on a freeze/sustain pedal and minimalist rhythmic triggers to generate both pulse and chordal foundations, Melanson now paints timekeeping with expressive and intricate colourations, through live deployments of fluid sampled percussion (including orchestral timbres like timpani, kettle drums, and woodblock) that blur the boundaries between acoustic and electronic. Driver also ramps up his role in the song arrangements (prefigured in his support playing on Say Laura), teasing out chords and melodic filigree on Wurlitzer that percolate more prominently with Chenaux’s signature fried guitar solos and succulent singing. Both trio members add dulcet backing vocals, most notably on the 10-minute tour-de-force of fuzzed and ring-modulated swing “This Ain’t Life” that opens the record. All seven songs on the album groove and sway, simmer and sparkle, like nothing in the inestimable Chenaux discography to date. Chenaux’s tunes have the uncanny ability to sound like jazz standards; songs you feel you’ve heard before, though certainly never quite like this. Yet these are of course all originals, compositionally and interpretively, bent through an inimitable avant/out-music lens. Delights Of My Life conveys warm familiarity, shot through with the exuberantly experimental subversion and playful, even mischievous, iconoclasm that continues to mark Chenaux as defiantly, virtuosically, and genially one-of-kind. intervista su Ondarock foto da scaricare qui Video This ain't life (da "Delights of my life") These things (da "Delights of my life") Say Laura (da "Say Laura") There They Were (da "Say Laura") Wild Moon (da "Slowly Paradise") An Abandoned Rose" (da "Slowly Paradise") E questa la stampa itallana sul suo precedentne (capo)lavoro |
LIVE:
9-10-11 ottobre 2024, Cagliari 12 ottobre 2024 Foligno (PG) @ Spazio ZUT, Umbria Factory Festival 26/10/24 Caserta Vecchia (CE) @ Chimera Fest 17 e 18 agosto 2024, Piedicavallo Festival, Piedicavallo (BI) 01/10/23 Bari @ Time Zones Festival 04/10/23 Perugia @ T-Trane 06/10/23 San Zenone degli Ezzelini (Tv) @ Villa Albrizzi Marini 07/10/23 Nembro (BG) @ Santuario dello Zuccarello ore 18 - inSPIRA. Lungo La Via delle Sorelle 18/6/23 Brescia @ Ground Festival (sunrise show) 20/6/23 Lido di Savio (Ra) @ Lupo 340 23/03/23 Napoli @ Sala Assoli, "Epifonie" 25/03/23 Firenze @ Sala Vanni 26/03/23 Terni @ Degustazioni Musicali, Caos, "Circular" 30/10/22 Roma @ Auditorium Parco della Musica - Fauves! 01/11/22 Parma @ Borgo Santa Brigida 02/11/22 Milano @ Spazio Teatro 89 (w/ Mary Lattimore) 17/7/22 Panicale (PG) @ Effetto 48 - sunrise show 17/7/22 Rocca Calascio (AQ) @ Paesaggi Sonori - sunset show17 01/02/19 Venezia @ Teatrino Palazzo Grassi, New Echoes 13/09/18 Perugia @ Galleria Nazionale dell'Umbria 09/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli (w/ Jessica Moss) 23/11/18 Ravenna @ Transmissions 03/05/18 Bologna @ AngelicA Festival Internazionale di Musica
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ultimo aggiornamento: 04/10/2024 17:25:45 |
[UK / International Anthem, Lost Map]
Lo scorso 8 settembre Alabaster dePlume ha fatto uscire (sempre sulla prestigiosa International Anthem) un nuovo disco: Come With Fierce Grace. Una serie di brani nati nelle stesse sessioni che avevano portato al precedente Gold, di cui rappresenta una versione più libera e impro, sempre ad alto tasso poetico. Così Gianfranco Marmoro su Ondarock: "il ritorno di Alabaster DePlume brucia di passione e arte dell’improvvisazione. Più che una conferma, il nuovo album di Alabaster DePlume è l’affermazione della creatività sulla rigidità degli schemi, quegli schemi che peraltro hanno permesso a “Gold “ di assurgere a capolavoro e a questo nuovo “Come With Fierce Grace” di ergersi a degno seguito di tanta grazia e bellezza." Alabaster DePlume (nome d'arte di Gus Fairbairn) è un compositore, sassofonista, attivista, poeta e oratore di Manchester, UK. È ormai di casa al leggendario spazio creativo di Londra "Total Refreshment Centre", dove ha realizzato gli ultimi suoi album (usciti tutti sulla lanciatissima e sempre più riconosciuta label chicagoana International Anthem), un affascinante e inafferrabile mix spiritual jazz, folk, spoken poetry e global sounds. Risale ad aprile 2022 l'album emblematicamente intitolato "Gold - Go Forward in the Courage of Your Love", atteso seguito del precedente "To Cy & Lee: Instrumentals vol. 1”. Entrambi i dischi hanno una genesi piuttosto unica che riflette l'estetica e la portata "politica" dell'azione artistica di Alabaster. "To Cy & Lee" nasce quando il nostro lavorava per Ordinary Lifestyles, un'associazione caritatevole di Manchester che aiuta persone con disabilità a vivere una vita piena nella propria casa. E' qui che conosce Cy e Lee. Il suo lavoro consisteva nel far socializzare i ragazzi, e lui lo ha fatto attraverso la musica. Hanno creato melodie insieme, in diversi momenti della loro giornata, DePlume ha registrato queste sessioni estemporanee al telefono, per poi rielaborarle nel suo studio. “Ci sono cose che non possiamo esprimere a parole, ma che possiamo raccontare con suoni e musica. Questi ragazzi hanno meno parole di noi, qualcuno non ne ha proprio. Quando mettiamo i nostri sentimenti nella musica – che liberazione!”. È un metodo che usa anche nei suoi show dal vivo, dove possibile, mettendo sé stesso e i musicisti in circolo. Anche il successivo "Gold" è attraversato da un afflato etico e sociale: ben 19 tracce organizzate in due settimane di registrazione in cui musicisti sempre diversi per ogni seduta (tra questi Tom Skinner dei Sons Of Kemet) hanno suonato senza un canovaccio preciso se non la capacità di connessione e di porsi in una condizione di aiuto ed empatia reciproci. "un piccolo gioiellino di grazia e improvvisazione [....] Il disco jazz che la Penguin Cafe Orchestra non ha mai fatto" 7,5, Gianfranco Marmoro, Ondarock "Fill the room with love: the stress-busting jazz of Alabaster De Plume" (The Guardian) video: foto profilo ©_niclasweber |
LIVE:
26/10/24 Milano @ Santeria Toscana 31, JazzMI (prevendita) 27/07/24 Roma @ Casa del Jazz (prevendita) 28/07/24 Pisa @ Giardino Scotto (prevendita) 02/08/24 Corato (Ba) @ Secolare Festival (prevendita) 04/08/24 Cervia (Ra) @ Lupo 340 05/03/24 Napoli @ Auditorium Novecento ticket link 06/03/24 Pesaro @ Sala della Repubblica ticket link 07/03/24 Foligno (Pg) @ ZUT ticket link 08/03/24 Firenze @ Sala Vanni ticket link 09/03/24 Novara @ NJ Weekender ticket link 10/03/24 Genova @ Teatro La Claque ticket link 15/07/22 Panicale (Pg) @ Effetto 48 01/08/22 Vieste (Fg) @ Festambiente |
ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:11:49 |
[Ita / Clean Feed]
postfree per sassofono sudista (Blow Up, 8/10, tra i dischi del mese di dicembre 2018) Antonio Raia è un giovane musicista e improvvisatore napoletano. "Asylum", pubblicato il 16 novembre 2018 dalla cult label portoghese Clean Feed Records (Evan Parker, Mats Gustafsson, William Parker, John Butcher), è il suo LP d'esordio e fa seguito a un paio di EP e molte esperienze in studio e dal vivo, anche al fianco di nomi come Chris Corsano, Adam Rudolph, Elio Martusciello, Alvin Curran, Colin Vallon, Lisa Mezzacappa, Ken Vandermark, Caterina Palazzi etc Il sax tenore è il protagonista assoluto del disco: suonato senza sovrastrutture né filtri, in modo viscerale, vibrante, scarno e poetico, sembra incarnare sia nei momenti più esplosivi e vulcanici sia in quelli più pacati e riflessivi la bellezza struggente e disperata della metropoli partenopea. “Non c'è albero che voglia male al giardino / Non c'è figlio che non abbia avuto utero / Non c'è uomo che non possa farsi asilo”. Asylum porta con sé importanti metafore sociopolitiche: il titolo rimanda al concetto quanto mai attuale di essere umano come accoglienza verso il prossimo, di casa come rifugio, ed è intimamente legato all’Asilo Filangieri, un ex orfanotrofio nel cui refettorio in disuso si sono svolte le incisioni. Da qui l'origine di pezzi come Refugees, The Children In The Yard o Lullaby. E poi c'è Napoli, appunto, presente non solo sullo sfondo, come humus nel quale il disco affonda le proprie radici, ma anche nella scelta coraggiosa di riproporre (in chiave astratta e quasi decontestualizzata) due classici quali Torna a Surriento e Dicintencello vuje. Il resto della scaletta, per un totale di dodici tracce messe in ordine come i capitoli di un libro, è completato dallo standard jazz Misty e da nove inediti che procedono tra melodia e riverbero, mantenendo sempre saldo il rapporto tra suono e spazio. Ascoltate The Lights Insight Scream: quella che urla, nella cura maniacale dei dettagli, è l’emozione, a illuminare un mood altrimenti noir. La drammaturgica Fire On Heart parte con un fischiettio morriconiano, a richiamare Alessandro Alessandroni, prima appunto di far bruciare a piene polmoni le note. Il suono è totalmente acustico, in presa diretta, privo di sovraincisioni o effetti elettronici, così da catturare l’urgenza che muove e sottende l'ispirazione di Raia. Di fondamentale importanza, in tutto ciò, è l’apporto del “partner in crime” Renato Fiorito, fonico e compositore elettroacustico, che ha individuato dieci microfoni da distribuire nell’ex Asilo secondo specifici parametri e che, dal vivo, aggiungerà dell’elettronica in field recording per ricreare un setting in cui muoversi. In un’epoca di conflitti, il sax di Antonio Raia apre all’empatia. Ritornando alla radice e alla sua semplice complessità. I podcast delle puntate di Battiti in cui si parla del disco https://goo.gl/K94qPd https://goo.gl/Nu3Cdq Il live report della recente esibizione per JazzMi e questo il video del concerto, filmato da URSSS "his phrasing is controlled and beautiful. When his libnes dissolve into saliva-soaked hisses, it's not so much extended technique as a reduction of technique to its foundation: wind through metal", Phil Freeman, The Wire, march 2019 "In epoca di sovrabbondanza di segni, la parsimonia espressiva di Raia è una strategia che torna tutta a favore dello strumentista [...] emergono dettagli, emotività, attenzione allo spazio. Disco molto bello" Enrico Bettinello, Il Giornale della Musica altre recensioni: "Asylum è una sorta di incrocio tra la grande scuola melodica italiana, il jazz di stampo più free di scuola americana e le evoluzioni fiatistiche di un Colin Stetson trapiantato nel Golfo di Napoli, sentire la violenta “The Lights Inside Scream”. Il risultato finale è affascinante e a suo modo oscuro; questo giovane musicista sembra portare idealmente sul groppone secoli di musiche con la nonchalance di chi ha la giusta incoscienza e le spalle larghe per sopportarne il peso. Complimenti" New Noise Ondarock (7.5/10) |
LIVE:
Antonio Raia in "Alone, not lonely" 06/09/24 Punta Don Diego, Palau (SS) @ Isole che parlano 08/09/24 Spiaggia Palau Vecchio, Palau (SS) @ Isole che parlano 21/12/24 Castrignano de' Greci (Le) @ Ogni Altro Suono Festival 06/09/23 Avellino @ AVJ 23 La memoria bucata. Apparente soliloquio con Antonio Neiwiller musiche 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗥𝗮𝗶𝗮 e 𝗪𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿 𝗙𝗼𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗲 musicisti in scena 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗥𝗮𝗶𝗮 e 𝗪𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿 𝗙𝗼𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗲 segni e luci 𝗰𝘆𝗼𝗽&𝗸𝗮𝗳 regia 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗥𝗮𝗶𝗮 19 e 21 ottobre 2023, Sala Assoli, Napoli Antonio Raia in "La memoria bucata" con Vincenza Modica e Walter Forestiere 20/08/23 Piedicavallo (BI) @ Piedicavallo Festival Antonio Raia | Renato Fiorito 04/09/20 Bassano del Grappa (Vi) @ Opera Estate Festival 7/2/20 Napoli @ Pio Monte della Misericordia - "In Nera Luce" 26/10/19 Bari @ Time Zones Festival, AncheCinema (opening for Colin Stetson) 21/06/19 Rovereto (Tn) @ Osvaldo Festival 12/05/19 Meldola (FC) @ Area Sismica (Raia Fiorito) 24/05/19 Bucarest @ Green Hours Jazz Fest 26/05/19 Torino @ Jazz Is Dead (Raia Fiorito) Raia/Fiorito/Cyop&Kaf 15/11/19 Napoli @ Scugnizzo Liberato 06/07/19 Milano @ Fondazione Feltrinelli "Voices and Borders" 14/04/19 Ancona @ Cinematica Festival, Mole Vanvitelliana (Raia Fiorito Cyop&Kaf) |
ultimo aggiornamento: 04/09/2024 17:29:33 |
[Fra / Rephlex, Morphine Records, Marionette]
Compositore e polistrumentista francese, costruisce macchine sonore, veri e propri automi musicali, con pezzi del meccano, ingranaggi, motori di vecchi giradischi e oggetti di varia natura in grado di rievocare il suono di strumenti tradizionali come il liuto cinese, il bendir marocchino, il saron giavanese, il koto giapponese e il sansa africano. Definito dal Guardian «mad musical scientist», dagli anni Ottanta a oggi Bastien ha dato corpo a una sorta di orchestra dada con cui ha reinterpretato in chiave fantastica la tradizione concreta e che lo ha portato a collaborare con artisti del calibro di – tra gli altri – Pascal Comelade, Robert Wyatt e Pierrick Sorin. Le performance di Bastien acquisiscono una dimensione ancora più ipnotica e onirica grazie alle frasi di tromba che il compositore esegue dal vivo sui pattern ritmici innescati dalle sue creazioni meccaniche e alle immagini di queste proiettate sullo schermo, in un suggestivo gioco di ombre cinesi. Con una discografia che conta più di venti uscite per label tra le quali la Rephlex di Aphex Twin e la Morphine di Rabih Beaini, l’ultimo album pubblicato da Pierre Bastien è il recente Tinkle Twang 'n Tootle (Marionette, 2019), annunciato con un'intervista su The Wire di agosto "Pierre Bastien uses several tiny cameras to project his Meccano-driven
contraptions onto a large screen. Although we can see little wheels
depressing organ keys, on the screen it seems we are in some giant
factory, where machines of unguessable size perform cumbersome
operations to pluck at hawsers or vibrate great flapping sheets - in
reality rubber bands and strips of paper. Bastien's non-synched looping
machines naturally have non-human quality, like an off-kilter African
drum ensemble, and this strangeness is further magnified by his
carefully layered visual projections. Over the top he plays pocket
trumpet phrases drawn from the earliest days of jazz, as if King Oliver
is muttering in his ear. But the trumpet is often masked: somehow it
plays a baseline like a tuba, or else the mute is jammed into a beaker
of bubbling water. On the screen the monochrome Fritz Lang world of
relentless Meccano is invaded by a beautiful fountain of blue bubbles.
Like a blend of Philip Jeck's heartbreaking turntables and Max Eastley's
lost-in-space musical sculptures, Bastien has created an elegant
display of genuine musical surrealism. He has been refining his approach
for over two decades - ten years ago Aphex Twin released Mecanoid on
his Rephlex label, and this show made it clear why Richard D James was
so mesmerized. Bastien wound down his mechanical mysteries after 45
minutes, but I could have happily watched for hours." Clive Bell, The
Wire - Dec. 2010
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LIVE:
Pierre Bastien solo (in "Mutes Alive") 03/11/24 Roma @ Ex Cartiera, Biennale MArte Live, su:ggestiva 03/11/23 Bologna @ Angelica 04/11/23 Napoli @ Auditorium Novecento Pierre Bastien solo 09/09/23 Venezia @ Cinema Galleggiante 20/08/22 Piedicavallo (BI) @ Piedicavallo Festival - Pietre 14/02/20 Firenze @ Sala Vanni, "Tradizione in movimento" 15/02/20 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti, "Musica Macchina" 12/11/18 Milano @ Auditorium San Fedele 25/05/18 Torino @ Jazz Is Dead 01/03/18 Genova @ Teatro Altrove 02/03/18 Mantova @ Cinema del Carbone 03/03/18 Catania @ Zo 18/11/17 Parma @ Barezzi Festival 19/11/17 Cotignola (Ra) @ Teatro Binario 13/05/17 Ascoli Piceno @ Ridotto del Teatro Ventidio Basso APP Ascoli Piceno Present 2017 23/10/15 Bologna @ Mast 27/10/15 Perugia @ PostModernissimo 06/11/15 Bari @ Time Zones 07/11/15 Napoli @ Riot Studio 30/04/15 Firenze @ Cortile di Palazzo Strozzi, Notte Bianca Firenze 201523/05/15 Padova @ Cinema Excelsior, "Innesti Urbani" 26/07/15 Brescia @ Musical Zoo
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ultimo aggiornamento: 09/10/2024 00:19:47 |
[Irlanda / Rough Trade]
I LANKUM sono Ian Lynch Daragh Lynch Radie Peat Cormac MacDiarmada Quartetto di Dublino ambizioso e innovativo, i LANKUM rimodulano la tradizione folk irlandese e ne ridisegnano il perimetro, arricchendolo di drones, distorsioni e crescendo epici. Il loro “False Lankum” (2023 - Rough Trade) è stato acclamato dal pubblico e dalla critica internazionale ed è arrivato a un passo dalla vittoria del Mercury. L'album affronta le tematiche della cultura irlandese più antica, i miti, l’esistenzialismo terreno, il rapporto con il trascendente e il mare, incastonate in una cornice sonora di matrice psichedelica. I loro live sono esperienze d'ascolto fortemente immersive in cui un impianto strumentale essenzialmente acustico viene attraversato dalla sperimentazione fino a produrre un muro di suono vasto e caleidoscopico. “Wrangling Irish folk into new territory, the group’s stunning harmonies lead us through delicate beauty and nightmarish cacophony” - The Guardian, #1 Album Of The Year “By some measure their most ambitious in terms of instrumentation arrangements and the sheer creation of atmosphere” - Uncut, #1 Album Of The Year “A record that captures the sublimity and scale of an entire ocean” - The Quietus, #1 Album of The Year ................... Su False Lankum (uscito il 24 marzo 2023 su Rough Trade Records) primo singolo “Go Dig My Grave” (video di Peadar Gill) altro singolo: The New York Trader False Lankum è il seguito di The Livelong Day del 2019, album che gli ha aperto la strada al successo di critica e commerciale e che gli ha permesso di vincere il RTE Choice Music Prize (equivalente irlandese dei Grammy) e il #8 nella lista dei Migliori Album dell’Anno di NPR Music. Partendo da canzoni folk tradizionali, i Lankum le marchiano con la loro impronta facendo leva su pesanti droni e distorsioni che conferiscono nuova intensità e bellezza a ogni brano. Con questo album la band consolida il suo distacco dal genere folk, creando una musica audace e contemporanea che nasce da elementi tradizionali ma è decisamente nuova, e li colloca accanto a compagni di etichetta come Black Midi e Gilla Band. False Lankum contiene anche due brani originali, “Netta Perseus” e “The Turn“, entrambi scritti da Daragh Lynch. “Go Dig My Grave” è stata scoperta da Radie Peat, che ha imparato la versione dell’album dal canto di Jean Ritchie che la registrò nel 1963 nell’album Jean Ritchie and Doc Watson at Folk City. Fa parte di una famiglia di canzoni che sembrano essere in gran parte costituite dai cosiddetti “floating verses”, originariamente composti come strofe di varie ballate, alcune delle quali risalenti al XVII secolo. “La nostra interpretazione della canzone tradizionale Go Dig My Grave è incentrata sull’emozione del lutto, che è totalizzante, insopportabile e assoluto“, spiegano i Lankum, “una reazione fisica viscerale a qualcosa che il corpo e la mente sono quasi incapaci di elaborare“. La seconda parte della canzone è ispirata alla tradizione irlandese del keening (dall’irlandese caoineadh), una forma tradizionale di lamento per i defunti. Considerata da alcuni come l’apertura di ‘pericolosi canali di comunicazione con i morti’, questa pratica è stata oggetto di una severa censura da parte della Chiesa cattolica irlandese a partire dal XVII secolo”. False Lankum, il quarto disco dei Lankum e il terzo su Rough Trade, è stato pensato fin dall’inizio come un’opera completa, una progressione e un viaggio per l’ascoltatore. “Volevamo creare un maggiore contrasto nel disco, in modo che le parti leggere risultassero quasi spirituali e le parti scure fossero incredibilmente cupe, addirittura horror“, spiegano i Lankum. Nelle 12 tracce dell’album, composte da 10 canzoni tradizionali e due originali, la band utilizza una nuova tavolozza per colorare il proprio suono in modo sempre più sperimentale, insieme al produttore di lunga data John ‘Spud’ Murphy. La stampa sul precedente "The Live Long Day" “Their most extreme statement yet. Rough Trade’s most startling release of the autumn” Mojo 5/5 “A fierce and fragile masterpiece” The Irish Times, 5/5 “A thorough exploration and devastation of folk’s most conventional tropes is Lankum’s impressive game” The Guardian 5/5 “‘The Livelong Day’ is dark, powerful and disquieting stuff that resonates long after the final note has subsided” Uncut 4/5 lead review “Things are heavier and more apocalyptic-sounding than ever… Spellbinding” Billboard “Artists such as Portishead and Brian Eno come to mind. An album of the year for me” Bob Boilen – NPR (USA) “Incredible… one of the folk scene’s most refreshing and innovative acts” The Sun 4/5 “Writhing with the terror of our times one moment, then rising with indescribable heart and hunger the next; this is traditional song stretched and submerged. … right now, to these ears, it sounds timeless” Folk Radio |
LIVE:
19/10/24 Bologna @ Teatro Celebrazioni, Barezzi Festival (prevendite) TOUR CANCELLATO, QUI IL COMUNICATO |
ultimo aggiornamento: 25/06/2024 16:48:45 |
A 7 anni dal tour precedente tornano in Italia i Califone di Tim Rutili! Dallo spirito avanguardista dei Red Red Meat all'Americana destrutturata dei Califone, le metamorfosi musicali di Tim Rutili hanno sempre avuto un filo rosso: il legame con le radici, frammentate e ricomposte secondo una sensibilità tutta unica, che ha reso le sue visioni in chiave folk un punto di riferimento per chi oggi si confronti con il connubio o dilemma tradizione/sperimentazione. Il nuovo album dei Califone si intitola “Villagers”; esce (come il precedente "Echo Mine") su Jealous Butcher - label che ha meritoriamente ristampato tutto il catalogo dei seminali Red Red Meat - e ancora una volta sorprende ed entusiasma per sound, idee e ispirazione, rinnovando la magia di un folk-rock polveroso, ruvido, visionario, poetico e romanticamente irriducibile alle mode. "Con il rinnovato apporto di Brian Deck, Michael Krassner, Rachel Blumberg e Ben Massarella, Tim Rutilli mette in scena il già noto avventuroso mix di folk-rock stile Laurel Canyon, divagazioni elettroniche alla Jim O’Rouke, graffi chitarristici alla Sonic Youth, immaginari country degni dei migliori Wilco, melodie funeree alla Red House Painters e uno sghembo blues erede della tradizione di Captain Beefheart [...]. Con “Villagers”, i Califone riconquistano senza più indugio alcuno un posto di rilievo nella scena alt-rock americana, grazie a un set di canzoni intelligentemente agrodolci (provate “Eyelash” se non credete alle mie parole), brani ricchi di reminiscenze passate e di fugaci progetti per il futuro, che raccontano una realtà fatta di sentimenti, riflessioni e caos" (da Ondarock, 8/10) "Tim Rutilli è ancora qui e lotta con noi, si direbbe, ma la sua è una lotta controllata, una lotta contro l’appiattimento della forma canzone.... La voce di Tim è ancora una volta lì a sovrastare tutto: sofferta, piena di quella potenza che solo certa gentilezza possiede, si imbarca tra liriche folli e comprensione di se stesso meno dure che in passato, forte dell’amarezza del tempo (sempre ammesso che sia mai stato più giovane e non saprei dire, forse no), potente di una tenerezza unica, l’arma preferita di gente come Will Oldham e Mark O. Everett, al cui fianco Rutilli sta di un bene che non vi dico, ma, se siete qui, già avete ben presente quello di cui sto parlando." (Impatto Sonoro) "that is, in large part, what makes villagers so surprising and gratifying. Despite the vexations Rutili espouses here, these are some of the warmest and most welcoming songs in Califone’s lengthy catalog, postcards meant to lure new visitors to an old landmark. It’s as if Rutili has invited you into his well-kept second-hand shop yet again—only this time, he’s not asking you to clean the dust off and figure out why something is worth keeping. At long last, he’s happy to tell you exactly what it means" Pitchfork (8.1/10) |
LIVE:
27/10/24 Roma, Biennale MArte Live @ Monk (link prevendita)
30/10/24 Osimo (An) @ Loop 31/10/24 Mestre @ You Theater. Al Teatro al Parco 01/11/24 Pisa @ Caracol (link prevendita) 02/11/24 Bologna @ Locomotiv Club (link prevendita) 05/11/24 Savona @ Raindogs (link prevendita) 06/11/24 Milano @ Spazio Teatro 89 / "Sempre più vicini" (link prevendita)
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ultimo aggiornamento: 25/09/2024 22:12:50 |
A Wakeupandream connection of exclusive songs & special souls vol.1 artwork by cyop&kaf mastering assistance by Renato Grieco released July 3, 2020 Wakeupandream pubblica la sua prima compilation. Si intitola "Close distance" ed esce venerdì 3 luglio 2020, in occasione del bandcamp fee waiving day. La raccolta, il cui titolo allude al difficile periodo che stiamo vivendo e ai valori di prossimità e solidarietà che il mondo dell'arte può e deve esprimere ora più che mai, contiene dieci brani inediti di alcuni artisti della "comunità" di Wakeupandream: Califone, Pan•American, Teho Teardo, Evan Lurie, Pierre Bastien, Jerusalem in My Heart, Eric Chenaux, A Hawk and A Hacksaw, Richard Youngs, Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp. Una collezione o meglio una "connessione" di e con la musica, per ora solo in digitale. Ma la dicitura "vol.1" lascerebbe presagire ulteriori sviluppi... |
LIVE:
1. Eric Chenaux - Spring (Jarred) 04:42 2. Evan Lurie - The Lower Room 02:34 3. Califone - Jaco Pastorius 03:43 4. Pan•American - Via dei Tribunali 05:12 5. Teho Teardo - Warburg's Nest 02:53 6. Richard Youngs - Dreamlong Song 02:33 7. Pierre Bastien - Emit Time 04:40 8. Jerusalem In My Heart - Qalouli (They Told Me) 06:06 9. A Hawk and A Hacksaw - Dance from Maramures 02:24 10. Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp - New Trance 10:47
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ultimo aggiornamento: 21/07/2020 17:50:34 |
[Swe-Den/Kaprifol Records]
in collaborazione con Basemental BITOI (Bass Is The Original Instrument) è una band che si appoggia alla tradizione esplorando i confini delle capacità umane di musicisti e compositori. BITOI è Cassius Lambert al basso, elettronica e composizione, e un coro composto da Alexandra Shabo (SE), Lise Kroner (DK) e Anja Tietze Lahrmann (DK). BITOI, Bass Is The Original Instrument, fonde lo strumento senza tempo della voce con il relativamente nuovo basso elettrico. I testi di BITOI si basano sulla pronuncia fonetica dei suoni degli uccelli. Fischi di uccelli, tamburi di corde vocali e suoni del vento si intrecciano nel ricco paesaggio sonoro di BITOI. Dopo le entusiastiche recensioni del loro debutto all'Intonal Festival e una standing ovation a Le Guess Who? Festival nel 2023, BITOI è profondamente connesso con il pubblico di tutto il mondo. Si esibiranno in tutta Europa, Regno Unito e Giappone nel 2024. BITOI crea un'esperienza trasformativa durante le loro esibizioni, guidando il pubblico lungo un viaggio emotivo, profondamente personale per ogni ascoltatore ma allo stesso tempo sentito collettivamente. Durante ogni concerto di BITOI nasce un'esperienza emotiva unica e condivisa tra tutti i presenti sul posto. BITOI (Bass Is The Original Instrument) è una nuova formazione scandinava che sta catturando la curiosità del pubblico in tutta Europa con una formula originale composta dal suono del solo basso elettrico e di tre voci femminili. Dopo le entusiasmanti ed acclamate esibizioni a festival come Le Guess Who?, Intonal e Roskilde, i BITOI arrivano per la prima volta in Italia a luglio. La loro musica è ancestrale e potente, misteriosa e magica, imprevedibile e trasformativa. I testi si basano sulla pronuncia fonetica dei suoni degli uccelli e le loro composizioni coniugano i fischi degli uccelli, il battito delle corde vocali e i suoni del vento. Dal vivo la band crea un'esperienza totalizzante e "trasformativa", guidando il pubblico in un viaggio intenso e profondo.
I BITOI hanno recentemente pubblicato il loro EP di debutto -O-, esplorando una combinazione unica di fragilità e potenza. I BITOI sono: Cassius Lambert - basso elettrico, elettronica Alexandra Shabo - Voce Anja Tietze Lahrmann - Voce Lise Kroner - Voce https://bitoi.bandcamp.com/album/o estratti live: LGW 2023: https://www.youtube.com/watch?v=0o4JvC6pgzM&list=PLpIp0KQ37ZfdSpA6298-qBqITZQlJ97T6&ab_channel=likeahurricane INTONAL 2023: https://www.youtube.com/watch?v=VKR58CE67sI&pp=ygUNaW50b25hbCBiaXRvaQ%3D%3D https://www.youtube.com/watch?v=xdmIdDlBihs&pp=ygUNaW50b25hbCBiaXRvaQ%3D%3D |
LIVE:
14/07/24 Roma @ Half Die Festival
19/07/24 Galzignano Terme (PD) @ Anfiteatro del Venda (prevendite) - Just Like Heaven 21/07/24 Valle Natrelle, Castel del Monte (AQ) @ Paesaggi Sonori (prevendite)
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ultimo aggiornamento: 30/06/2024 11:40:02 |
[Canada / Leaf]
Julia Kent è nata a Vancouver, in Canada, e vive a New York. Compone facendo uso di violoncello, loops, suoni ambientali e tessiture elettroniche. La sua impronta musicale è stata descritta come “cinematica e impressionista”, “organica e forte”, “impegnata e spiccatamente personale". Dopo esperienze importanti e formative in band come Rasputina e Antony and the Johnsons, Julia Kent ha intensificato negli ultimi anni l'attività solista, suonando centinaia di concerti in giro per il mondo (anche in festival come il Primavera Sound, il Donau Festival, l'Unsound Festival e il Mutek) arrivando a realizzare ben cinque album e un ep. Delay (Important, 2007) era ispirato dalla riflessione sul disorientamento legato al senso del viaggio, Green and Grey (Tin Angels, 2011) evocava musicalmente il rapporto tra processi organici e tecnologia, mentre Character (il primo per la prestigiosa label inglese Leaf, uscito a marzo 2013) era un'esplorazione all'interno del sé, un viaggio nella propria geografia interiore. E' stata poi la volta del teso e dissonante Asperities, nel 2015, dedicato a temi universali quali senso di colpa e paura, seguito nel 2019 da Temporal, quinto e per ora ultimo suo lavoro in studio. Temporal è una meditazione in musica sulla natura fragile e transitoria dell'esistenza. "Gran parte della musica di Temporal è stata scritta per opere di teatro e danza, traendo ispirazione da testi o coreografie a cui reagiva" spiega Julia "ma i brani sembravano venire tutti fuori dal medesimo mondo emotivo ed è stato naturale assemblarli in un album [...] Quando mi esibisco dal vivo con la danza o il teatro, sento la forte consapevolezza della fragilità del nostro mondo fisico. Danzatori e attori, chiunque abbia come strumento il proprio corpo, non ha nulla con cui proteggersi dalle leggi della gravità e del tempo. Sono molto forti eppure esposti e soggetti a quei limiti in un modo ancora più radicale di altri, per via della corporalità del loro lavoro. Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi. Quando lavoro con i danzatori, in particolare, mi sento come se ci fosse un incredibile flusso di energia nell'aria. Loro possono creare una sorta di sistema atmosferico sul palco" Temporal manifesta la sua relazione col mondo fisico tramite suoni organici e più umani. Le manipolazioni elettroniche sono più sottili, con Julia che ha campionato voci da varie produzioni teatrali e le ha processate in trame sonore irriconoscibili, come fantasmi dalla matrice materiale. Come quest'album dimostra Julia Kent ama confrontarsi con altre suggestioni e discipline artistiche, la sua musica accompagna svariate performance teatrali e di danza (Royal Dramatic Theatre Stockholm, Ballet Nationaltheater Manheim, Balletto Civile, Balletto Teatro di Torino) e compare nelle colonne sonore di diversi film (un suo brano figura in "This must be the place" di Paolo Sorrentino). Recentemente (febbraio 2022) la sua colonna sonora per il film documentario di Jola Wiezcorek "Stories from the sea" -storia di tre donne e del loro rapporto con il Mediterraneo - ha vinto il premio come “miglior musica in un film documentario” al Filmfestival Max Ophüls Preis. Lo scorso giugno è tornata a suonare in tour con Anhoni. SuTemporal: disco del mese di "contemporary music" per The Guardian “Gorgeous record” Tom Ravenscroft, BBC 6 Music “Music for abandoned airports” 8/10, Uncut https://www.textura.org/pages/downloads.htm https://www.mojo4music.com/articles/the-24th-mojo-playlist-of-2018 https://sonofmarketing.com/2018/12/17/video-julia-kent-imbalance/ http://castthedice.org/?p=14308 Ecco il bellissimo video di "Imbalance", realizzato dall'artista Gregory Euclide (già all'opera per Bon Iver e Lubomyr Melnyk) Il disco precedente, "Asperities", risale invece a ottobre 2015 ed affrontava il tema del conflitto: interiore, personale, globale, su temi universali quali il senso di colpa, la paura, la minaccia della violenza. Pur avendo una forte componente cinematica, non c'è nulla nelle sue tracce che evochi un happy ending hollywoodiano: è musica attraversata da tensione e oscurità. Registrato e mixato dalla Kent nel suo studio di New York, e centrato su loop e strati di violoncello, su elettronica e suoni trovati, trasmette un senso di isolamento che è tanto più forte in un mondo sempre più interconnesso e iperconnesso quale il nostro.
Il
video di Invitation
to the voyage
E l'anteprima, su Pomatters, del video di Flag Of No Country Cover story su Indie-Eye |
LIVE:
Julia Kent solo 25/10/24 Casertavecchia (CE) @ Chimera Fest 26/10/24 Roma @ Chiesa di San Nicola, Biennale MArte Live, su:ggestiva 04/06/24 Pesaro @ Parco Milafiori, Fuori! Festival (x Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura) 11/03/24 Milano @ Cineteca Milano Arlecchino 16/03/24 Asciano (SI) @ Asciano Suono Festival 22/11/23 Osimo (An) @ Loop 23/11/23 Abbazia San Clemente, Casauria (PE) 01/10/23 Parma @ Il Rumore del Lutto 07/02/23 Savona @ Raindogs House 08/02/23 Firenze @ Museo dell'Opera del Duomo 16/09/22 Schio (Vi) @ Next Please 17/09/22 Reggio Emilia @ Il Rumore del Lutto 18/09/22 Salerno @ Piccolo Teatro del Giullare 24/09/22 Rovigo @ In stato di grazia 08/05/22 Procida (Na) @ Echi delle distanze, per "Procida capitale italiana della cultura 2022" (special set "Stories from the sea") 25/02/22 Firenze @ Sala Vanni 26/02/22 Parma @ Borgo Santa Brigida 5/A 19/09/21 Belluno @ Vertigini Festival 22/09/21 Terni @ Giardini Anfiteatro Baravai 25/09/21 Bari @ Time Zones Festival TOUR RINVIATO A DATA DA DESTINARSI 23/01/20 Catania, Zo, "Partiture" 24/01/20 Cornuda (Tv) @ Tipoteca Italiana 19/07/19 Milano @ Germi 20/07/19 Collestatte (Tr) 23/07/19 Assisi (Pg) @ Universo Assisi 23/05/19 Vicenza @ Festival Biblico c/o dAbar - Corte dei Bissari 24/05/19 Pisa @ Caracol 26/05/19 Corridonia (Mc) @ Klang 27/05/19 Scauri (Lt) @ Mary Rock 28/05/19 Roma @ Spin Time Labs 05/11/18 Torino @ C2C 09/06/18 Belluno @ Hangar 14/04/17 Bassano del Grappa (Vi) @ Piazza di Brenta 19/04/17 Terracina (Lt) @ "Tracce" 20/04/17 Civitanova Marche (Mc) @ Galleria Cento Fiorini 25/05/17 Pistoia, BRUMA Vol.II ,Chiesa di San Michele in Cioncio 26/05/17 San Gemini (Tr), Tempio San Giovanni Battista, Degustazioni Musicali 27/05/17 Napoli, Chiesa di S. Maria della Misericordia 30/05/17 Roma @ Angelo Mai (w/ Roseluxx) 03/06/17 Este (Pd) @ Festival delle Basse 24/06/17 Milano @ Terraforma 26/01/16 Milano @ Sacrestia 30/01/16 Reggio Emiilia @ Red Noise 11/03/16 Udine @ Visionario 12/03/16 Cagli (PU) @ Teatro (w/ Paolo Spaccamonti) 15/04/16 Ascoli Piceno @ APP 02/07/16 Montecchio (RE) 07/07/16 San Gimignano (SI) @ Orizzonti Verticali 23/09/16 Parma @ Cubo / Verdi Off 29/09/15 Catania @ Efestiade 09/10/15 Foligno (Pg) @ Spazio Zut / World Umbria Fest (con Alessandro "Asso" Stefana) 14/11/15 Roma @ Circuiterie / Nuovo Cinema Palazzo 19/07/15 Topolò @ Stazione Topolò 28/07/15 San Gemini (Tr) @ Degustazioni Musicali 31/07/15 Carpi (Mo), con Alessandro Asso Stefana 07/02/15 Cerea (Vr) @ Teatro Aperto di Asparetto (con Alessandro 'Asso' Stefana) 20/02/15 Schio (Vi) @ Chiesa S.Francesco (con Alessandro 'Asso' Stefana) 21/02/15 Rimini @ Primo Piano (con Alessandro 'Asso' Stefana) 20/06/14 Cesena @ Itinerario Festival 21/06/14 Isola Maggiore (Lago Trasimeno) @ Music for Sunset - CANCELLATO 22/06/14 Sant'Andrea di Suasa (PU) @ Ville e Castella 29/07/14 Terracina (Lt) @ Tracce 0/07/14 Avellino @ Oltre il Giardino 02/08/14 Offagna (An) @ New Evo 06/09/14 Riccione @ Premio Ilaria Alpi 14/11/13 Ferrara @ Zuni, "Collateral" (con Teho Teardo) 15/11/13 Schio (Vi) @ Chiesa S. Francesco 16/11/13 Monza @ Teatrino di Corte della Villa Reale ("Lampi") 21/03/13 Catania @ Palazzo Biscari 19/04/13 Vittoria (Rg) @ Teatro Comunale 20/04/13 Schio (Vi) @ CSC 21/04/13 Verona @ Chiesa di Santa Maria in Chiavica 25/04/13 Venezia @ Torre di Porta Nuova (Arsenale) 27/04/13 Pistoia @ Teatro Il Moderno 07/02/13 La Spezia @ B-Tomic 17/02/13 Soragna (Pr) @ Nuovo Teatro di Soragna, ore 18 17/11/12 Parma @ Teatro Due 18/11/12 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 08/08/12 Catania @ Teatro Greco Romano "Efestiade 2012" 16/09/11 Roma @ Init (w/ Lloyd Turner)17/09/11 Napoli @ Riot Studio (w/ Parallel 41) 13/10/11 Pisa @ Caracol Julia Kent con Balletto Teatro di Torino 10/5/22 Riva del Garda (Tn) 18/01/20 Collegno (To) @ Lavanderia a Vapore Sonorizzazione di Vampyr (Th. Dreyer) con Paolo Spaccamonti e Ramon Moro 01/02/20 Trento @ Teatro Sanbàpolis, "Transiti" 02/02/20 Milano @ Santeria Sonorizzazione di "C'era una volta", con Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia 08/09/17 Massa Carrara 22/01/16 Torino @ Cinema Massimo 23/01/16 Perugia @ PostModernissimo 24/01/16 Viterbo @ Bancovolta 17/07/16 Torino @ Palazzo Reale |
ultimo aggiornamento: 06/10/2024 13:45:37 |
[Ita / Ipecac]
E' uscito il 26 Aprile 2024, per la prestigiosa Ipecac Recordings di Mike Patton, il secondo disco omonimo di Alessandro 'Asso' Stefana. 'Questa musica misteriosa e bellissima di Alessandro Stefana mi incanta. La sua fragilità e tenerezza portano conforto e comprensione. Riflette la sensibilità unica del suo creatore, che ha attinto alla sua esperienza per portare al mondo questo disco profondamente commovente come un inno alla vita'. Polly Jean Harvey Con queste parole, PJ Harvey, nella veste di Produttore Esecutivo accompagna il lavoro di Asso. “Questo disco ha un significato speciale per me ed è il risultato di anni di dedizione. Non si tratta soltanto del tempo trascorso nel processo creativo, ma piuttosto del lungo percorso di affinamento e consapevolezza che ha accompagnato ogni fase del suo sviluppo. L'apporto di PJ Harvey è stato cruciale: sin dall'inizio, ha mostrato un grande interesse per la mia musica. Dal momento in cui le ho presentato le prime bozze del disco, e le ho chiesto un parere, è iniziato un costante scambio di opinioni, che ha portato al perfezionamento sia della forma che della selezione dei pezzi, spronandomi così a scavare alla ricerca della vera essenza di ogni composizione. Polly ha scritto parole di grande sostegno, e mi ha dato la forza di portare a compimento questo progetto. In seguito, per qualche motivo che ancora fatico a comprendere, ho custodito gelosamente questo disco, trattandolo con lo stesso riguardo riservato a qualcosa di estremamente intimo e prezioso, prima di permettergli di intraprendere il proprio cammino nel mondo. È stato un atto di protezione per un album che sento autentico e vulnerabile. La fragilità a cui mi riferisco è quella di un lavoro in cui mi sono quasi nascosto e fatto da parte, lasciando che le abilità dell’essere musicista cedessero il passo a una visione d'insieme e si mettessero al servizio dei brani. Nella seconda metà del disco, come una meteora arriva una voce: quella di Roscoe Holcomb proveniente dai preziosi archivi di Smithsonian Folkways, una testimonianza potente e commovente di un'epoca passata. La voce presente nel disco è stata scelta da alcune registrazioni domestiche a cappella (effettuate intorno agli anni '60), che catturano tutta la purezza e trasmettono un senso di nostalgia e dolore. Inizialmente, quasi per gioco, ho provato a suonare accompagnando questa voce, accordando addirittura gli strumenti su di essa, essendo cantata nel vuoto senza alcun riferimento armonico. Con una riverenza assoluta verso questo gigante della musica, pian piano, magicamente, ha preso forma un mondo ed è stato quasi come se la voce di Roscoe potesse rivivere, risuonando attraverso il tempo e lo spazio, trasportata in un’altra dimensione. Per uno scherzo del destino, nel 1981, Roscoe lasciava questa terra, e io ci mettevo piede per la prima volta.Mi ha sempre affascinato l'idea di mescolare il folk, una musica così intimamente legata alla terra, con qualcosa che vada oltre i suoi stessi confini. Questo album rappresenta esattamente un luogo d’incontro, sospeso tra terra e cielo, in cui ho sempre desiderato abitare. Spero che chi ascolti colga questa sincerità e la passione che ho riversato in ogni nota.” Alessandro 'Asso' Stefana – 2024 Roscoe Holcomb, (1912-1981) cantante e musicista americano, proveniente da Daisy, Kentucky. Fu una figura di spicco della musica folk degli Appalachi e ispirò l’idea di 'high, lonesome sound', termine coniato poi dal folklorista John Cohen. Il suo repertorio comprende musica folk, inni, musica tradizionale e ballate blues. Oltre al banjo, Roscoe suonava la chitarra, l'armonica e il violino, e cantava alcune canzoni a cappella; cantava in un falsetto che ricordava la tradizione vocale degli Old Regular Baptist. Bob Dylan, fan di Holcomb, ha descritto il suo lavoro come dotato di 'un senso indomito di controllo'. |
LIVE:
18/10/24 Roma @ Ninfeo, Villa dei Quintili, Su:ggestiva - Biennale MArte Live (ticket link) 06/11/24 Napoli @ Sala Assoli - EPIFONIE. I suoni, l'incanto 15/07/24 Milano (opening for Calexico) 21/07/24 h 19 Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli - Scheggia e Pascelupo (PG) @ Suoni Controvento / prevendita 26/07/24 h 19 Prâts dal Var, Varmo (Ud) (in caso di pioggia: Canevon Casa Maldini a Santa Marizza di Varmo) @ MUSICA IN VILLA® 2024 21/08/24 Rocca Calascio (AQ) @ Paesaggi Sonori 29/09/24 Cascina Margherita, Monte Maddalena (BS) @ inSPIRA 24 |
ultimo aggiornamento: 08/10/2024 12:05:36 |
[Ita / Specula Records]
Cinquanta minuti immersi nell’oscurità, una passeggiata avventurosa da fermi, distesi a terra, senza sapere chi incontreremo e cosa accadrà nella stanza. Saranno i nostri sensi a muoversi nel suono. Portate un tappetino su cui distendervi e una coperta per sentirvi al caldo. Vogliamo dare un piccolo ricevimento al buio completo? Però ci dovrà essere qualche stanza illuminata per le persone noiose. Virginia Woolf, Notte e Giorno (1919) |
LIVE:
11/10/24 Foligno @ Spazio Zut, Umbria Factory Festival 17/10/24 Roma @ Maxxi 16/03/24 Pescara @ Spazio Matta - Matta in scena
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ultimo aggiornamento: 25/09/2024 22:20:37 |
[Mexico / The Leaf Label]
Nuovo disco: The Alias Sessions (Leaf, 2021) The Alias Sessions is the fruit of my long term collaboration with Guilherme Botelho's Alias dance company, based in Geneva, and it also marks my return to The Leaf Label, after 13 years! This new double album contains music from two of Alias' choreographic works that I've made the music for: Contre-Mondes (2017) and Normal (2018), re-worked and adapted for album format and mastered onto analogue tape. The first single is called Underwater Lament and it's part of the "Contre-Mondes" score, or CD1. The videoclip that accompanies it is a composition based on live video footage of the same choreographic work, done with minimal editing (other than a few inverted or overlaid images) as to maintain the original intention, but with just enough extra spice to make it stand on it's own: The second single is called Dividing Space and it's part of the "Normal" score, or CD2. This time the videoclip was commissioned to Gleix, a video artist / musician / circuit bender based in NY, to bring in a fresh perspective on Alias's work. It was done in beautiful analog style using images from Contre-Mondes as source material, but the meaning has been totally transformed: And the third and final single is "Fire Thief" and it's also taken from Normal. (CD2). This track consists of two main protagonists, an old school analogue synth arpeggio, or rather several working together, driving the tempo and dynamics of the track, and a violin in charge of a main slow moving melody that comes and goes, and not much else. This piece comes right after the previous single, Dividing Space, both live and in the album. The title is completely open to interpretation. The video was made by Christophe Thockler, for this purpose he built a meticulously hand crafted model of an imaginary theater where the dance performances birthing the music on the album takes place (with a wink to the Black Lodge from Twin Peaks). Here's what he had to say: "When Murcof presented me his new project, the result of a collaboration with the Alias Dance Company, he showed to me the performance where dancers were falling and rising, again and again,” Thockler explains. “I was mesmerized by this kind of strange and hypnotic choreography, and I immediately thought about how hard the performance would have been for the dancers - disorientating, seeing the seats of the theater, rising and falling as they are performing. The point of view of the dancers became the main concept, and we thought we could make a small theater to imitate this movement.” Underwater Lament: official video Dividing Space: official video Fire Thief: official video BIO Nato a Tijuana, Mexico, nel 1970, Fernando Corona in arte Murcof è uno dei nomi di punta della scena elettronica mondiale. Ha all’attivo quattro LP solisti (pubblicati da Leaf) con i quali si è gradualmente spostato dall’orizzonte più strettamente digitale verso sentieri più innovativi e sorprendenti in cui recepisce gli influssi del minimalismo, della classica contemporanea europea e della kosmische musik tedesca e perviene a un suono monumentale, monolitico e visionario, ormai immediatamente riconoscibile come il suo suono. Martes (2002), Utopia (2004), Remembranza (2005) e Cosmos (2007) sono i tasselli di un progetto che vede il titolo di ogni disco recare le iniziali del suo nome e del quale si attende da tempo la tappa successiva (Oceano). Del 2008 è The Versailles Sessions, un lavoro eccentrico nella produzione di Corona, testimonianza di una peculiare esperienza musicale che nell'estate del 2007 lo ha visto impegnato nella creazione di un accompagnamento sonoro per "Le Grandes Eaux Nocturnes", festival di luci, acqua e suoni che si svolge annualmente a Versailles. Del valore e dell’originalità dell’arte di Murcof sono prova anche le tante collaborazioni (come quella, recente, con la pianista classica Vanessa Wagner, che ha dato alla luce due lavori discografici per i tipi di Infiné e i prestigiosi eventi a cui è stato invitato, facendo lievitare negli anni la sua reputazione internazionale: i concerti presso il Peter Harrison Planetarium di Greenwich, le due esibizioni con l'ensemble Mousique Nouvelles di Jean-Paul Dessy nelle cattedrali di Bourges e Bruxelles, il Montreaux Jazz Festival (in collaborazione con Talvin Singh e il trombettista Erik Truffaz, col quale ha anche pubblicato su Blue Note Mexico), il Geode IMAX a Parigi, la colonna sonora live per Metropolis di Fritz Lang alla Cinematheque di Parigi, il Sonar Festival di Barcellona con il pianista Francesco Tristano. Da ricordare anche le sue presenza al Bios, al Mutek. le numerose apparizioni in Italia: all’Auditorium di Roma, al Ravenna Festival insieme al collettivo AntiVj, al festival MiTo. Murcof ha anche sperimentato proficue collaborazioni col mondo della danza e dell’arte visiva. e composto la colonna sonora di alcuni film (tra cui “Nicotina” e “La Sangre Iluminada”) e recentemente quella per la serie tv "Il Miracolo", diretta da Niccolò Ammaniti.
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LIVE:
24/05/24 Pesaro @ Teatro Sperimentale, Pesaro 2024: Twin Color live a/v show (music by Murcof, directed by Simon Geilfus) 27/05/24 - 09/06/24 Twin Color: They Glow! (original installation for Sonosfera) 07/10/23 Foligno (PG) @ Umbria Factory Festival (Murcof & Sergi Palau, "The Alias Sessions", A/V set) 24/07/21 Milano @ Triennale "Traiettorie trasversali" (Murcof & Sergi Palau, "The Alias Sessions", A/V set) 13/01/20 Milano @ Auditorium San Fedele 29/09/19 Roma, Sala Petrassi, Auditorium Parco della Musica @ Roma Europa Festival (performing "Statea" with Vanessa Wagner) 27/07/19 Lago di Como @ Lake Como Film Festival (Life Observing Life performing "Etna: A Portrait") 31/01/19 Catania @ Zo (performing "Lost in Time") 11/10/18 Modena (performing "Lost in Time", italian premiere) 27/10/18 Pisa (performing Metropolis soundtrack) 05/11/16 Bari @ Cinema Teatro Royal, TIme Zones Festival, Life Observing Life performing "Etna: A Portrait" 7/12(16 Padova @ Ex Cinema Life Observing Life performing "Etna: A Portrait" 27/08/16 Piacenza @ Concorto Festival, Life Observing Life performing "Etna: A Portrait" 19/05/16 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti (performing Metropolis soundtrack, italian premiere) 26/12/15 Modica (Rg) @ Chvrches Life Observing Life performing "Etna: A Portrait" 15/07/15 Catania @ Castello Ursino nel progetto speciale "Etna: A Portrait" (con visuals di Manu Ros) 28/08/15 Torino @ TOdays Festival, Museo Ettore Fico, feat. Ozmotic 03/01/14 Roma @ Lanificio, "Dance Out" 01/06/13 Modena @ Teatro Storchi, Node Festival (with Simon Geilfus of AntiVj) 20/04/13 Firenze @ Museo Marino Marini - "international Feel" 12/10/12 Valeggio sul Mincio (Vr) @ Teatro Smeraldo 25/07/12 Napoli @ Maschio Angioino - Retronuevo V ("Estate a Napoli") feat. Giovanni Giugliano (Teatro San Carlo) 21/04/12 Salerno @ Linea d'Ombra Festival "Versailles Sessions" (con visuals di Saul Saguatti) 10/09/11 Milano @ Mito "Versailles Sessions" (+ visuals di Saul Saguatti)11/09/11 Bassano del Grappa (Vi) @ Castello degli Ezzelini - Stile Libero Festival: "Versailles Sessions" (con Saul Saguatti) 30/09/11 Torino @ Teatro Carignano - "Torino Spiritualità" ("Alla fine di un nuovo giorno", con Michele di Mauro, in coll. con Circolo dei Lettori) 19/11/11 Carpi (Mo) @ CTRL C festival, Teatro Comunale (w/ Peter Broderick, A Classic Education) 25/06/11 Malga Costa, Val di Sella (Tn) @ Artesella ("Alla fine di un nuovo giorno", con Michele di Mauro) 17/03/11 Venezia @ Teatro Fondamenta Nuove (+ visuals di Saul Saguatti www.basmati.it) 18/03/11 Ravenna @ Teatro Rasi - Transmissions (+ visuals di Saul Saguatti) 16/01/10 Roma @ Brancaleone 11/04/10 Roma @ Auditorium - Meet in Town 15/04/10 Roma @ Teatro Palladium 19/06/10 Montella (Av) @ Convento di S. Francesco a Folloni "Sentieri Barocchi" (performing The Versailles Sessions) 27/06/10 Mantova @ Palazzo Te "Eterotopie" 30/06/10 Ravenna @ Rocca Brancaleone "Ravenna Festival" (with AntiVj) 20/11/10 Bari @ Teatro Kuursal, con "PAINT" di Saul Saguatti) |
ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:14:35 |
Josephine Foster
Torna in Italia la sirena del folk americano per presentare i brani del suo tredicesimo album, intitolato "Domestic Sphere", pubblicato sull'ottima Fire Records e co-prodotto da Daniel Blumberg. Uno dei suoi lavori più avventurosi di sempre, che giustamente l'etichetta definisce nel comunicato stampa "musica liturgica per una casa inquieta, basata sul fatto che tutto è musica e che la nostra vita quotidiana è una pratica sacra e intrinsecamente creativa". Il disco si compone di stralunate folk songs perse nel loro mondo, imperniate sulla chitarra elettrica, sulla voce da soprano unica e ammaliante - marchio di fabbrica - di Josephine, e infarcite di field recordings, suoni della natura e registrazioni che sembrano provenire da una dimensione aliena. Un album magico e austero, flebile, delicato e commovente; una "liturgia laica che", come scrive Rockerilla "unisce misticamente passato e presente, uomo e natura" "La miglior voce del prewar folk? Personalmente non ho dubbi. Non solo: di quel brulicante calderone di nomi che negli ultimi anni ha costretto a rimettere indietro le lancette degli orologi del rock underground americano a me pare anche la miglior penna e l'interprete più matura...". Stefano Isidoro Bianchi Blow Up Ondarock su Faithful Fairy Harmony (del 2018): "Ogni album di Josephine Foster è uno scrigno ricco di tesori smarriti [...]. Un disco che non solo si candida tra le cose più affascinanti dell’anno che si sta consumando, ma anche come una dichiarazione d’autenticità artistica, la cui forza in un’era di mistificazione culturale e intellettuale suona come uno schiaffo alla mediocrità che imperversa nell’enorme calderone della musica fruibile sulle piattaforme di streaming" (8/10) BIOGRAFIA Cantante, autrice e multistrumentista originaria del Colorado (a lungo residente in Andalusia, dove ancora oggi fa spesso ritorno), un passato di studi lirici abbandonati in favore di un approccio meno accademico (e che tuttavia le hanno lasciato l'impostazione vocale da soprano che è ormai marchio di fabbrica dei suoi dischi), Josephine Foster è la punta di diamante di quel movimento di riscoperta del folk cha ha caratterizzato la produzione discografica indipendente degli ultimi quindici anni. Nel suo caso, però, faticheremmo a cercare mode, hype o "freakerie" costruite ad arte: la sua è una voce tanto singolare e autonoma, tanto unica e fuori dal coro, tanto vera ed emotiva, da sfuggire ad etichette, classificazioni e collocazioni in una qualche “scena” o "tendenza". Ogni suo disco è una coraggiosa operazione di spostamento dal precedente, in una pratica musicale volta alla progressiva eliminazione dei confini tra musica colta e tradizione popolare: blues primitivo e canti degli Appalachi, folk acido e fado portoghese, fiabe per bambini e lieder tedeschi in salsa psichedelica; memorabile il suo incontro con l'universo poetico di Emily Dickinson, musicato con una grazia e una magia che hanno del miracoloso (Graphic As A Star), e molto coraggioso quello con le "canciones poulares espanoles" scritte e raccolte, in piena resistenza antifranchista, da Federico Garcia Lorca (Anda Jaleo), nel quale la nostra si è anche misurata con la lingua spagnola (forte della sua esperienza di vita in Andalusia). Per dirla ancora con Stefano Isidoro Bianchi "ogni disco che degna della sua voce è un approdo, una spiaggia, una terra completamente vergine. Con ogni disco supera il precedente e se stessa, in una gara che vede unici perdenti noi che ascoltiamo". Domestic Sphere è il tredicesimo disco in studio di Josephine Foster.
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LIVE:
08/10/23 Provaglio d'Iseo (BS) @ Madonna del Corno ore 11 (inSPIRA. Lungo La Via delle Sorelle) 19/10/23 Milano @ Teatro Linguaggicreativi 20/10/23 Firenze @ Circolo Progresso 21/10/23 Bologna @ Grabinsky Point 28/02/19 Foligno @ Spazio Zut 01/03/19 Roma @ Angelo Mai 02/03/19 Firenze @ Circolo Progresso 03/03/19 San Ginesio (MC) @ Klang
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ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:56:32 |
[Usa / Mute]
Una serata intima con Lee Ranaldo, che eseguirà canzoni dai suoi album più recenti, sia in elettrico che in acustico, presenterò filmati inediti e racconterà storie e aneddoti sulla sua gioventù a New York, sugli anni passati con i Sonic Youth e altro ancora, offrendosi alle domande del pubblico in un Q&A moderato da un critico musicale. Un'occasione unica per ampliare e rendere più profonda l'esperienza del concerto, avvicinando ulteriormente artista e ascoltatori. Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta e editore, Lee Ranaldo è stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la gioventù sonica ha deciso di prendersi una pausa, Ranaldo ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador (a nome Lee Ranaldo and the Dust, band formata da Tim Luntzel al basso, Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria), uno acustico (intitolato "Acoustic Dust") sulla El Segell, etichetta costola del Primavera Sound, e il più recente "Electric Trim", pubblicato a settembre 2017 dalla prestigiosa Mute Records. Tassello fondamentale del nuovo corso di Ranaldo, nonché testimonianza di una rinnovata vena creativa, "Electric Trim" è un disco di canzoni solide e ispirate: registrato tra New York e Barcellona dal musicista e produttore spagnolo Raul "Refree" Fernandez, annovera tra gli ospiti Sharon Van Etten, Nels Cline, Kid Millions (oltre ai già citati Luntzel, Licht e Shelley) e in sede di elaborazione dei testi ha visto collaborare Lee Ranaldo con il pluripremiato scrittore newyorkese Jonathan Lethem. Di questo stesso album la Mute ha appena pubblicato una versione live, tratta dall'intimo concerto solista che Ranaldo ha tenuto a ottobre 2017 (un mese dopo l'uscita del disco) nel mitico negozio Rough Trade East di Londra. |
LIVE:
LEE RANALDO SOLO: SONGS & STORIES 05/07/19 Trieste @ Bastione San GIusto 06/07/19 @ Estate a San Salvi, ex Manicomio di San Salvi (Fi) 11/02/19 Roma @ Unplugged in Monti, Church Sessions 12/02/19 Rivoli (To) @ Circolo della Musica - ex Maison Musique
13/09/18 Pisa @ Cinema Lumiere 14/09/18 Ferrara @ Sala Estense, Effetto K 15/09/18 Bari @ Time Zones Festival 16/09/18 Matera @ Time Zones Festival |
ultimo aggiornamento: 22/10/2022 12:31:00 |
[Be-Ger / Denovali]
Dopo l'acclamato "APR70" (disco che compendiava 20 anni di attività) il compositore, musicista elettronico e polistrumentista Oliver Doerell torna con un nuovo album dei suoi Dictaphone, affiancato come sempre dal sodale Roger Döring (clarinetto e sassofono) e Alex Stolze (violini). L'album si intitola "Goats & Distortions 5", esce per la Denovali Records ed è il quinto nella discografia della cult-band belga/tedesca. Il lavoro è il frutto di tre anni nei quali i nostri si sono immersi ancora più in profondità nel concetto di "strumentazione morbida". Tre anni di scoperte, ritrovamenti e singolari episodi. Principale fonte sonora di queste dieci tracce è infatti un vecchio registratore a nastro, rinvenuto da Doerell in una stanza segreta della sua casa di Berlino: un apparecchio che emanava suoni spettrali, catturati giusto un attimo prima che smettesse per sempre di funzionare.C'è poi il clarino basso di Roger Döring (attore di professione e fiatista per diletto): era la prima volta che lo suonava per un album ed è andato smarrito in metropolitana, mentre tornava a casa dopo le registrazioni. I nostri hanno inoltre sviluppato un talento tutto nuovo nell'usare sussurri e fruscii come strumento e l'ausilio della voce di Helga Raimondi (nella traccia "Your Reign Is Over") ha fatto il resto. Il risultato è un album inafferrabile, spettrale, sinistro, fatto di dieci viaggi, tutti sottilmente diversi, in un universo sonoro sperimentale e ammaliante. La storia dei Dictaphone parte nel 2000, quando il belga Doerell trova nel berlinese Döring un partner musicale che condividesse il suo amore per la scena eighties di Bruxelles. Negli anni successivi il duo, insieme a ospiti come Stephan Wöhrmann (SWOD) e Malka Spigel (Minimal Compact), ha pubblicato l'acclamato "m.= addiction" (2002), l'EP "Nacht" (2004) e "Vertigo II" (2006), con l'etichetta City Centre Offices di Thaddeus Herrmann e Shlom Sviri (Boomkat, Modern Love). Nel 2009 il violinista Alex Stolze si è unito al gruppo. Il 2012 ha visto uscire il lodatissimo "Poems from a rooftop" (Sonic Pieces), poi è iniziata la collaborazione con la label Denovali che nel 2017 ha anche ristampato tutto il materiale della band. In vent'anni di vita i Dictaphone hanno suonato in oltre 20 nazioni e in festival come Mutek, Transmediale, Unsound e Benicassim. Oliver Doerell ha composto le musiche di innumerevoli spettacoli di danza contemporanea e documentari sulla BBC ed è anche titolare di altri due progetti musicali: Cummi Flu e Swod. Dicono dei Dictaphone: "minimalistic and subliminal elegancy" (ARTE) "timeless, unusual & beautiful" (Colin Newman) "Dictaphones gives warmth to the concept, your thoughts a body and atmosphere to the music" (Spex) "musiche da soundtrack, ambient, spruzzate di jazz, elettronica, field recordings e spunti world-etno si mescolano senza soluzione, creando un universo dalla sottile e ambigua fascinazione, dove si è trasportati d'un tratto da un notturno per suq mediorientale... a un pub per le ore piccole della New York più marginale...." (Blow Up) "Goats and Distortions 5 conferma la classe e l'originalità del combo di Doerell, la cui musica ha veramente pochi termini di paragone nell'oggi e nell'ieri (glitch-jazz?), meritandosi per questo un bell'8 senza se e senza ma" (Stefano Isidoro Bianchi, Blow Up) https://neural.it/it/2021/11/dictaphone-%E2%80%8E-goats-distortions-5/ "musiche da soundtrack, ambient, spruzzate di jazz, elettronica, field recordings e spunti world-etno si mescolano senza soluzione, creando un universo dalla sottile e ambigua fascinazione, dove si è trasportati d'un tratto da un notturno per suq mediorientale... a un pub per le ore piccole della New York più marginale...." (7/8 Blow Up) https://denovali.com/dictaphone/3zk5EUkM6Y/ www.soundcloud.com/doerell www.dictaphone-music.de www.swod-music.de Dictaphone never make music for the sake of it, they always want to create something which was missing before. And they did. |
LIVE:
set a/v Oliver Doerell= electronics + treated kalimba) Roger Döring = sax / clarinet 12/05/23 Rovereto @ MART 13/05/23 Firenze @ Sala Vanni 05/07/19 Bologna @ Serre dei Giardini Margherita 07/07/19 Roma @ Half Die Festival |
ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:56:02 |
[Specula Records]
Qualcosa che non vi aspettereste proprio: la cover di “Hey Hey My My” di Neil Young firmata da Teho Teardo e Blixa Bargeld, il duo più oscuro della musica contemporanea, incessantemente dedito a tracciare nuove rotte per l’anima musicale europea. Si apre proprio con questo monolite rock del celebre musicista canadese il nuovo EP dei 2 artisti, disponibile da oggi, 31 marzo, nelle piattaforme digitali e nei migliori negozi di dischi in vinile per l’etichetta Specula Records. A 2 anni dal precedente EP “Spring”, “Fall” segue il lungo tour dell’ultimo, celebrato album “Nerissimo” che ha portato Teardo e Bargeld a suonare in tutta Europa, Cina e Giappone ed anticipa una nuova serie di concerti. “Fall” esce proprio alla fine dell’inverno e raccoglie quanto realizzato in questi mesi tra Roma e Berlino. In questa versione di “Hey Hey My My”, emergono le distorsioni, Blixa si impadronisce del rullante, la sega musicale diventa una bacchetta magica che veste la canzone di un abito misterioso e, in un crescendo di archi, clarino basso e chitarra baritona, si celebra la scomposizione di una delle canzoni più significative del passato, per rinvenire quella scrittura nell’Europa dei giorni nostri. Perché “una cover si esegue per liberarsi di una canzone che ci perseguita da anni, lo si fa dopo aver trovato se stessi nelle profondità di qualcosa scritto da altri” spiega Teardo. Oltre al classico di Neil Young l’EP contiene altri tre brani inediti: “Ziegenfisch”, “Testosteron Sklaven” e “Bianchissimo”. “Fall” è una vera wunderkammern sonora in cui (ri)scoprire l’attualità di quelle forme primarie, di quei tratti fondanti della cultura europea cari a Teho e Blixa, compresi gli accenni dada del testo di “Bianchissimo” (“Ho superato la membrana/Dò via lino bianco pulito a tutte le anime del Purgatorio/Ho un negozio di biancheria che si chiama Bianchissimo”), un brano ipnotico e teatrale il cui titolo è un evidente divertissement che richiama, per contrasto, il titolo dell’ultimo LP. “Bianchissimo” è una canzone creata impiegando tutte le tracce registrate per la canzone “Nerissimo” e che non sono state utilizzate nel mix finale. Ai 2 maestri di cerimonia, nel disco si affiancano David Coulter alla sega musicale, Gabriele Coen al clarino basso e tutta la sezione di archi con Vanessa Cremaschi ed Elena De Stabile al violino, Ambra Michelangeli e Stefano Azzolina alla viola, Laura Bisceglia e Giovanna Famulari al violoncello. Dopo aver presentato in anteprima assoluta il nuovo EP “Fall” al Palais de Tokyo a Parigi, il duo riprenderà a suonare in Italia nei prossimi mesi ed eseguirà, oltre ai pezzi del nuovo EP, un lungo brano finora inedito. Nella line up del tour ci saranno Laura Bisceglia al violoncello, Gabriele Coen al clarino basso ed un quartetto d’archi. Ascolta "Hey He My My" |
LIVE:
04/05/18 Bergamo @ Druso 05/05/18 Udine @ Teatro Palamostre 06/05/18 Torino @ Hiroshima Mon Amour 04/08/17 Pesaro @ Villa'n'Roll Festival 18/05/17 Bologna @ Locomotiv Club19/05/17 Trieste @ Teatro Miela
INFO, SOUND:
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 12/09/2018 14:52:41 |
[Ita / Tremoloa]
Ogni tanto ricompare, come dalle ombre di un lungo viaggio. Alessandro "Asso" Stefana estrae dalla fondina... la chitarra e porta in scena la musica che ha pubblicato finora, aggiungendovi sempre qualcosa di nuovo. Le sue rare apparizioni live come solista rendono ghiotta l'occasione per incontrarlo dal vivo. I concerti dei prossimi mesi saranno ancor più suggestivi: oltre ai brani di "Poste e Telegrafi" (Important Records), completamente destrutturati e ridotti alla forma più essenziale, verranno presentate alcune composizioni inedite, destinate al nuovo disco di prossima pubblicazione. Blues lisergico, psichedelia folk e ballate desertiche sono le coordinate principali di una serata in cui la musica sarà in continuo movimento e in dialogo con le immagini. Alle sue spalle, infatti, a sbobinare chilometri di vecchie pellicole 8mm, come binari di un viaggio visionario, ci sarà il fantasma di Francesco Arcuri, eclettico artista audiovisivo. Lo spettatore dovrà solo lasciarsi andare e dimenticarsi del tempo, come catapultato in una seduta sciamanica. ALESSANDRO "ASSO" STEFANA | chitarra elettrica & acustica / lap steel ed elettronica Chitarrista, polistrumentista, compositore e produttore italiano, Alessandro "Asso" Stefana suona in pianta stabile con PJ Harvey, Mike Patton, Vinicio Capossela ed è membro fondatore dei Guano Padano. Musicista dalle mille sfumature ha collaborato con Marc Ribot, Joey Burns (Calexico), Alessandro Alessandroni, John Parish, Leo Abrahams, Marco Parente, Bobby Solo, Cabo San Roque e molti altri. - - - - - - - - - - - - Quattro anni fa, tra un impegno e l’'altro con Capossela e quando Guano Padano era poco meno di un progetto, Alessandro “Asso”
Stefana - già all’'epoca (giovanissimo) considerato da tutti uno dei
migliori chitarristi italiani in circolazione - mette insieme una
manciata di straordinari brani strumentali: desertiche suite ambientali e
country/blues dylaniati e destrutturati, visionarie soundtracks
morriconiane e infuocate sessions chitarristiche, una delle quali in
combutta con mr. Marc Ribot (che avrebbe poi recuperato/riarrangiato il
pezzo mettendolo in un suo successivo disco). In omaggio al suo mestiere
di allora (faceva il postino) Asso titola la raccolta “Poste e Telegrafi”.
Un titolo che, inconsapevole, sembra alludere alla capacità di questi
brani di arrivare, veloci come un telegramma, dall’'altra parte
dell’'oceano e di trasmettere con immediatezza il messaggio contenuto:
grande musica e ancor più grande talento. Ed è infatti proprio
un’'etichetta americana, l’ottima Important Records (Acid Mothers
Temple, Nurse With Wound, Cluster, Merzbow, XXL, Larsen, Kid 606) ad
invaghirsi di “Poste e Telegrafi” e a farlo uscire
ufficialmente in tutto il mondo. Ricevendo pareri lusinghieri da parte
di prestigiosissime testate (vedere sotto). E vendendone anche parecchie
copie. Oggi “Asso” sta pensando di ripubblicarlo in vinile
(con l’'aggiunta di qualche bonus track) sulla personale etichetta
Tremoloa. Ma soprattutto, vuole dare una veste live a questi brani,
supportato anche dal successo e dai consensi riscossi nelle sporadiche
date soliste di questi anni. Sul palco sarò “solo” per modo di dire,
munito in realtà di un nutrito armamentario: chitarre d’ogni tipo
(acustica, elettrica, lapsteel) di armonica, omnichord, drum machine e
altri aggeggi elettronici. "I più avveduti ricorderanno "Asso" Stefana come iniziatore dei Lumière Electrique, duo bresciano d'inizio millennio capace di sviare dai facil(on)i accostamenti postrock; per il grosso del pubblico è il chitarrista "di" Capossela e Marco Parente, presente alle percussioni di un debutto solista che vede Stefana firmare per una prestigiosa indie statunitense, e mostrare qualità non certo indifferenti anche nella composizione: siamo dalle parti rarefatte e naturali delle stazioni di posta nel vecchio West, col cambio di cavalli e le notti all'addiaccio. Atmosfere che ricordano Vincent Gallo, Ronin o gli Airportman, completamente strumentali su cui si affacciano ospiti di rilievo: Marc Ribot dà corpo alla concitata "Poste E Telegrafi Blues", Vincenzo Vasi suona il basso nell'ambientale "Western Soda", Leo Abrahams (già con Eno) alla laptop guitar in "Fiori Campionati", mentre è per intero ascrivibile al suo autore "Semi Tostati di Cielo", che mantiene quanto postula nel titolo. Un finale lievemente narcolettico non scalfisce la bellezza di un disco certo difficile, per certo altrettanto profumato" [7/8] BLOW UP - aprile 2007 http://pitchfork.com/reviews/albums/10245-poste-y-telegrafi/ Italian guitarist Alessandro "Asso" Stefana has gall. For his solo debut, Poste e Telegrafi, Stefana treats his guitar like a quarter-piece of the puzzle. He collaborates with six people and avoids the guitar altogether on two of these seven tracks. He alternately employs the 1980s electronics artifact the omnichord, a "strings machine," various African percussion instruments, and vinyl loops to build intricate, subtly shaped substrates for his meticulous, twang-redolent guitar fantasies. Largely because it avoids the solo guitar record template, Poste e Telegrafi is one of the most striking works you'll hear from a young composer all year. His guitar playing is graceful and dexterous, his fluid phrases are precise without feeling stiff. The cast here includes guitar maverick Marc Ribot, Italian songwriter Marco Parente, and Brian Eno/Nick Cave collaborator Leo Abrahams. The ends of Stafana's phrases, though, are about not perfecting the right note, but, instead, letting the assumed resolution arrive slightly altered. The climax, to wit, is one lonesome pedal steel note pushed through a web of effects. It sounds more like Glenn Branca conducting 100 guitars than one being built into something else entirely, like a cathedral carved from a single stone. These are rare talents for someone so young, and, given Poste e Telegrafi, Stefana sounds as if he'll be wielding them among the heavyweights for a long time to come. Rating: 7.8 |
LIVE:
09/07/20 Milano @ Volvo Studio 09/10/15 Foligno (Pg) @ Spazio Zut, Umbria World Fest, con Julia Kent 31/07/15 Carpi (Mo) con Julia Kent 07/02/15 Cerea (Vr) @ Teatro Aperto di Asparetto (con Julia Kent) 20/02/15 Schio (Vi) @ Chiesa S.Francesco (con Julia Kent) 21/02/15 Rimini @ Primo Piano (con Julia Kent) 18/05/14 Reggio Emilia @ Dinamo 20/06/14 Cesena @ Itinerario Festival 22/02/14 Rimini @ Neon 23/02/14 Cremona @ Osteria del Fico 07/03/12 Padova @ La Mela di Newton 15/04/11 Castiglion del Lago (Pg) @ Cafè 90916/04/11 Sansepolcro (Ar) @ Kilowatt Spring (+ Vincenzo Vasi) 24/01/11 Prato @ Capanno Black Out 25/01/11 Perugia @ Loop 26/01/11 Senigallia (An) @ Gratis 28/01/11 San Benedetto del Tronto (Ap) @ Pao 03/02/11 Montichiari (Bs) @ Galéter 04/02/11 Mogliano Veneto (Tv) @ Filanda Motta 24/03/11 Torino @ Blah Blah
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:16:36 |
[Fra / Thrill Jockey]
French artist Cécile Schott aka Colleen
is fearless in her willingness to explore new sounds and new ways of
creating music as a solo performer. Over
the course of seven critically acclaimed albums released between 2003 and 2021,
Cécile Schott consistently reinvented herself, first by taking acoustic
instruments out of their usual context and pushing the boundaries of their
playability, then through avant-pop electronic explorations. With compositions ranging from the mysterious and contemplative to kinetic and playful, the Thrill Jockey recording artist has given more than 230 concerts across Europe, the US, Japan, Brazil and Singapore, in prestigious venues and festivals such as Moogfest, Big Ears, Mutek, Transmediale, Villette Sonique, Rewire and many more. From 2003 to 2007,
she released three albums on The Leaf Label (Everyone Alive Wants Answers in 2003, The Golden Morning Breaks in 2005 and Les Ondes Silencieuses in 2007). After a break
from recording and touring, Colleen returned with The Weighing of the Heart, using her voice for the first time and introducing
a modified treble viola da gamba. The artist then released a string of albums for Thrill Jockey Records: 2015’s Captain of None in 2015, noticed for its daring use of viola da gamba in other-worldly pop songs incorporating dub-inspired techniques, 2017’s A flame my love, a frequency, which heralded a shift to a purely electronic setup, and 2021’s The Tunnel and the Clearing, produced in the aftermath of a profound personal crisis: vintage drum machine, organ, Moog synthesizer, her voice and her beloved Moogerfoogers and Space Echo tape delay united to create “an emotional noise” in her most harmonically complex record to date. Colleen’s growing passion for synthesis, bolstered by her collaborations with synth manufacturer Moog, have led to her 8th album Le jour et la nuit du réel, to be released on Thrill Jockey on September 22nd, 2023. Built as a suite of songs, the artist’s first double album is also her first purely instrumental work since 2007, and aims to translate through a myriad of sound transformations the complexity of our relation to reality, and its psychological mutations through the cycles of day and night.
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LIVE:
04/04/24 Firenze @ Museo dell'Opera del Duomo
prenotazioni dalle ore 9 del 28 marzo a questo link
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ultimo aggiornamento: 13/06/2024 13:48:39 |
[Ch-Fr, Les Disques Bongo Joe]
tropical postpunk - afro avant-pop tra Konono n.1 e The Ex, dal vivo semplicemente irresistibili. Sul palco in 12! (doppia sezione ritmica, marimba, violoncello, violino, chitarre, fiati. Tutti cantano!) Nata a Ginevra nel 2006 su impulso del contrabbassista Vincent Bertholet, l'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp è inizialmente un sestetto ("un gruppo rock con marimba" lo definisce Bertholet) il cui nome intende omaggiare le orchestre africane (che spesso, un pò pomposamente, si autodefiniscono onnipotenti) e l'arte dada, fondendo così spirito terzomondista ed ecologista ed una programmatica ritrosia a schemi, convenzioni ed etichette di genere. E' nel 2016, in occasione dei dieci anni del progetto, che arriva la decisione di allargare la band al formato XXL. Nel corso del tempo la line-up si stabilizza a 12 elementi: doppia sezione ritmica, contrabbasso, due marimba, due violoncelli, violino, fiati, chitarre. Tutti cantano. Nelle descrizioni gli elogi e i riferimenti si sprecano: The Ex, Stereolab, fanfare di New Orleans, orchestre Il loro ultimo disco si intitola emblematicamente "We're OK but we're lost anyway" Questo il testo di uno dei brani principali "So Many Things to Feel Guilty About". Che si può ascoltare qui in questa versione live in studio. Altro (bellissimo) video a cura de La Blogotheque: Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp | A Take Away Show Nell'ultimo tour italiano (febbraio 2023) hanno collezionato sold out a Torino, Milano, Genova, Foligno e suonato davanti a circa 1000 persone al Set Up Festival a Venezia, Punta della Dogana. Un pò di (entusiastici) live report: Torino Spazio211 ("alle cose da fare almeno una volta nella vita bisogna aggiungerne una: vedere almeno una volta dal vivo l'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp") Genova Milano Foligno |
LIVE:
01/05/24 Trieste @ Teatro Miela 17/05/24 Roma @ Angelo Mai 18/05/24 Napoli @ Scugnizzo Liberato 19/05/24 Santarcangelo di Romagna (RN) @ C'entro Culturale Supercinema 02/02/23 Torino @ Spazio211 03/02/23 Milano @ Spazio Teatro 89 04/02/23 Venezia @ Set Up Festival 06/02/23 Genova @ La Claque 07/02/23 Pisa @ Lumière 08/02/23 Cesena @ Big Barré 09/02/23 Foligno @ Spazio Zut 10/02/23 Bologna @ Locomotiv 02/06/22 Bologna @ Teatro San Leonardo - Angelica Festival 02/06/22 Fano (PU) @ Rocca Malatestiana 03/06/22 Terlizzi (BA) @ MAT, Experimenta Festival 04/06/22 Procida (Na) @ Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 - "Echi delle distanze" 12/06/22 Novara @ Novara Jazz Festival 22/07/21 Cotignola (Ra) @ Nell'Arena delle Balle di Paglia 28/06/19 Varazze (SV) @ Riviera Festival 29/06/19 Mestre (Ve) @ Alba Festival 30/06/19 Pescara @ IndieRocket Festival 2019 * XVI edizione * 02/07/19 Terni @ Fat Art Garden 03/07/19 Terracina (Lt) @ Tracce 04/07/19 San Gimignano (Si) @ Orizzonti Verticali 28/07/18 Assisi (Pg) @ Universo Assisi
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:11:26 |
[Ita-Uk / Dell'Orso Records]
E' uscito il 20 aprile sulla indie-label londinese Dell'Orso Records il nuovo album di Emma Tricca. Si intitola "St. Peter" e ha visto la partecipazione nelle registrazioni in studio di Steve Shelley (batterista dei Sonic Youth) L'annuncio su The Quietus e il primo singolo, Julian's Wings Album in streaming qui E articolo su The Quietus **** su Mojo (e in allegato Uncut. Buscadero e Rumore) Video: Intervista sul Fatto Quotidiano in occasione del disco precedente ("Relic" 2015)
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LIVE:
Emma Tricca w/band: Steve Shelley: drums Jason Victor: guitar Andrea Garbo: bass 16/06/18 Roma @ Angelo Mai 17/06/18 San Gemini (Tr) @ Chiostro di S. Giovanni Battista / Degustazioni Musicali 18/06/18 Terracina (Lt) @ Tracce 19/06/18 Brescia @ Latteria Molloy 21/'6/18 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana-Bi
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ultimo aggiornamento: 12/09/2018 15:20:29 |
[UK / Mute]
Daniel Blumberg è un musicista, compositore e artista visivo di Londra. I suoi album escono per la Mute Records. "Minus", esordio del 2018, ha lasciato di stucco pubblico e addetti ai lavori, finendo in tantissime classifiche di fine anno; il 31 luglio 2020 è uscito il suo secondo disco in studio, "On&On". Il 27 maggio 2023 esce il terzo album solista, significativamente intitolato "GUT". https://www.youtube.com/watch?v=l5sU6sPjHd4 SELECTED DISCOGRAPHY Daniel Blumberg: GUT (Mute, 2023) Daniel Blumberg: On&On (Mute, 2020) GUO: GUO4 (Mute, 2019) Daniel Blumberg: Minus (Mute, 2018) Daniel Blumberg & Hebronix: Liv (Mute, 2018) Daniel Blumberg: Live at Café OTO (OTOroku, 2018) GUO: GUO2 (OTOroku, 2018) GUO: GUO1 (self-released, 2017) Daniel Blumberg & Neil Michael Hagerty: HEB-HEX (ATP Recordings, 2013) Hebronix: Unreal (ATP Recordings, 2013) SELECTED FILMOGRAPHY The World To Come (dir. Mona Fastvold, 2020) GUO4 (dir. Peter Strickland, 2019) GYUTO (dir. Brady Corbet, 2019) Brigitte (dir. Lynne Ramsey, 2019) Gleaning Truths (dir. Agnes Varda, 2018) SELECTED EXHIBITIONS Black Album / White Cube, Kunsthall, Rotterdam (2020) Dance, Stanley, Dance with Marianna Simnett, Matt’s Gallery, London (2020) JOMO, Macro, Museum of Contemporary Art, Rome (2020) MK Calling, MK Gallery, Milton Keynes (2020) Hyper!: Deichtorhallen, Hamburg (2019) Union Gallery, London (2019) Ways of Listening with [Assemble]: British School at Rome (2018) Su "On&On": “I hear a room, its air and the disturbances that ricochet between its surfaces, then I hear a song, as if a ship has slowly emerged out of sea mist, its form coalescing into coherent shape for the sake of memory.” – David Toop on On&On La pubblicazione di "On&On" è accompagnata da un saggio scritto da David Toop e da ritratti della fotografa Brigitte Lacombe. Guarda il video per “On&On” diretto da Blumberg QUI Ascolta i primi tre brani estratti QUI Leggi il saggio di David Toop QUI On&On – seguito del debutto di Blumberg su Mute, Minus, del 2018 – rappresenta il consolidamento dell’estetica decostruzionista dei brani che Blumberg ha sviluppato, operando tra strutture convenzionali e improvvisazione libera. Con questo nuovo lavoro, il musicista inglese va oltre, incorporando motivi proteiformi e talvolta dissolvendo i confini tra i brani. La title track “On&On” appare quattro volte nell’album, creando un vero e proprio brano infinito che rappresenta al meglio il paradosso del cerchio, esistendo in uno spazio laminare tra il moto perpetuo e la stasi, così come Daniel canta: ‘On and on and on and on and on…’ L’album è nato durante delle live session con lo stesso gruppo di musicisti presenti in Minus: Daniel Blumberg (voce, chitarra, armonica), Ute Kanngiesser (violoncello), Billy Steiger (violino), Tom Wheatley (contrabbasso) e Jim White (batteria), con l’aggiunta di Elvin Brandhi (voce). Si tratta di relazioni sempre più intense e di una forte condivisione di tecniche, per questo gruppo affiatato di musicisti che gira intorno al Cafè OTO. L’album è stato registrato da Peter Walsh (Scott Walker), che ha catturato le straordinarie performance del gruppo, includendo l’intera gamma espressiva dei loro strumenti, dalle melodie morbide e le armonie vocali delicate, ai graffi ruvidi e irregolari, mentre il suono della stanza e del mondo esterno sconfina naturalmente nel campo sonoro, come Toop dichiara, “as if a window has opened”. Ulteriori ascolti RECENT QUOTES “A modern masterpiece” – 5/5 The Times “Minus is a statement of intent from an artist who has found his voice” – The Quietus “Traces lines between drawing and improvised music” – The Wire “One of London’s most exciting emerging artists” – Hans Ulrich Obrist Su Minus: Minus è un lavoro sorprendente che coniuga improvvisazione e musica libera al più grezzo songwriting emotivo, radicato nel profondo tumulto personale che Blumberg ha vissuto mentre lavorava al disco. Il primo assaggio di Minus arriva con il video per la title track, ambientato nel capannone in cui Daniel ha scritto la maggior parte del disco e creato la copertina dell’album. È stato montato a Budapest dal pluripremiato editore cinematografico ungherese David Jancso (White God, The Childhood Of A Leader). L’album è stato registrato dal vivo con il leggendario produttore Peter Walsh (collaboratore di Scott Walker da Climate Of Hunter) in soli cinque giorni presso una remota residenza in Galles, durante un periodo difficile causato da una debilitante rottura con la partner di sette anni e alla continua lotta di Blumberg con la malattia mentale che ha provocato il suo ricovero solo una settimana prima della registrazione. In precedenza Blumberg aveva trascorso gran parte degli ultimi cinque anni lavorando esclusivamente all’interno della comunità di musicisti radicali del Café OTO di Londra, dove ha improvvisato regolarmente con una schiera di musicisti lungimiranti e intransigenti. Da questa comunità Blumberg ha sviluppato una forte relazione creativa con il violinista Billy Steiger e il contrabbassista Tom Wheatley, e insieme hanno creato una nuova, singolare musica incentrata sul songwriting di Blumberg. Il venerato batterista Jim White (Dirty Three, Smog, Cat Power) si è unito al trio per le sessioni dell’album. A soli 27 anni, Blumberg ha alle spalle una ricca storia musicale; dalla sua prima band che ha firmato per XL mentre lui andava ancora a scuola, ai progetti di Oupa e Hebronix, alle collaborazioni creative con artisti del calibro di David Berman (Silver Jews), Low, Lambchop e Neil Michael Hagerty dei Royal Trux (con il quale Blumberg si è esibito come membro di Howling Hex). Con Minus, però, c’è la sensazione che Daniel Blumberg sia finalmente arrivato nel posto che stava cercando: un lavoro che lo conferma tra le voci contemporanee più uniche della Gran Bretagna e che ambisce al titolo di modern classic. PLAYLIST 2018 #2 su Rumore, #12 su Blow Up, tra i best albums 2018 per IL Magazine (Sole 24 ore) e #6 per Rough Trade (oltre a molte altre classifiche individuali di giornalisti e addetti ai lavori) disco del mese Rumore maggio, 8 su Blow Up, 4/5 sul Mucchio e intervista sul numero di giugno, 8 su Ondarock etc recensione Ondarock (8/10) recensione Sentire Ascoltar recensione Rockol l'intervista per Rai Stereonotte (radio 1 rai) a cura di Silvia Boschero |
LIVE:
Daniel Blumberg presents GUT 17/05/23 Roma @ Teatro Basilica / Unplugged in Monti Daniel Blumberg with Billy Steiger 26/08/21 Calitri (Av) @ Sponz Fest Daniel Blumberg solo 13/09/20 Galzignano Terme (Pd) @ Anfiteatro del Venda 17/09/20 Terni @ Teatro Secci Daniel Blumberg with Billy Steiger & Tom Whatley 15/03/19 Avellino @ Cripta del Duomo 16/03/19 San Costanzo (PU) @ Teatro "La Concordia", Klang 17/03/19 Genova @ Teatro Stradanova 18/03/19 Roma @ Auiditorium Spin Time Labs, Unplugged in Monti 19/03/19 Milano @ Triennale, Fog Festival 22/11/18 Fontanafredda (Pn) @ Astro Club 23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival 24/11/18 Foligno (Pg) @ Spazio Zut 25/11/18 Napoli @ secret venue (by wakeupandream) Daniel Blumberg solo 05/10/18 Terlizzi (Ba) @ Mat 08/10/18 Roma @ British School Trio w/ Billy Steiger (violin) and Tom Wheatley (double bass) 24/05/18 Milano @ Planetario / Wired Next Festival 28/05/18 Roma @ Unplugged in Monti
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ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:54:16 |
[Usa / Mute Records]
Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta e editore, Lee Ranaldo è stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la gioventù sonica ha deciso di prendersi una pausa, Lee ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador (a nome Lee Ranaldo and the Dust, band che annoverava tra gli altri Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria) e uno acustico (intitolato "Acoustic Dust") sulla El Segell, etichetta costola del Primavera Sound. A settembre 2017 è uscito su su Mute Records il suo nuovo lavoro "Electric Trim", disco i cui testi sono stati elaborati a quattro mani insieme allo scrittore Jonathan Lethem. Dal vivo l’artista americano è affiancato dal polistrumentista spagnolo (anche produttore del disco) Raul "Refree" Fernandez e dalla baterista Booker Stardrum. |
LIVE:
ELECTRIC TRIM TRIO 06/03/18 Trento @ Teatro Sanbàpolis - Transiti07/03/18 Milano @ Magnolia (suppport act: My Cat Is An Alien)
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ultimo aggiornamento: 17/04/2018 18:46:16 |
[Ita / Santeria -Audioglobe]
DON ANTONIO
LA BELLA STAGIONE, dal vivo con Arianna Pasini, Piero Perelli e Roberto Villa. "La Bella Stagione e' lo spettacolo d’arte varia di chi è stato a lungo sulla soglia della resa dei conti: non si chiede di meglio, a chi è abituato a farne musica" SENTIREASCOLTARE / Stefano Solventi Un concerto per rimettere in fila i frammenti di una storia. La Bella Stagione, uscito ad Aprile per Santeria, è il primo disco in cui Don Antonio (da svariati lustri uno dei musicisti più internazionali della scena italiana) va oltre la formula della musica cinematica-strumentale e si cimenta con canzoni in italiano. Sei anni dopo avere messo nel cassetto il progetto Sacri Cuori, quattro dopo il disco di debutto come Don Antonio, e tre dopo l'avventura americana di The Crossing insieme ad Alejandro Escovedo, Antonio Gramentieri rimette in pista il suo alter-ego Don Antonio con un nuovo progetto fra musica e parole. In oltre vent'anni di attività, Antonio Gramentieri ha portato la sua musica, i suoi dischi e i suoi progetti costantemente a spasso per il mondo. Con lo pseudonimo Don Antonio, e con Sacri Cuori prima, ha suonato nei principali festival e club tra Stati Uniti, Inghilterra, Australia, Europa, Scandinavia e Balcani. Don Antonio ha suonato suoi brani al Tiny Desk di NPR, alla BBC a Londra, al programma del mattino della CBS a New York, alla televisione svedese, australiana, olandese. Ha prodotto dischi e suonato in tour mondiali con Alejandro Escovedo, Dan Stuart, Hugo Race, Richard Buckner, Terry Lee Hale. Ha realizzato colonne sonore per il cinema e per la televisione. Nel 2017 un suo brano e' stato scelto da Volkswagen per la pubblicità' della Passat in Svezia e Finlandia. Dicono de La Bella Stagione: "La verità è che un disco come “La bella stagione” ha tutte le carte in regola per rappresentare un vero e proprio evento, il perfetto equilibrio tra canzone d’autore (la title track) e un surrealismo pop-beat anni 60 (“Ancora di me”) sono materia rara per il panorama nostrano, ancor di più lo è ritrovarsi tra le mani una di quelle poche canzoni destinate a superare una seduzione provvisoria, illusoria: la forza poetica di un brano come “Distanza” è di una rara intensità lirica e musicale, una ballata che incanta grazie a un testo che trasuda sangue sudore e lacrime e a un arrangiamento stagionato, sapiente, privo di sbavature o eccessi, caratterizzato da un suggestivo uso delle voci e dal suono languido della pedal steel [...] l’album di Don Antonio “La bella stagione” è non solo la conferma di un talento già noto, ma una sorpresa che smuove le torbide acque della musica italiana degli ultimi tempi" (7.5/10, Ondarock, Gianfranco Marmoro) “disco di grande livello e grande gusto” CLASSIC ROCK “…un percorso personale e introspettivo, sviluppato attraverso un linguaggio poetico impressionista, intriso di romanticismo…” BUSCADERO “…Ballads dannate in bilico tra folk, rock e blues che brillano per contenuti, e uno stile narrativo sobrio ma visionario…” RUMORE "...Testi che sono pennellate poetiche, accompagnati da musiche raffinate..." IL FATTO QUOTIDIANO "...Un disco che respira e fa respirare, come quando si apre una finestra in una stanza chiusa da troppo tempo" ROCKNATION "...Tutto da scoprire, ermeticamente intimo" IMPATTO SONOR "...Musica polverosa e urgente, con sapienti accelerazioni sa smuovere il corpo, oltre lo spirito" (Shockwave – Raffaele Calvanese) "...Testi vividi e riflessivi, con momenti deliziosamente surreali..." INDIEFORBUNNIES Il video backstage del nuovo album Il primo singolo "Batticuore" |
LIVE:
LUGLIO 1 Bologna @ Frida nel Parco, Parco della Montagnola * 7 Firenze @ Villa Strozzi * https://www.facebook.com/events/228069385591391 8 Faenza @ MIC (Accordi / Presentazione libro) ^^ 10 Cesena @ Magazzino Parallelo * 11 Loro Piceno (Mc) @ Borgofuturo Festival * 22 Faenza @ Strade Blu - Piazza della Molinella ** presentazione ufficiale La Bella Stagione. 23 Vicopisano (PI) @ Musicastrada Festival https://www.facebook.com/events/1882288335284609/ 24 Savona @ Raindogs 25 Casalbuttano (Cr) @ La Cossa AGOSTO 3 Rimini @ Hobos * 4 Firenze @ Oltrarno Libro Aperto, Piazza del Carmine ^^ 7 Brisighella @ Anfiteatro Spada - Nuove Consonanze *** 8 Forli' @ Rocca delle Caminate - Concerto al tramonto *** 20 TBC Barga @ Barga Jazz - Nuove Consonanze *** 22 Grotta Marana (RA) Don Antonio & Giacomo Toni $$ "Stagioni di Ferro" 26 Trento @ Teatro Capovolto w/"Nuove Consonanze. Viaggio ai confini di Morricone" *** http://www.centrosantachiara.it/.../don-antonio-the-graces 28 Pieve di Cento @ Adelante SETTEMBRE 4 Staranzano (Go) @ La Staccionata * 5 Padova @ Il Chiosco * 18 Terni @ Umbria Jazz *
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 18/02/2022 17:54:13 |
[Gre-Aus / Bella Union Records]
"Mother" (Bella Union) è il terzo disco di questo duo stellare, composto dal liutista cretese George Xylouris (figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis) e dall'australiano Jim White, pirotecnico batterista dei Dirty Thtree (anche con Cat Power, Bill Callahan/Smog, Pj Harvey, Bonnie Prince Billy) e autore di un avant folk nomade e caleidoscopico, frustato dal vento, intriso della forza degli elementi e innervato da una tradizione in costante movimento. Benché l'album sia già notevole, è dal vivo che il duo dà il meglio di sé, lanciandosi in avventurose e coinvolgenti session dove talento e ispirazioni si mettono al servizio di pancia e cuore. Il video di "Only Love" primo singolo estratto dall'album Mojo album review **** Uncut review "Black Peak" (il secondo disco) uscito sempre su Bella Union e prodotto da Guy Picciotto (Fugazi) Darwish Two (scelto da Nick Cave per una compilation su Mojo) The Guardian **** Mojo ****
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LIVE:
09/07/19 Faenza (Ra) @ Museo Carlo Zauli, Strade Blu Festiva 11/04/19 Trieste 12/04/19 Schio (Vi) @ CSC 13/04/19 Roma @ Angelo Mai (w/ Ardecore) 16/07/17 Reggio Emilia @ Musei Civici / Sound Museum 2 (a cura di Red noise) 23/08/17 Calitri (Av), Sponz Fest 2017 (concerto all'alba) 03/09/17 Sterpo di Bertiolo: (Ud) @ Villa Colloredo Venier, Musica in Villa 06/09/17 San Sperata (Ca), Arte x arTE, incontro/intervista con i musicisti 07/09/17 Cagliari EXMA 09/09/17 Palau (Or) @ "Isole Che Parlano"Festival
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 17:24:31 |
[(Usa / Tin Angel, Drag City)]
Performer transgender, pianista, orso arpista, gatta fisarmonicista, artista di strada, ex organista di chiesa, cantante, parte della band di Marc Almond e dei Current 93, collaboratrice di Bonnie Prince Billy, Larsen, Andrew W.K., Antony and The Johnsons: questa e altre ancora le incarnazioni di Baby Dee, artista poliedrica e inafferrabile, classe 1953, originaria di Cleveland. Le sue tante anime e le più disparate esperienze di vita sono condensate nella musica che scrive e nelle canzoni che interpreta: poetiche, ironiche, struggenti e graffianti.
L'ultimo album di Baby Dee si intitola "I am stick" ed è uscito sull'inglese Tin Angel Records. Dee l'ha definito un “road album”, musica da viaggio che va dappertutto toccando sentimenti come l’amore, il dolore, la mancanza di vergogna, la stupidità e la tranquillità. Vi hanno collaborato Christina De Vos, Colin Stetson e una band formata da Alex Neilson (batteria) Joe Carvell (Basso) Victor Herrero (chitarra) e Jordan Hunt (archi). www.babydee.org http://www.thewire.co.uk/audio/tracks/hear-baby-dee-track video "The Dance of Diminishing Possibilities" video "Safe Inside The Day" Intervista per Indie Eye “There’s a harp in that piano/ And there’s a girl inside that boy” Baby Dee Baby Dee, performer transgender, è una di quelle artiste che dobbiamo sempre tenerci care, vicine, strette, amiche, compagne. Uno di quei rari esempi in cui il corpo, il genio, la polistrumentista, cantautrice e compositrice sono intrinsecamente legate, una trama fitta di esperienza, di resistenza, di denuncia, di narrazione. Un’esperienza vissuta sul palco e fuori dal palco. Un nucleo che ci interroga, che ci svela le quotidiane, romantiche, crudeli, spartane e complesse storie della strada, del viaggio. Una voce che supera, valica, trasfigura i confini. Nodosa, antica, aliena, salvifica e marziale. Le sue collaborazioni da Anohni ai Current 93 non sono che dei segmenti all’interno di una discografia che invita e sfida all’ascolto. È live la sua vera dimensione, la sua magia freak si libera, potente, unica. Un corpo, una voce, un’esistenza che si afferma, rivendica, occupa (Paolo Santoro su Zero.eu) |
LIVE:
29/06/23 Ostuni (Br) @ Sherocco Festival 01/07/23 Scandicci (FI) @ Parco Poggio Valicaia 02/07/23 Aosta @ Cittadella dei Giovani - CHAMOISic 14/7/21 Vittoria (Rg) @ Scenica Festival 16/7/21 Carpi (Mo) @ Concentrico Festival 17/7/21 Schio (Vi) @ Essenziale (double bill w/ Daniel Blumberg) 13/12/18 Milano 31/10/18 Pisa @ Lumière 01/11/18 Foligno (Pg) @ Auditorium S. Domenico 02/11/18 Bari @ Time Zones Festival, Auditorium Vallisa 03/11/18 Roma @ Angelo Mai 23/11/17 Avellino @ Godot Art Bistrot 24/11/17 Roma @ Angelo Mai 25/11/17 Parma @ Borgo delle Colonne 26/11/17 Milano @ secret show 07/07/17 Santarcangelo di Romagna (Rn) @ Santarcangelo dei Teatri
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ultimo aggiornamento: 29/11/2023 15:56:49 |
[Usa / Ipecac, Exile on Mainstream, Deadverse]
Dopo l'ultimo lp (l'ottimo "Endangered Philosophies", uscito nel 2017 sempre sull'Ipecac di Mike Patton) è in arrivo proprio in questi giorni un nuovo ep: si intitola "Respect to the authors" e lo pubblica la tedesca Exile On Mainstream. Ne leggete qui "Before Def Jux, before Death Grips, before Yeezus, there was Dälek" (Noisey). Pioneers of alt hip-hop, Dälek (pronounced "die-a-lek") features Rapper/Producer MC Dälek and Producer/Live Electronics Mike Manteca. With roots in the mid-90's DIY scene, Dälek has been delivering groundbreaking albums for over 20 years. They have encapsulated fans and critics across all genres, garnering fans and accolades from the Hip-Hop, Electronic, Indie, Metal, Shoegaze, Jazz and experimental communities. After releasing 7 studio albums, numerous collaborations, EP's, and remixes, they are known for their large body of work and pushing boundaries with every release. Their forthcoming release will be an EP (5 tracks) on Exile on Mainstream Records on April 5, 2019. La monografia su Ondarock Ascolti: "Echoes Of..." (from Endangered Philosphies) |
LIVE:
27/07/19 Padova @ Curtarock
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ultimo aggiornamento: 05/09/2019 16:57:54 |
[(Uk / Sunday Best, Domino)]
LOOKMAN ADEKUNLE SALAMI PAPA STOKELY IS A FORMLESS JESTER WHO HAS OCCURRED THROUGH THE NECESSITY OF BIRTH AND BURDEN; A FOOL WHO WORRIES THE MOST FOR THE ETERNAL CONFLICT AND LAUGHS THE LOUDEST ALONG WITH THE MAGNIFICENT ELEMENTAL SHIT-STAIN-DOGMA - AS CASUAL AS ANY SUPERNOVA YOU WILL EVER MEET - ONE AFTERTHOUGHT IN THE STORM OF ATOMS. BUT NOTHING IS WASTED - THE UNIVERSE IS A SOLID OBJECT. HE HAS ALREADY DIED AND BEEN REBORN AS A SWARM OF TROPICAL FLIES; THE TALIS-MAN CONFIRMED THIS WHEN HE THREW PEBBLES AT THE SEA, AND THE EARTH LOOKED ON AND LOVED HIM INDIFFERENTLY, TOO HUGE FOR PITY, FOR HE, NOR FOR THE CORNERED BABY BISON... WINNING LOTTERY TICKETS, SLOW HAND CLAPS, STOMACH CANCER, GUN LAWS BASED ON INSANITY, RACISM, MASS SUICIDE, THE CYNICS LAST STRAW IS BEING PULLED BY A TWITTER FEED WHILE A LIMP DICK WAVES OVER THE LAST TRUE VERSION OF THE ONE-TRUE-LOVE, LETTING THAT GO EVENTUALLY AND BEING FOUND INSIDE OF NOTHING EXTRA-ORDINARY - MATTER IS CONSISTENT IN THAT IT CONTINUES AS IT SHOULD. WE ARE ALL OF US THE TALIS-MAN’S CHILDREN, AND STOKELY IS TRULY HIS FATHER’S SON AND HIS MOTHER’S DAUGHTER. IGNORE HIS ACCENT - HE COMES FROM NOWHERE; LENORE IS THE ONLY CHANCE I’LL BE TAKING NOW THAT I CAN HEAR WHAT SHE HAS BEEN SAYING FOR ALL THESE YEARS. - LAS EP "The Prelude", . Chiamatelo Urban Folk o Blues Postmoderno, comunque sia rimane uno schiaffone in faccia ed un meteorite che cade nello stagno. be aware! video di "The City Nowadays" "Films used to be...Great. Now they’re easy to make, easy to sell, easy to get bored of - everything’ s 4 stars or more - Everything’s the best film of the year - Fast food films - Fast food music - Fast food politics - Fast food ideologies - What’s the worth of working to live at the cost of your soul? So much so that you don’t want to live at all?" L. A Salami |
LIVE:
10/09/23 Corato (Ba) @ Secolare Festival 08/09/17 Mantova, Festival della Letteratura 09/09/17 Roma @ Angelo Mai 08/07/17 Marina di Ravenna @ Hana-Bi 09/07/17 Galzignano sul Venda (Pd) @ Just Like Heaven 04/11/16 Parma @ Barezzi Festival 15/09/16 Avellino @ Godot Art Bistrot 16/09/16 Orvieto @ Valvola 17/09/16 Ravenna @ Moog Bar 18/09/16 Padova @ Anfiteatro del Venda 19/09/16 Roma @ Unplugged in Monti 20/09/16 Terni @ Mishima |
ultimo aggiornamento: 30/12/2023 20:46:58 |
[Can / Constellation]
Dopo aver realizzato ben due album nel 2015 (“If We Die, If If If If If If” e l’omonima collaborazione con i Suuns) i Jerusalem In My Heart sono tornati nel 2018 con il loro terzo album, “Daqa’iq Tudaiq”. Il disco, pubblicato il 5 ottobre via Constellations Records, è stato anticipato dal singolo “Thahab, Mish Roujou’, Thahab”, di cui potete vedere qui il video. Una delle più imprendibili espressioni della scena musicale internazionale di questi anni, da cavallo tra canzone politica, rock d’avanguardia e musica etnica. IL NUOVO DISCO Il 6 ottobre 2018 è uscito su Constellation Records "Daqa’iq Tudaiq", terzo capitolo discografico del duo libanese-canadese Jerusalem In My Heart (JIMH). Mischiando la tradizione musicale araba e l'elettronica moderna, Daqa’iq Tudaiq è un lavoro potente e innovativo, descritto dal New Internationalist come "un'accumulazione, complessa eppure lussureggiante, di trame sonore e linguistiche, pensata per trascendere i limiti della lingua e comunicare in modo diretto, libero e senza ostacoli". Imperniato su voce, elettronica, buzuk e altri strumenti del compositore/produttore Radwan Ghazi Moumneh (Matana Roberts, Suuns, BIG|BRAVE) e completato dal lavoro analogico su pellicole 16mm e diapositive 35mm del filmmaker Charles-André Coderre, il progetto JIMH continua ad ampliare l'orizzonte del suo profondo coinvolgimento, sia concettuale che estetico, con le tradizioni arabe e mediorientali. Daqa’iq Tudaiq significa letteralmente "minuti che disturbano/opprimono/molestano" e consta di due lati distinti e separati. Il lato uno è la realizzazione di un vecchio sogno di Moumneh: registrare una versione orchestrale moderna del classico Egiziano "Ya Garat Al Wadi” del leggendario compositore Mohammad Abdel Wahab. JIMH ha assemblato un'orchestra di 15 elementi a Beirut, affidando al celebrato musicista/compositore egiziano-canadese Sam Shalabi (Land Of Kush) l'arrangiamento e la direzione delle sessioni di registrazione. Centrato sul ritmo dichiaratamente ipnotico di strumenti pizzicati e percussivi (riq, santur, debakeh, kanun) il brano si sviluppa con movimenti ampi, ricchi e riverberati, attraverso virtuosistici cambi di scala (i Magam orientali). La voce melismatica e la sensibilità da produttore elettronico di Moumneh rendono omaggio alle registrazioni storiche del genere, spingendoli, sottilmente e rispettosamente, verso nuovi territori di distorsione sonora e artificio rumoristico. Il titolo originale della canzone (con il testo scritto nel 1928 dal poeta Ahmad Shawqi) sta per "Oh vicino della valle" ma JIMH ha scelto un altro passaggio del testo originale come nuovo titolo della sua re-interpretazione orchestrale-elettronica. Nella poesia di Shawqi.“Wa Ta'atalat Loughat Al Kalam” (“Il linguaggio del discorso si è rotto”) è un'espressione di amore silenzioso e comunicazione trascendente tra gli occhi di due amanti; JIMH reintitola la canzone in questo modo, arricchendo il sentimento di maggiore complessità, tragicità e senso socio-politico e anticipando così la rottura formale ed estetica che introduce nel brano stesso. L'amore ai tempi della politica e la politica in un mondo che cospira contro l'amore e la specificità dell'esperienza diasporica araba nel nostro brutale XXI secolo. Il lato due comprende quattro tracce di materiale "solista" di Moumneh, che spinge oltre il lavoro di rottura e scomposizione/ricomposizione della tradizione verso territori avanguardistici: voce, buzuk ed elettronica prendono la scena in un flusso di canzoni emotive ed evocative, tra cui lo strumentale percussivo con tanto di loop “Bein Ithnein” (“Tra Due” ) e la traccia vocale processata, sorprendentemente straniante, di "Thahab, Mish Roujou', Thahab” (“L'atto di partire. Non tornare. Partire”). Charles-André Coderre, la cui innovativa tecnica su pellicola 16mm fornisce l'intera identità visiva di JIMH, ha confezionato l'artwork del disco attingendo alle foto d'archivio della Arab Image Foundation, rifotografate e sottoposte a trattamenti chimici sperimentali di sua stessa invenzione. Daqa’iq Tudaiq è una dichiarazione artistica imponente e magnetica e conferma Jerusalem In My Heart come uno dei più impegnati e lungimiranti progetti attivi oggi nel mondo dell'avanguardia musicale mediorientale. CENNI BIOGRAFICI Jerusalem In My Heart (JIMH) è un progetto/laboratorio audiovisivo nato nel 2005, il cui nucleo fisso è il produttore e musicista Radwan Ghazi Moumneh. Di nazionalità libanese, Moumneh ha speso gran parte della sua vita adulta in Canada ed è una figura di riferimento per la comunità musicale indipendente di Montréal, dapprima come chitarrista in numerose band degli anni '90 e poi, negli ultimi dieci anni e più, per l'infaticabile attività come ingegnere del suono e produttore presso il celebre studio Hotel2Tango. Degni di menzione gli interventi di Moumneh nel ruolo di ingegnere del suono per Matana Roberts (i tre capitoli della saga Coin Coin), Mashrou’ Leila, Ought, Eric Chenaux (con il quale ha anche realizzato un album collaborativo per Grapefruit Records Club) e Suuns (il disco JIMH & Suuns, uscito per Secretly Canadian nella primavera 2015, rimane ad oggi una delle realizzazioni più originali e intriganti di questi anni), Moumneh è ancora molto attivo nella scena musicale sperimentale di Beirut e in generale del Libano, dove tuttora spende ogni anno lunghi periodi. RASSEGNA STAMPA "Tensione e lirismo, l’inquietudine del caos e la bellezza di un rito e di un ricordo, si incontrano nella musica di Radwan Ghazi Moumneh – metà audio dei JIMH, insieme a quella video che corrisponde al nome di Charles-André Coderre. Profeta di quello che chiama “cannibalismo culturale”, lontano dagli stereotipi della musica etnica e capace di portare l’elettronica e i field recordings dentro brani che parlano di esiliati politici, che suonano strumenti della tradizione araba e hanno la forma di una preghiera laica" Chiara Colli (Mucchio Selvaggio, Zero) "il progetto dei Jerusalem In My Heart si traduce in un’esaltante esperienza mistica, in cui la realtà delle immagini e l’ascesi sonora creano una sintesi inedita e ricca di sfaccettature" Ondarock |
LIVE:
27/07/19 Pisa @ Caracol 28/07/19 Ortigia @ Ortigia Sound System 21/11/18 Torino @ Cinema Massimo 23/11/18 Verona @ Arci Kroen 24/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival 25/11/18 Terlizzi (Ba) @ MAT laboratorio urbano 27/11/18 Avellino @ Cripta del Duomo 29/11/18 Roma @ Spin Time Labs 30/11/18 Milano @ Ex Cinema Aramis 22/10/17 Genova @ Altrove - Teatro della Maddalena 23/10/17 Arezzo @ Karemaski 24/10/17 Roma @ Monk 25/10/17 Napoli @ Chiesa S. Maria della Misericordiella ai Vergini 26/10/17 Bologna @ Locomotiv Club 01.11.16 Padova @ Ex Cinema 03.11.16 Perugia @ Degustazioni Musicali Cinema Zenith 04.11.16 Roma @ Monk Club Roma Europa Festival 05.11.16 Bari @ Cinema Teatro Royal (Time Zones Festival) 08.11.16 Arezzo @ Karemaski 09.11.16 Milano @ Santeria Social Club 09/02/16 Milano @ Sacrestia
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ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:16:50 |
Ghost Horse & Kill The Vultures
[(Usa/Ita)]
Commissionato e prodotto dal Südtirol Jazzfestival Alto Adige, il concerto è una collaborazione speciale tra il duo di hip-hop sperimentale Kill the Vultures, da Minneapolis, e il sestetto Ghost Horse, nome di punta del nuovo jazz underground italiano. Il super gruppo esplorerà i brani di “Carnelian”, ultimo disco del duo americano, e darà loro nuova linfa: le storie surreali e meticce dell’mc Crescent Moon, declamate sugli oscuri beat hip-hop/avantgarde del producer Anatomy, si arricchiranno, in questo contesto, del vibrante e visionario contributo strumentale del sestetto nostrano. Kill the Vultures I Kill The Vultures nascono quando l'mc Crescent Moon e il producer Anatomy, desiderosi di esplorare nuove frontiere sonore, cominciano a mescolare jazz, punk e ritmi tribali a poesia beat e rap. Già con l'omonimo disco d'esordio (datato 2005), ottengono notevoli riscontri tra i fan dell’hip-hop più sperimentale e gli addetti ai lavori: salon.com lo definisce “il miglior album di underground hip-hop dell’anno” e riviste come Blow Up, Rolling Stone France e Les Inrocks gli dedicano copertine e articoli. Da quel momento hanno consolidato il loro status di gruppo di culto, abilissimi nel saldare un flow lirico e solenne (fatto di rime cupamente allegoriche) su un corpo sonoro ricercato e prismatico, comprendente orchestrazioni chiaroscurali, campionamenti di old jazz e scorie industriali. Hanno all'attivo quattro lp, un ep e numerosi tour europei. "Come tutti i grandi, i Kill The Vultures assomigliano solo a se stessi, confermandosi come una delle cose migliori accadute alla musica tutta degli ultimi dieci anni." Antonio Ciarletta, Ondarock https://www.youtube.com/watch?v=z1YXMYSXLUo Ghost Horse A partire da un ricco humus di poliritmie latine e africane, Ghost Horse tesse un ecosistema oscuro e misterioso che digerisce, scompone e ricombina elementi di free jazz, hip hop, blues e loop music. Il risultato è affascinante ma velatamente minaccioso, qualcosa che pulsa e respira con le forze viscerali della natura che riprende possesso di strutture abbandonate. Nel 2019 è uscito "Trojan", il disco d'esordio, segnalato da Musica Jazz, Sentire Ascoltare, The New York City Jazz Record e molti altri come una delle migliori uscite dell’anno. “Tra sciabolate di suono e figurazioni insistite, circolari, persino ossessive la band avanza compatta e determinata...musiche dirompenti e futuribili, destinate a non passare inosservate.”- Piercarlo Poggio, Blow Up "Fiati scurissimi, chitarre fuori traiettoria, lente minacce che si sviluppano in groove a combustione lenta... personalità' solidissima." - Alessandro Besselva Averame, Rumore https://www.youtube.com/watch?v=CO7H48SMgS8 Crescent Moon - mc Anatomy - beats Dan Kinzelman - woodwinds Filippo Vignato - trombone Glauco Benedetti - tuba Gabrio Baldacci - baritone guitar Joe Rehmer - bass Stefano Tamborrino – drums
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LIVE:
tour in collaborazione con Tourbilion 4/7/21 Colfiorito (Pg) @ SYNTHONIA 5/7/21 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana-Bi
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ultimo aggiornamento: 18/02/2022 17:53:47 |
EVAN LURIE
[Usa]
Originario di Minneapolis e fondatore nel 1979, col fratello John, dei seminali Lounge Lizards, band che univa punk rock, no wave e jazz (o "finto jazz" come ironicamente si diceva di loro all'epoca) e ha annoverato nelle sue fila Arto Lindsay, Steve Piccolo e Marc Ribot, Evan Lurie è anche squisito talento pianistico ed eccellente compositore. Sue le colonne sonore di film come "Piccolo Diavolo" e "Johnny Stecchino" e gli arrangiamenti de "Il ballo di S. Vito" di Vinicio Capossela, a riprova di una forte vicinanza con l'Italia e di un'abilità tutt'altro che comune a misurarsi con la cultura popolare; suoi certi memorabili lavori per piano chitarra e bandoneon, capaci di gettare ponti infiniti tra sonorità cameristiche e tradizioni apparentemente distanti. Ne ascoltate alcuni saggi nei brani linkati sotto. Oggi Evan Lurie vive a New York e compone musica per film e programmi TV tra cui la serie animata e musicale (per bambini) "The Backyardigans". Le sue apparizioni live sono rare e preziose. ALBUMS Chochin (Absor) - 2001 How I Spent My Vacation (Tzadik)– 1998 Selling Water by the Side of the River (Antilles) – 1990 Pieces for Bandoneon (Crepuscule) – 1989 Happy? Here? Now? (crepuscule) – 1985 COLONNE SONORE Jack Goes Boating Interview – 2007 Face Addict – 2005 documentary Lonesome Jim – 2005 The Backyardigans – 2004 TV series The Whole Shebang – 2001 Oswald – 2001 TV series Fear of Fiction – 2000 Lisa Picard is Famous – 2000 Happy Accidents – 2000 Joe Gould's Secret – 2000 Side Streets – 1998 O.K. Garage – 1998 Homo Heights – 1998 Office Killer – 1997 Trees Lounge – 1996, by Steve Buscemi Phinehas – 1996 short Layin' Low – 1996 The Salesman and Other Adventures – 1995 short The Monster – 1994, by Roberto Benigni The Night We Never Met – 1993 Under Cover of Darkness – 1992 Johnny Stecchino – 1991, by Roberto Benigni The Kill-Off – 1989 Kizu – 1988 Il piccolo diavolo – 1988, by Roberto Benigni Chôchin – 1987 The Kitchen Presents Two Moon July – 1986 documentary Subway Riders – 1981 |
LIVE:
02/11/19 Bari @ Time Zones Festival 03/11 Vittoria (Rg) @ Sala delle Capriate 07/11/19 Catania @ Zò, "Partiture" 19/05/16 Roma @ Auditorium * 20/05/16 Terni @ Caffé Bugatti, Degustazioni Musicali Umbria * 21/05/16 Milano @ Piano City * * tour in collaborazione con Ponderosa 10/07/14 Ravenna @ Ravenna Festival (con Sacri Cuori) 14/07/14 Avellino @ Oltre il giardino 06/09/13 Faenza (Ra) @ Museo Zauli, Strade Blu07/09/13 Mantova @ Arci VIrgilio, Festival della Letteratura 08/09/13 Milano @ Cox 18 12/09/13 Vasto (Ch) @ Teatro Rossetti (con Sacri Cuori) 13/09/13 Napoli @ Riot Studio 14/09/13 Reggio Emilia @ Spazio Icarus
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ultimo aggiornamento: 15/01/2020 17:00:16 |
[Ita / Specula Records]
Teho Teardo ha inventato il suono della nouvelle vague cinematografica italiana scrivendo colonne sonore per registi come Paolo Sorrentino (Il Divo, L'Amico di Famiglia), Andrea Molaioli (La Ragazza del Lago, Il Gioiellino), Daniele Vicari (Diaz, La nave Dolce, Il Passato è una Terra Straniera), e stabilendo un rapporto unico tra musica ed immagini. Bio allegata Su Le Retour à la raison. Musique pour trois film de Man Ray" "Le retour à la raison" consiste nelle musiche originali composte da Teho Teardo per i film di Man Ray Le retour à la raison, L'étoile de mer e Emak Bakia Nato come spettacolo dal vivo, commissionato a Teardo da Villa Manin in occasione della mostra "Intorno a Man Ray" (dicembre 2014), il progetto ha poi avuto uno sviluppo discografico uscendo su Specula Records nel settembre 2015. Dal vivo Teardo (chitarre ed elettronica) è accompagnato da Ambra Chiara Michelangeli alla viola ed Elena De Stabile al violino,, mentre sullo schermo scorrono le immagini dei suggestivi film d’arte creati dal pittore, fotografo e regista statunitense, esponente del Dadaismo, morto nel 1976 a Parigi. Il concerto prevede, nel finale, la partecipazione di una vera e propria orchestra di chitarristi/bassisti che eseguirà in un crescendo dal forte impatto emotivo una composizione in C# minore: "L'ètoile de mer (Marcia funebre del 1900)". Il confronto a distanza tra Teardo e Man Ray si è trasformato anche in una “lettera aperta” che il compositore italiano ha voluto indirizzare all’artista statunitense: "Caro Man Ray - scrive Teho - la colonna sonora non combacia con l'idea di cinema dell'Uomo Raggio. Meglio un altro tipo di avvicinamento ai tuoi film, cercando appuntamenti di natura emotiva, fino quasi ad allinearsi con quel mondo, ma senza commentarlo, senza imitarlo, evitando di ribadire quanto già detto nella pellicola. In fondo è quanto ho perseguito in questi anni nel mio rapporto con il cinema". Teho Teardo - chitarra, elettronica, campane, voce Elena De Stabile – violino Ambra Chiara Michelangeli - viola + ensemble di chitarristi/bassisti Questo il video ufficiale de "L'étoile de mer" (che dal vivo è il brano che chiude la performance) “Le retour à la raison” (1923) Primo film di Man Ray, è un cortometraggio di circa tre minuti, proiettato per la prima volta presso il teatro Michel di Parigi il 6 luglio del 1923 durante gli eventi pomeridiani di “Cœur à Barbe”. Man Ray utilizza in questo film la tecnica della “rayografia”, che prende il nome proprio dall’artista, che consiste nell'esporre oggetti a contatto con del materiale sensibile, come ad esempio la carta fotografica. In “Le retour à la raison” si vedono scorrere sullo schermo degli oggetti di uso comune come molle e chiodi mostrati attraverso giochi di luci ed ombre, e il nudo di Kiki de Montparnasse, musa-modella in molte sue opere, spesso presente anche nei lavori di altri dadaisti e surrealisti. “Le retour à la raison” fu elaborato in una sola notte, incollando in modo casuale alcuni spezzoni di pellicola e aggiungendo successivamente delle riprese, girate per prolungare la proiezione. L'idea era quella di assecondare lo spirito giocoso e dissacratorio degli artisti Dada, fatto di improvvisazione, assemblaggio e immaginazione. “L'étoile de mer” (1928) Il titolo allude a una stella marina che rappresenta probabilmente l'idea di una bellezza ideale paragonata alla perfezione della donna. Con questo film Man Ray crea un cinema di puro lirismo, composto esclusivamente da immagini. Le didascalie contengono spesso giochi di parole, in pieno stile dadaista. La storia è vista in tutti i momenti fondamentali attraverso un vetro smerigliato che non fa mai vedere con chiarezza allo spettatore cosa accade, frustrando il suo desiderio di conoscenza e portandolo a capire come la comprensione sia spesso al di là delle nostre possibilità. “Emak Bakia” (1926) Oltre alla rayografia in questo film l’artista utilizza le tecniche dell’esposizione multipla e dell’effetto flou. “Emak Bakia” è un susseguirsi di forme geometriche, volti e immagini accostati casualmente in quanto considerati oggetti completamente indipendenti. Man Ray definì questo film un “cinepoema”. Su Music for Wilder Mann La musica di Teardo attrae e si lascia attrarre liberamente da altre forme dʼarte, delineando, in “Music for Wilder Mann”, una nuova relazione tra gli strumenti della tradizione e lʼelettronica. Forte dellʼapporto dato, e che continua a dare, al cinema ed al teatro con le colonne sonore, il compositore Teho Teardo si accosta ad un altro tipo di immagini: le fotografie di Charles Fréger contenute nel libro "Wilder Mann, la figura dellʼUomo Selvaggio". Sprofondare nella commozione e misurarne con il suono i riflessi che lascia in noi, questo è Music For Wilder Mann. Le apparizioni dei Wilder Mann, i mostri fotografati da Charles Fréger nel libro omonimo che è già divenuto un classico, generano un turbamento che la musica di Teho Teardo ci restituisce in termini sonori. Paura e spavento inducono ad una strana forma di attrazione per questi esseri futuribili ma provenienti dalla notte dei tempi, vestiti di pellicce e con denti d'animale, sormontati da corna o palchi di cervo per trasformarsi in orsi, cinghiali, mostri e diavoli con lo scopo di terrorizzarci. La collaborazione tra il compositore ed il fotografo francese è incentrata sulla ricerca musicale e fotografica della figura dellʼuomo selvaggio, angelo o demone, personificazione dei nostri desideri o difetti. Una necessità che scava nelle nostre più profonde aspirazioni e palpitazioni, uomini che anelano al primitivo, ad istinti arcaici forse mai del tutto assopiti, nonostante l'era moderna della tecnologia, delle troppe parole da leggere e troppe immagini da guardare, nellʼassedio dei dati a cui siamo sottoposti. Una perlustrazione antropologica che documenta il bisogno di selvaticità che è in noi. Fotografie che turbano e che rappresentano qualcosa di remoto, di ancestrale, lontano dal nostro tempo ma pur sempre riconoscibile. Nessuna nostalgia per il passato, qui: i Wilder Mann, gli antenati futuribili, diventano folk pagano, lʼelettronica e gli archi non si preoccupano del passaggio temporale che dalla notte dei tempi ci restituisce il presente. La musica chiede libertà di essere ciò che vuole in ogni luogo, è un reportage emozionale dallʼaltrove, una rimanenza atavica che riverbera tra sintetizzatori ed archi. Il concerto di Music for Wilder Mann è un evento speciale presentato ora per la prima volta nella forma in cui venne originalmente concepito lʼintero album: due violoncelli ed una viola e gli strumenti elettronici di Teho a cercare un rapporto con un altro tipo di immagini, le straordinarie fotografie di Charles Fréger. Ad ogni brano corrisponde una fotografia, altissima, verticale e minacciosa, una personificazione dei nostri timori, un totem i cui significati variano costantemente in base al nostro sguardo. In un momento del concerto si materializzeranno trenta percussionisti che suoneranno dei piatti e gong e spingeranno tutte le frequenze del suono in cielo. Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Laura Bisceglia, Giovanna Famulari - violoncello Ambra Chiara Michelangeli - viola |
LIVE:
Teho Teardo in Music for Wilder Mann Teho Teardo - chitarra baritona, autoharp, electronics Laura Bisceglia, Giovanna Famulari - violoncello Ambra Chiara Michelangeli - viola 10/07/19 Bagnacavallo (Ra) @ Chiostro S. Francesco, "Terrena" 05/04/19 Breno (Bs) @ OltreConfine 23/01/19 Firenze @ Spazio Alfieri 24/01/19 Roma @ Angelo Mai 25/01/19 Mestre (Ve) @ Argo 16 26/01/19 Carpi (Mo) @ Mattatoio 27/01/19 Milano @ Santeria Social Club 23/08/18 Calitri (Av) @ Sponz 25/08/18 Musica in Villa, Friuli 27/10/18 Torino @ Museo del Cinema 12/04/14 Sangemini (Tr) @ Suoni in Chiostro* 16/05/14 Forlì @ Ipercorpo* 19/06/14 Milano @ Ex O.P. Paolo Pini "Da vicino nessuno è normale"* 06/09/14 Terracina (Lt) @ Tracce* 09/02/14 Pisa @ Lumière* 21/02/14 Catania @ Zo* 22/02/14 San Vito di Leguzzano (Vi) @ Csc* 23/02/14 Verona @ Chiesa di Santa Maria in Chiavica* 14/11/13 Ferrara @ Zuni, "Collateral" (+ Julia Kent)* 06/12/13 Avellino @ Ex Asilo, "Chiedi Asilo"* 07/12/13 Venezia @ Teatro Fondamenta Nuove* 08/12/13 Agliana (Pt) @ Teatro Il Moderno* 21/09/13 Treviso @ Auditorium Stefanini* 21/06/13 Isola Maggiore (Pg) @ Music for Sunset*22/06/13 Chiesa della Pace di Trarivi di Montescudo (Rn) @ Malafesta* * Teho Teardo: chitarra baritona, autoharp, elettronica Martina Bertoni: violoncello .................................... Teho Teardo in concerto Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Laura Bisceglia - violoncello 14/09/19 Pontedera (Pi) @ Villa Crastan 13/09/19 Loreto (An) @ Reasonanz 20/07/19 Gavorrano (Gr) @ Cava Ravi Marchi 06/04/19 Montecosaro (Mc) @ Teatro delle Logge 15/02/19 Napoli @ Chiesa S. Caterina da Siena, Retronuevo VI 14/02/19 Catania @ Zo 26/10/18 Gorizia @ Invisible Cities 24/10/18 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 29/09/18 Cagliari @ Parallel Coast 09/08/18 Carpi (Mo) @ Coccobello 08/08/18 Finale Ligure (Sv) @ Teche Festival 15/12/17 Pisa @ Cantiere S. Bernardo 14/12/17 Torino @ sPAZIO 211 07/10/17 Faenza @ Clandestino 30/07/17 Monte Cucco (Pg), "Suoni Controvento" 18/08/17 Piacenza, Concorto Festival 14/07/17 Cotignola (Ra) "Nell'arena delle balle di paglia" 14/11/15 Roma @ Accademia Americana 26/04/15 Marostica (Vi) @ Panic Jazz Club 25/04/15 Roma @ Handmades Festival 30/12/14 Udine @ Kobo Shop ore 18.30 28/12/14 Modica (Rg) @ Cineteatro Aurora, "Churches" .................................... Teho Teardo in concerto Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Elena De Stabile - violino Ambra Chiara Michelangeli - viola 07/08/20 Rocca Calascio (AQ) @ Paesaggi Sonori 03/10/20 Rovigo @ Festival Tensioni .................................... Teho Teardo in "Le retour à la raison. Musique pour trois film de Man Ray" Teho Teardo - chitarra baritona, electronics Elena De Stabile - violino Ambra Chiara Michelangeli - viola 08/08/20 Sesto al Reghena (Pn) @ Sexto Unplugged 04/10/20 Novara @ Nu Fest 2020 12/09/19 Forlì @ Auditorium San Giacomo / Strade Blu Festival 11/08/19 Taranto @ Cinzella Festival 12/08/18 Fano (PU) @ Rocca Malatestiana 11/08/18 Terlizzi (Ba) @ Chiù Festival 07/07/17 San Gimignano (Si) @ Festival Orizzonti Verticali 17/12/16 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "Voices and Borders" 14/12/16 Cotignola (Ra) @ Teatro Binario 03/09/16 Ascoli Piceno @ Auditorium Montevecchi 28/05/16 Bellaria (Rn) @ Bellaria Film Festival 07/02/16 Milano @ Santeria Social Club 31/10/15 Ancona @ Cinematica 26/09/15 Matera @ Notte Bianca 18/09/15 Avellino @ Teatro Gesualdo, Laceno d'Oro 11/09/15 Pisa @ Metarock 27/08/15 Pontenure (PC) @ Concorto Film Festival 22/05/15 Foligno (Pg) @ Young Jazz Festival 29/04/15 Padova @ Cinema Excelsior "Innesti Urbani" 24/02/15 Perugia @ PostModernissimo 07/02/15 Roma @ Maxxi 06/02/15 Torino @ Museo del Cinema 6-7/12/14 Passariano (Ud) @ Villa Manin, "Intorno a Man Ray" .................................... Palazzo Grassi, Venezia, 21-22 aprile 2017 21/04/17 Foyer Teatrino Palazzo Graddi "Sea Change" 22/04/17 Teatrino Palazzo Grassi "Phantasmagorica" (di Teho Teardo e MP5, con la partecipazione straordinaria di Abel Ferrara) |
ultimo aggiornamento: 18/02/2022 17:57:48 |
[Usa / Kranky]
Inizialmente parallelo al percorso della band d'origine, Pan•American è il progetto solista di Mark Nelson, mente, chitarra e voce dei seminali Labradford. Nato nel 1997 e improntato alla ricerca di una nuova commistione tra ambient, dub e minimalismo, il percorso di Nelson ha gradualmente deviato verso placidi territori ambient-acustici di stampo cinematico, finendo per far assumere a Pan American, con le sue accuratissime elaborazioni sonore, il ruolo di ideale continuazione dell'esperienza dei Labradford. Una delle colonne portanti del suono Kranky e più in generale del post-rock ambientale. Le sue esibizioni dal vivo sono rare e preziose. Nel tour dii novembre 2021 presenterà i brani dell'utlimo disco "A Son", e materiale inedito dal disco di prossima uscita (inizio 2022) su Kranky "Tra post rock e minimal techno, un "cantautore" originalissimo, riservato e lontano dal mondo e dai trend" (Blow Up) http://www.ondarock.it/elettro Discografia Pan American (Kranky, 1998) 360 Business / 360 Bypass (Kranky, 2000) The River Made No Sound (Kranky, 2002) Quiet City (Kranky, 2004) For Waiting, For Chasing (Mosz, 2006) White Bird Release (Kranky, 2009) Cloud Room, Glass Room (Kranky, 2013) A Son (Kranky, 2019) |
LIVE:
19/11/21 Cornuda (Tv) @ Tipoteca Italiana 20/11/21 Firenze @ Sala Vanni 22/11/21 Genova @ La Claque 24/11/21 Ravenna @ Transmissions Festival TOUR ANNULLATO CAUSA CORONAVIRUS. NUOVE DATE IN LAVORAZIONE A MARZO 2021 16/11/18 Milano, Fondazione Feltrinelli 17/11/18 Riccione (RN), Spazio Tondelli 18/11/18 Roma. Monk 20/11/18 Perugia, Teatro di Figura (w/ Carla Bozulich) 17/03/12 Napoli @ Riot Studio, "A Casa" 22/03/12 Roma @ Chiesa Evangelica Metodista, C(h)orde
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ultimo aggiornamento: 16/03/2022 12:33:38 |
[Ita / Clean Feed, Non sempre nuoce]
Antonio Raia: sassofoni e chalumeau Renato Fiorito: elettronica Raia | Fiorito In un continuo gioco di rimandi tra timbri acustici ed elettronici, il suono si fa luogo di contemplazione e sfida la complessa realtà in cui siamo immersi. È questa la "missione" del duo Raia|Fiorito, che si esibiranno in un set fatto di sonorità provenienti da città invisibili e paesaggi intimi, un viaggio sonico da vivere anche con e attraverso il corpo, un respiro profondo da fare per concedersi una pausa dalla frenesia che ci circonda. Dopo anni di costante collaborazione Antonio Raia e Renato Fiorito aggiungono un nuovo importante tassello al loro percorso, con la pubblicazione in autunno del prossimo lavoro discografico, Thin Reactions, del quale presenteranno alcuni brani. BIO Hanno collaborato con Chris Corsano, Bob Ostertag, Alvin Curran e i guastatori mediali di famigerata fama cyop&kaf, per citarne solo alcuni. Da parecchi anni operano insieme in una lunga serie di concerti, performances, curatele di pubblicazioni, colonne sonore per il cinema e azioni sonore che hanno portato in giro per tutta l’Europa. Antonio Raia è un compositore, improvvisatore e sassofonista. Ama i rapporti tra musica e altre arti e preferisce non essere etichettato in un genere specifico. Dal 2013 è impegnato in attività free-form, concerti e performance artistiche per oltre 500 concerti in tutta Europa tra festival, musei d'arte contemporanea e club. Il suo primo album Asylum, di cui Fiorito ha curato la fonica, è stato prodotto dall'importante etichetta portoghese Clean Feed Records. Renato Fiorito è un compositore, sound artist e fonico. La sua estetica è il frutto di un sottile equilibrio tra suoni roboanti e ritmiche irregolari; utilizza registrazioni di suoni naturali come materiale principale per la creazione di ambienti sonori immersivi. Sue composizioni sono utilizzate per performances di danza contemporanea, installazioni interattive e colonne sonore per film e documentari. Pillole stampa Su Thin Reactions (Non sempre nuoce) "Raia and Fiorito’s engaging sonic apparitions are a refuge to ride out the storm" Foxy Digitalis “Un sodalizio che in "Thin Reaction" decolla con classe sopraffina, sorvolando praterie e vulcani” OndaRock “Ascoltare Thin Reactions è come camminare ai confini del mondo per un’esperienza intima e viscerale” Kalporz Blow Up, rece boxata, cfr. allegato Su Asylum (Clean Feed Records) "postfree per sassofono sudista" (Blow Up, tra i dischi del mese di novembre 2019 cfr. qui) "his phrasing is controlled and beautiful. When his libnes dissolve into saliva-soaked hisses, it's not so much extended technique as a reduction of technique to its foundation: wind through metal", Phil Freeman, The Wire, march 2019 "In epoca di sovrabbondanza di segni, la parsimonia espressiva di Raia è una strategia che torna tutta a favore dello strumentista [...] emergono dettagli, emotività, attenzione allo spazio. Disco molto bello" (Enrico Bettinello, Il Giornale della Musica) "Asylum è una sorta di incrocio tra la grande scuola melodica italiana, il jazz di stampo più free di scuola americana e le evoluzioni fiatistiche di un Colin Stetson trapiantato nel Golfo di Napoli, sentire la violenta “The Lights Inside Scream”. Il risultato finale è affascinante.... Complimenti" New Noise Ascolti Artemisia, un brano potente ed evocativo che fa parte delle neonate edizioni wakeupandream La versione live di Living fire on heart, tratto da Asylum (video di cyop&kaf) Estratto dalla performance In Nera Luce, realizzata al Pio Monte della Misericordia di Napoli e ispirata alle Sette Opere della Misericordia del Caravaggio (live report in allegato). |
LIVE:
Raia|Fiorito 30/10/22 Roma @ Auditorium Parco della Musica - Fauves! 14/04/22 Napoli @ Auditorium Novecento 24/7/21 Panicale (PG) @ Effetto 48 (concerto all'alba) 28/7/21 Roma @ Mattatoio 10/9/21 Pisa @ Caracol 11/9/21 Bologna @ Serre Giardini Margherita, "Resilienze" 16/9/21 Palermo @ Main Off / Sponde Sonore 23/10/21 Roma @ Parco Archeologico Appia Antica, Su:ggestiva 05/11/21 Torino @ Padiglione 3, Torino Espoizioni ("Tum x The Others") 04/09/20 Bassano del Grappa (Vi) @ Opera Estate Festival 07/02/20 Napoli @ Pio Monte della Misericordia - "In Nera Luce" 26/10/19 Bari @ Time Zones Festival, AncheCinema (opening for Colin Stetson) 21/06/19 Rovereto (Tn) @ Osvaldo Festival 12/05/19 Meldola (FC) @ Area Sismica (Raia Fiorito) 24/05/19 Bucarest @ Green Hours Jazz Fest 26/05/19 Torino @ Jazz Is Dead (Raia Fiorito) Raia/Fiorito/Cyop&Kaf 11/07/22 Napoli @ Doppio Sogno - Villa Pignatelli 15/11/19 Napoli @ Scugnizzo Liberato 06/07/19 Milano @ Fondazione Feltrinelli "Voices and Borders" 14/04/19 Ancona @ Cinematica Festival, Mole Vanvitelliana |
ultimo aggiornamento: 13/03/2023 00:23:40 |
[(Ch,Fr / Bongo Joe)]
ORCHESTRE TOUT PUISSANT MARCEL DUCHAMP https://otpmd.bandcamp.com/album/were-ok-but-were-lost-anyway Take Away Show (La Blogotheque, regia di Vincent Moon) So Many Things To Feel Guilty About (La Blogotheque, regia di Vincent Moon) Nata a Ginevra nel 2006 su impulso del contrabbassista Vincent Bertholet, l'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp è inizialmente un sestetto ("un gruppo rock con marimba" lo definisce Bertholet) il cui nome omaggia le orchestre africane (che spesso, un pò pomposamente, si autodefiniscono onnipotenti) e l'arte dada, mettendo subito in chiaro il proprio intento (est)etico: fondere spirito terzomondista ed ecologista ed una programmatica ritrosia a schemi, convenzioni ed etichette di genere. E' nel 2016, in occasione dei dieci anni del progetto, che arriva la decisione di allargare la band al formato XXL. Nel corso del tempo la line-up si stabilizza a 12 elementi: doppia sezione ritmica, contrabbasso, due marimba, due violoncelli, violino, fiati, chitarre. Tutti cantano. L'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp ha all'attivo cinque album in studio, di cui penultimo e terzultimo prodotti da John Parish (PJ Harvey). Il loro ultimo disco "We're ok but we're lost anyway" (uscito ancora per la svizzera Bongo Joe Records) è stato accolto da una vera e propria ovazione della critica (4° posto della classifica 2021 di Blow Up, nei top 50 di Rumore e al 6° posto dei dischi world per Il Giornale della Musica) e compare nelle liste personali di decine di addetti ai lavori (si veda qui e qui ad es.), menzionato anche da Gilles Petterson come una delle cose migliori uscite lo scorso anno. Nelle descrizioni gli elogi e i riferimenti si sprecano: The Ex, Stereolab, fanfare di New Orleans, orchestre poliritmiche africane, minimalismo e spiritual jazz. Ma è dal vivo che questo collettivo, elastico e inafferrabile, cattura e avvince, sfodera una creatività senza pari e fa gridare al miracolo, soprattutto in tempi asfittici e soffocanti come questi: ritmiche irresistibili, brani dall'incedere circolare che crescono in un tripudio di armonie, timbri e colori, testi graffianti, surreali e poetici, un melting pot sonoro che con precisione inesorabile fa muovere, emozionare e pensare, in un colpo solo! "questo è uno di quei dischi che, anche in un anno asfittico com’è questo 2021, fanno venire voglia di riporre ancora speranze nella musica. Fuori dai talent, lontano dai riflettori, in un pertugio a volte apparentemente difficile da raggiungere ma c’è, esiste e basta solo cercarla" (Stefano Pifferi su Sentire Ascoltare) "una mistura spiazzante e imprevedibile dove nulla corrisponderà mai a quello che vi aspettereste dietro l'angolo: invece di un assolo una polifonia afro, invece di un'esplosione rock una sequenza di marimba, invece di un crescendo una digressione recitata. Eppure tutto ha senso esattamente così [...]. Irrinunciabile" (8/10, Stefano Isidoro Bianchi, Blow Up) |
LIVE:
02/02/23 Torino @ Spazio211 03/02/23 Milano @ Spazio Teatro 89 04/02/23 Venezia @ Set Up Festival 06/02/23 Genova @ La Claque 07/02/23 Pisa @ Lumière 08/02/23 Cesena @ Big Barré 09/02/23 Foligno @ Spazio Zut 10/02/23 Bologna @ Locomotiv 02/06/22 Bologna @ Teatro San Leonardo - Angelica Festival 02/06/22 Fano (PU) @ Rocca Malatestiana 03/06/22 Terlizzi (BA) @ MAT, Experimenta Festival 04/06/22 Procida (Na) @ Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 - "Echi delle distanze" 12/06/22 Novara @ Novara Jazz Festival 22/07/21 Cotignola (Ra) @ Nell'Arena delle Balle di Paglia 23/07/21 Panicale (PG) @ Effetto 48 Festival |
ultimo aggiornamento: 03/01/2024 11:41:17 |
[Ita / Maple Death Records, Float Records, Die Schachtel]
Batterista, compositore e musicista sperimentale italiano di base a Berlino, Andrea Belfi ha costruito negli anni un linguaggio sonoro estremamente personale, facendo interagire un essenziale set di batteria con un altrettanto minimale set elettronico e miscelando così la complessità timbrica dei suoni acustici con le infinite possibilità offerte dai supporti digitali. In questi anni Belfi si è guadagnato un'importante reputazione internazionale per le sue performance dal vivo, tanto energiche quanto ipnotiche ed immersive. Nel 2019 è stato invitato da Thom Yorke ad aprire i concerti del Tomorrow Modern Boxes tour in Europa e Nord America. Ha collaborato, in studio e sul palco, con artisti del calibro di Nils Frahm, Mouse on Mars, Jóhann Jóhannsson, Mike Watt, Circuit des Yeux e David Grubbs. Ha suonato alla Philharmonie de Paris, Montreux Jazz Festival, The Greek Theater (Los Angeles), Unsound Festival (Cracovia), Barbican Center (Londra), Issue Project Room (New York), CTM Festival (Berlino), Fondazione Prada (Milano). I suoi ultimi dischi, l’LP Ore (per la londinese Float Records) e l’EP Strata, hanno consolidato il suo percorso artistico e catturato nuovi fan, tra cui influenti critici e addetti ai lavori come Mary Anne Hobbs, Gilles Petterson e Sasha Frere-Jones. A marzo 2023 è uscito (su Maple Death Records) il nuovo album, intitolato Eternally Frozen: una serie di composizioni per ensemble di ottoni, percussioni ed elettronica. Un ulteriore passo in avanti per Belfi, che in questo caso riveste il ruolo di compositore. “a cult drama from Italy…“ Gilles Peterson, BBC6 Music "an inspired and beautifully realised exploration" - Wire Magazine "You have no concept of just how much a lone kettle drum can blow your mind." - Mary Anne Hobbs for The Guardian "Ore" in streaming su The Wire: https://www.thewire.co.uk/audio/tracks/listen-to-ore-by-andrea-belfi "electronic swirls that blur the edges" - Electronic Sound Magazine Top 5 albums of 2017 selected by Mary Anne Hobbs Top album of 2017 selected by Gilles Peterson 2017 Records of the year by Deluxe Magazine http://www.impattosonoro.it/2017/08/08/recensioni/andrea-belfi-ore/ http://www.rockol.it/recensioni-musicali/album/7321/andrea-belfi-ore https://www.thenewnoise.it/andrea-belfi-ore/ video:
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LIVE:
Eternally Frozen (con Hillary Jeffery al trombone) 24/05/23 Bologna @ Angelica Festival 30/09/23 Firenze @ Fabbrica Europa solo set 19/08/23 Teatro del Grano c/o Pollinaria (PE) @ Paesaggi Sonori 02/02/23 Roma @ Monk 04/02/23 Venezia @ Set Up Festival 22/7/22 Verona @ Forte San Briccio 12/8/22 Villanovafranca (Ca)@ Neo Stone Jazz 18/8/22 Piedicavallo (Ao) @ Pietre Festival 20/8/22 Milo (Ct) @ Opera Festival 15/9/22 Terni @ Umbria Jazz Weekend 16/9/22 L'Aquila @ Performative 02 12/11/21 Mestre @ Argo 16 13/11/21 Foligno (PG) @ Spazio Zut, Umbria Factory Festival 24/11/21 Ravenna @ Transmissions Festival 05/11/20 Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi @ Roma Europa Festival concerto in live streaming (causa emergenza covid), link qui 01/12/19 Torino @ OGR Public Program, "Concerto in mostra" 31/05/19 Forlì @ Ipercorpo 14/06/19 Milano @ Fondazione Prada c/o "I Want To Like You But I Find It Difficult" ................. Andrea Belfi opening for Thom Yorke's ‘Tomorrow's Modern Boxes’ tour 02/07 Palladium Cologne DE 03/07 Jahrhunderthalle Frankfurt, DE 04/07 Montreux Jazz Festival, Montreux, CH 07/07 festival Days Off, FR 08/07 festival Days Off, Paris, FR 16/07 Collisioni Festival Barolo, IT 17/07 Villa Manin Codroipo, IT 18/07 Ferrara Sotto Le Stelle Festival Ferrara, IT 20/07 Umbria Jazz ®, Perugia, IT 21/07 Cavea, Rome, IT September 2019 26th – Laval, Quebec – Place Bell 27th – Toronto – Scotiabank Arena 28th – Pittsburgh – Stage AE 30th – Columbus – Express Live! October 2019 6th – Atlanta – Fox Theatre 9th – New Orleans – Mahalia Jackson Theatre for the Performing Arts 18th – Berkeley – Greek Theatre 20th – Seattle – Paramount Theatre 21st – Vancouver – Orpheum 22nd – Portland – The Arlene Schnitzer Concert Hall 25th – Santa Barbara – Santa Barbara Bowl 26th – Las Vegas – The Chelsea at the Cosmopolitan 29th – Los Angeles – Greek Theatre 30th - Los Angeles — Greek Theatre ....................... solo set 14/12/18 Bologna, Teatro San Leonardo, "Ombre Lunghe Festival" 22/11/18 Milano @ Linecheck Festival 21/10/18 Bari @ Teatro Palazzo, Time Zones Festival 21/09/18 Fontanafredda (Pn) @ Astro Club, FORMAFree Music Impulse #9 15/09/18 Roma @ Monk 14/09/18 Terracina (Lt) @ Tracce 02/06/18 Milano @ Zuma 27/05/18 Torino @ Jazz Is Dead (in duo con Francesco Donadello) 21/04/18 Catania @ Zo, "Partiture" 20/04/18 Salerno @ Teatro del Giullare 19/04/18 Perugia @ Auditorium di Santa Cecilia, "Sacred Noise" |
ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:55:45 |
[SI / Tak:til, Glitterbeat]
Una delle band più chiacchierate e acclamate del momento... Iztok Koren, Samo Kutin e Ana Kravanj suonano un folk "immaginario" e "proveniente da un universo parallelo" come amano dire loro stessi; o un "folk che sembra folk ma non lo è", come ha scritto qualcun altro. D'altronde è già detto tutto nel loro nome: in sloveno širom significa "andare lontano" e "dappertutto" e questa ampiezza semantica rende bene l'idea di una musica in movimento, capace di cogliere e intrecciare modi e influenze eterogenee, riportando la molteplicità a sintesi. Nel repertorio del trio trova espressione un corpo sonoro vastissimo che non solo attinge alla tradizione (viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon) ma si avvale anche di oggetti autocostruiti. A dispetto di tale ricchezza strumentale, il sound rimane minimalista e ha un che di sciamanico, muovendosi nella dialettica tra oscurità e luce, mistero e rivelazione. Le loro performance sono magnetiche e coinvolgono gli ascoltatori in un'esperienza rituale, potente e immersiva. "The liquified throne of simplicity" (uscito nel 2022 per Tak:til / Glitterbeat) è 3° disco dell'anno per Blow Up e top 50 del 2022 per Rumore ed è finito in tantissime playlist di addetti ai lavori. Un estratto del loro live al recente Le Guess Who?, da tutti considerato uno degli highlights del festival video: https://youtu.be/KrCMy1leIdc press: |
LIVE:
14/02/24 Torino @ Evolving Soundscapes x MAO (Museo Arte Orientale) 15/02/24 Foligno (Pg) @ ZUT! 16/02/24 Firenze @ Sala Vanni 10/04/24 Bologna @ Locomotiv 12/04/24 Piacenza @ Auditorium Santa Margherita 13/04/24 Pesaro @ Chiesa Annunziata 14/04/24 Belluno @ Hangar 11 01/10/23 Milano @ Teatro Spazio 99 "Due Giorni" 22/07/23 Gardone Val Trompia (BS) @ Ground Festival 23/07/23 Firenzuola (Fi) @ Dei Suoni i Passi 8/5/23 Napoli @ Sala Assoli ("EPIFONIE") 10/5/23 Avellino @ Cripta del Duomo 11/5/23 Pisa @ Caracol 12/5/23 Mestre @ Argo16 5/04/23 Offagna (An) @ Chiesa del Sacramento ("Klang")
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:15:22 |
[Usa / Mobilization / Gusstaff Records]
Thom Fuhrmann (voce, basso, chitarra) e Ethan Port (oil drum, voce e seconda chitarra) sono membri originari (a partire dal secondo album) dei Savage Republic, band di punta di quella scena che la critica ebbe a definire "trance californiana": una miscela ruvida, istintiva e, appunto, selvaggia di psichedelia, punk-wave, surf, soundtrack morriconiana ed esotismi mediorientali. A completare la line-up c'è il bravissimo Kerrey Dowling al basso e (da oltre 15 anni) Alan Waddington alla batteria (solo vedere la sua energica leggerezza dietro le pelli vale il prezzo del biglietto). Savage Republic è un progetto dalla forte carica politica, noto per i suoi live incendiari, con tanto di taniche d'olio percosse con bacchette metalliche. Meteora, il loro nuovo album uscito da poco su Gustaff Records, segue il 10" 1938/Siam registrato negli Electrical Audio da Steve Albini e conferma i nostri in ottima forma. https://savagerepublic.bandcamp.com/ Per approfondire la conoscenza della "trance californiana" e dei Savage Republic si consiglia la lettura di questi due articoli di Federico Guglielmi: https://lultimathule.wordpress.com/2013/07/19/savage-republic/ https://www.ondarock.it/speciali/trancecaliforniana.htm
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LIVE:
11/01/23 Bologna @ Freak Out Club
12/01/23 Roma @ Wishlist
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ultimo aggiornamento: 16/05/2023 13:35:39 |
[Usa / Ipecac]
Nuovo disco ("Precipice", Ipecac Recordings, release date 29 aprile 2022) e tour europeo a maggio per i dälek, che da oltre vent'anni portano avanti, senza passi falsi e cedimenti, un sound cupo e corrosivo, che unisce rap/hip-hop e punk/noise e fa da base a rime rabbiose e taglienti.
Dälek is Will Brooks (aka MC Dälek) Mike Manteca (aka Mike Mare) Selected Discography Negro, Necro, Nekros (1998) From Filthy Tongue of Gods and Griots (2002) Absence (2005) Abandoned Language (2007) Gutter Tactics (2009) Asphalt For Eden (2016) Endangered Philosophies (2017) Precipice (2022) Monografia su Ondarock su "Precipice": Whether one considers the booming, echoed-out Oberhiem DMX drum beats that helped Run DMC’s “Sucker Mcs'' usher in a new paradigm in Hip Hop or Public Enemy transforming Robert McCollough’s high-pitched sax squeal into a siren call for a new take on the politics of Black power, rap music has long employed noise as a weapon of rebellion. A renegade sound born from an outlaw culture, rap music has both historically and contemporarily pushed against established notions of musical acceptability. This sonic rebellion shows up in the form of absurdly loud 808s, speech elevated to the center of a vocal performance or samples that are mangled and obscured beyond any possible recognition of their original source material. Coupled with it’s broad rejection of conventional social norms, the sound of rap music itself is unextractable from its political stance. It is the music of the oppressed. A music where the fight for liberation plays out within the beats and rhymes itself. For Union City, NJ-based duo, Dälek, this stance has taken the form of a brutal sonic temperament that pushes rap music’s capacity for noise and protest to some exhilarating conclusions. For their latest album, Precipice, Dälek unleashes a work that is practically bristling with fury and power. Stretched over 10 tracks, the production is among the heaviest in the group’s catalog with its dense, violent beats often giving way to gorgeous waves of texture and ambience. The album opens like the sounding of an alarm with “Lest We Forget”, a brief but captivating ambient piece pulsing within a thick coat of distortion. Initiated before the outbreak of COVID-19, the group briefly put Precipice on hold before returning to inject a newer, more dynamic energy into the album’s songs. The result is a timely work, that is teaming with immediacy. “Precipice was a completely different record pre-pandemic.” MC Dälek explains. “We had been working on the sketch of what the album was going to be at the end of 2019. I think me and (Mike) Manteca had narrowed it down to 17 joints out of the 46 or so that we had started with. Me and Joshua Booth had taken the 17 and really fleshed out the joints. The idea was to bounce them back to Mike and then arrange and write lyrics. 2020 obviously had different plans for everybody. We basically put everything on hold. I ended up doing the MEDITATIONS series that year on my own. I think the catharsis of that project, it’s rawness, the pandemic, all the death, the social upheaval, everything that went down… when I went back and listened to what we had down… it just wasn’t right anymore, it wasn’t strong enough, it wasn’t heavy enough, it wasn’t angry enough. It just didn’t say what I needed it to say.” “Boycott” comes out swinging with it’s rugged, head nodding drum break. MC Dälek projects directly from the eye of the storm, his words taking a harrowing account of what could be the end of days. By the time the drums drop out and the noise swells around him, MC Dälek spits “I been tried telling you…society’s been failing you!”, delivering the line with breathtaking gravity. For “Incite”, Dälek stokes the polemical fire with a damning indictment of capitalism, the State and the whole damn system at large “Genocide! With a catchier name. Perhaps building empires has all been in vain.” With cuts like the softly meditative “Devotion (when I cry the wind disappears)”, the brickyard boom-bap of “Decimation (Dis Nation)” and “A Heretic's Inheritance” (feat. Adam Jones of Tool on guitar), the album is as wide-ranging musically as it is philosophically potent and its sound is the result of experimental and intentional collaboration. “I can’t explain it. It gets to a point where joints just come together like they supposed to. It’s my favorite part about making music. “A Heretic’s Inheritance” for example: Me and Adam Jones have been wanting to work together for a while but schedules are always hectic. We had the track pretty much done but listening to the droning riff, I thought ‘Damn Adam’s guitars would be dope’. I just sent him a loop of the drums, bass, and main guitar. That brother locked himself in his studio for 48 hours straight and came back with a pro tools session with a GRIP of ideas on guitar and synth. So many variations. We ended up doing a new arrangement with basically a guitar and synth solo and then incorporated some of those sounds throughout the verses. I just love how it sounds inherently like Adam but in OUR world!” Once again, Dälek have tapped into the heartbeat of the day and used that energy to create a vital statement about the world we live in. Continuing in the long tradition of revolutionary Hip Hop, Precipice builds new cadences born out of tumultuous times. |
LIVE:
28/5/22 Verona @ Colorificio Kroen
29/5/22 Torino @ Jazz Is Dead - Mutazione
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ultimo aggiornamento: 22/10/2022 12:58:35 |
[Corbel Stone, Sustain, Tompkins Square, Type]
Richard Skelton is a British artist, writer and composer. His work often evolves from sustained immersion in specific environments and wide-ranging research incorporating toponymy and language, archaeology and geology, folklore and myth. Between 2005 and 2011 he ran Sustain-Release, a private press dedicated to publishing his own landscape-oriented recordings and art editions. Since 2009 he has been co-director of the multi-media publishing house Corbel Stone Press, with the Canadian poet Autumn Richardson. Between 2013 and 2022 they curated the influential journal of eco-poetics and esoteric literature, Reliquiae. He is also founding member of the Notional Research Group for Cultural Artefacts, and director of the Centre for Alterity Studies. Richard holds a PhD from Manchester Metropolitan University’s Centre for Place Writing. His doctoral research examines the relationships between humans and non-humans in Late-Upper Palaeolithic Britain. He is particularly keen to work collaboratively with researchers in other disciplines, especially archaeology, anthropology and geology approfondimenti: |
LIVE:
22/04/24 Milano @ Auditorium San Fedele - Inner Spaces
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:15:42 |
[UK / Penny Fiddle Records]
La musica di Mikey Kenney è stata descritta dal Bearded Magazine come "un omaggio tanto forte quanto delicato alla terra e ai cuori dell'umanità. Una volta ascoltata, non la dimenticherete più". Mikey Kenney è un violinista e cantastorie di Liverpool immerso nella tradizione musicale inglese e irlandese. Costantemente in viaggio e impegnato in numerose collaborazioni, Mikey è membro fisso dell'acclamata Band of Burns (che celebra la figura del poeta nazionale scozzese Robert Burns) e suona assiduamente nella band di Vinicio Capossela. Il suo nuovo disco solista, The Reverie Road, accompagna l'ascoltatore in un viaggio sognante e intrigante, che calma la sua anima affaticata e la trasporta in un altro luogo e in un altro tempo. Ispirato dalla sua città natale e dai suoi luoghi, dalla sua esperienza di viaggio e lavoro in Italia, dalla musica tradizionale per violino, dalla poesia e dal richiamo di terre lontane, l'album è una riuscitissima espressione di artigianato musicale all'insegna della melodia e della rima. "Un enorme talento che vale la pena di vedere e ascoltare" FRoots Magazine Il disco su Bandcamp: https://ottersgear.bandcamp.com/album/the-reverie-road Il video di "Montagna di menta" https://www.youtube.com/watch?v=f7rgO5urE0g live: https://www.youtube.com/watch?v=0VfARpa8hn8 https://www.youtube.com/watch?v=EPvNQLSm_qo&fbclid=IwAR1bkeMkUtoHtmUipjoLfqEShd3h_5OwHxIAf0CIDHoolvS_eJVaE7ApouM Press kit in inglese + foto. http://bit.ly/MikeyKenney_RR_EPK |
LIVE:
25/05/19 Vicenza @ Festival Biblico
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ultimo aggiornamento: 15/07/2019 18:18:12 |
[Bongo Joe Records]
Yalla Miku è un calderone multiculturale in cui ribolle l’essenza di Cyril Cyril, di Hyperculte e di un trio di musicisti magrebini e del corno d’Africa: Anouar Baouna, Samuel Ades e Ali Bouchaki. È un progetto nato qualche anno fa da una “carte blanche” alla “Cave12” di Ginevra e che ha preso vita grazie a una residenza offerta dal Palp Festival. Il loro disco d'esordio, uscito il 31 marzo, è una bomba musicale colorata, ipnotica, electro, post-punk e krautrock. Contiene 7 canzoni piene di tradizione e modernità, di storie di migrazione, di vita, di amori e di quartieri lasciati alle spalle. Ecco un articolo su Radio France; presentazione alla Radio Svizzera Italiana, ecco la preview Simone Aubert: Synthétiseurs, Guitare, Voix Anouar Baouna: Guembri, Karkabou, Loutar, Voix Cyril Bondi: Batterie, Voix Samuel Ades: Krar, Voix Vincent Bertholet: Basse Electrique, Voix Ali Boushaki: Darbouka, Bendir, Voix Cyril Yeterian: Banjo, Guitare Electrique, Voix Yalla Miku’s frenetic and uplifting debut album is a genre twister, with musicians from North and East Africa coming together with various musical alchemists from Geneva’s burgeoning and experimentally minded, global music scene. It’s a thrilling mix of Moroccan gnawa, haunting guembri melodies and krar riffs with shoots of house and electronica and krautrock grooves and ultimately a testament to the community led, punk approach that many creatives from the Bongo Joe Record label, and beyond, adhere to. |
LIVE:
02/06/24 Cigole (Bs) @ A Forest Festival 04/06/24 Marina di Ravenna @ Beaches Brew 20/07/24 Parco dell'Isonzo, Fiumicello (Ud) @ Aeson Festival 15/07/23 Vado Ligure (SV) @ Riviera Jazz & Blues Festival
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:14:52 |
[(Usa)]
Amyra (fka Amy León)
Nata a New York, ad Harlem, per anni residente a Brooklyn ed ora a Londra, Amyra (fka Amy León) è musicista, poetessa ed educatrice. Allieva del Nuyorican Slam Team, ha saputo concentrare e fondere musica e poesia attraverso performance brucianti, coraggiose e intime, concentrandosi sul tema delle ineguaglianze sociali tra bianchi e neri, sulla celebrazione dell’amore e sulla difficoltà dell’essere donna. Autrice di due raccolte di poesie, The water under the bridge e Mouth Full of Concrete si è esibita negli Usa e in UK collaborando con BBC, Roundhouse e Amnesty International. A metà marzo debutta a Londra la sua pièce teatrale (tra musica, danza e teatro) dal titolo "Vaseline". Il nuovo singolo, Sound of Drowning, tratto dall'imminente album "Witness" Due pezzi dall'album precedente, Something Melanchoily Altri video: "La voce di Amy León irrompe attraverso i limiti della competenza tecnica come i raggi del sole attraversano una finestra; le sue parole sono forti, personali e illuminanti" – Huffington Post "C’è stato anche quel momento in cui una straordinaria cantante e compositrice di nome Amy León (che ha cantato “Ballad of Hollis Brown” di Bob Dylan) ha chiesto al pubblico di inspirare ed espirare, inspirare ed espirare, e infine di urlare più forte che poteva. Molti bei suoni sono stati emessi quella notte, ma quell’urlo collettivo riassumeva meglio l’esperienza" – The New York Times Amyra: musica e poesia, intervista da inscenagiornale.it La musica è poesia? Musica e poesia esistono nello stesso universo per me. Prima ero un poeta e il mio amore per il linguaggio mi ha portato naturalmente all’amore per la musica. La lingua è incredibilmente melodica e influenza costantemente la vibrazione unificante dell’esperienza umana. Quando scrivo le mie canzoni, mi concentro fortemente sui testi e faccio sempre del mio meglio per assicurarmi che ciò che intendo sia ciò in cui credo e ciò in cui credo sia ciò che dico. La sua è una musica nera al femminile, un messaggio potente? Le donne nere sono ancora in fondo alla gerarchia universale. Siamo costantemente disumanizzati, sovradimensionati, sfruttati e dimenticati. La mia missione è quella di amplificare le nostre narrazioni e chiedere il rispetto per l’essere umano che sono e per la comunità mondiale di donne nere che stanno affrontando anche circostanze tumultuose. Quindi credo che il messaggio sia potente, è santo, è l’inizio e la fine di tutte le cose. Quando le donne nere saranno finalmente trattate con il rispetto che meritano, non ho dubbi che il mondo sarà un posto migliore. Quali le sue principali influenze musicali? Sono spesso ispirata dai suoni della natura: acqua, vento, uccelli, ecc. Trascorro molto tempo fuori, nell'ascolto della terra. Sono anche molto ispirata da Nina Simone, Sarah Vaughan, Debussy e James Blake. E quali le principali influenze politiche e sociali? Le mie opinioni politiche e sociali sono influenzate dalle comunità per le quali combatto. Donne nere, bambini neri, uomini neri. Ci sono molti movimenti importanti in tutto il mondo per garantire la sicurezza delle nostre comunità. Sono fortemente influenzata da Angela Davis, Nikki Giovanni, Marielle Franco, Frida Kahlo, Toni Morrison e Maya Angelou, la cui arte mi ha insegnato che posso usare la mia creatività come forma di attivismo. Essere anche educatrice oggi, cosa significa? Il mio lavoro di educatrice è fortemente basato sull’autoespressione. Insegno ai 6-65 anni come sentirsi a proprio agio nei loro corpi nella loro lingua nelle loro comunità. Un modo molto aperto di affrontare la creatività, ma il mio obiettivo è creare uno spazio in cui le persone siano sicure e non censurate nella loro espressione. Oggi le persone credono di essere piccole e incapaci: stimolare la loro fiducia in sé stessi è il primo passo verso un’educazione di successo e un cambiamento duraturo. C’è così tanto potere nell’individuo ed è il mio obiettivo ricordare a tutti i miei studenti e colleghi che contano. |
ultimo aggiornamento: 07/05/2019 12:18:59 |
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Mini tour italiano per il fantastico trio Le Cri du Caire, recentemente protagonista di uno tra i più applauditi concerti al Le Guess Who? di Utrecht (cfr. sotto recensione di Luca Collepiccolo su Blow Up) ed il cui omonimo disco d'esordio ha vinto la categoria World Music del prestigioso 'Victoires du Jazz', oltre a fare capolino in alcune playlist di fine anno di addetti ai lavori. Le Cri du Caire è: Abdullah Miniawy, voice, writer and poet Peter Corser, sax Karsten Hochapfel, cello "A rich metaphorical universe transcending identities and borders" Ascoltate la struggente Pearls For Orphans live in studio a VPRO (Utrecht, novembre 2023) "Quello dell’egiziano Abdullah Miniawy è un canto che deve molto allo stile sufi, in certi momenti in brani come Balaya o Splendid Tales si esibisce in un virtuosismo che dà le vertigini e ricorda, con le dovute proporzioni, il qawwali di Nusrat Fateh Ali Khan ma anche l’accorata drammaticità della canzone classica araba di Oum Khaltoum. Le Cri du Caire è un canto alla libertà o, meglio, un grido di dolore per la mancanza di libertà " Ignazio Gulotta, TomTomRock "Molto più accorata l’uscita del combo egiziano Le Cri Du Caire, tra sound poetry, folklore politicizzato e squarci di libera improvvisazione, con violoncello e sax a segnare nuove tangenti creative, anche loro immersi nei magici chiaroscuri di un’altra chiesa storica: Jacobkierk" (Luca Collepiccolo, Blow Up) "LE CRI DU CAIRE INVITE LES CONSCIENCES À S’ÉVEILLER AU TRAVERS D’UN CHANT INSPIRÉ DU SOUFISME" Libération "LE CRI DU CAIRE EST UN CHOC, LA RENCONTRE D’UN CHANT HYPNOTIQUE ET LANCINANT, INCANTATOIRE, QUASI MYSTIQUE (…)" Rolling Stone Francia Singer, writer, poet, and expressionist Abdullah Miniawy became, in the wake of the revolution, an artistic emblem for Egypt’s agitated youth. As a writer, his lyrics have left a mark in the Middle East region, notably during the Arab Spring, where they were displayed in places like the Yarmouk camp in Syria. Alongside Peter Corser on the saxophone and Karsten Hochapfel on the cello, he is sure to grip audiences as the complete band. Their self-titled debut, released in January, serves as a sample of what can be achieved on the stage. Le Cri du Caire won the ‘Album de Musiques du Monde’ award at the Victoires du Jazz for their debut album. The virtuoso Sufi chant, whispered or shouted over a carpet of hypnotic loops, leads the listener into a trance-like mystical journey. Spirituality and freedom come together in the same desire for invention and sharing, to carry the hopes of peoples whose voices have been muzzled in the face of political, social and religious oppression. |
LIVE:
23/05/24 Avellino @ Ex Cinema Eliseo
24/05/24 Montefalco (Pg) @ Museo San Francesco UFO 24 25/05/24 Torino @ Jazz Is Dead
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:16:11 |
[Ita / Santeria, L'amor mio non muore]
Fresco di collaborazione con (e co-produzione di alcuni brani del nuovo disco di) Vinicio Capossela, torna in pista Don Antonio (Gramentieri), uno dei migliori musicisti italiani in circolazione, con una formazione a tre che ripercorre il suo ricco repertorio strumentale e le tante facce di una musica libera e sempre sul confine. DON ANTONIO & Trio Grande Don Antonio è uno degli artisti più eclettici e internazionali del Belpaese. Prima con Sacri Cuori e poi a suo nome ha suonato nei principali festival e club fra Stati Uniti, Inghilterra, Australia, Europa, Scandinavia e Balcani. Ha portato i suoi brani dal vivo al Tiny Desk di NPR, alla BBC1 a Londra, alla CBS a New York, alla radio e televisione nazionale svedese, australiana, olandese. Ha prodotto dischi e suonato in tour mondiali con Alejandro Escovedo, Dan Stuart, Hugo Race, Richard Buckner, Terry Lee Hale. Ha diviso palcoscenici e registrazioni con Marc Ribot, David Hidalgo, Jim Keltner, James Chance, John Parish, JD Foster, Wayne Kramer, James Williamson, Howe Gelb, John Convertino. In Italia con Vinicio Capossela, Nada, Pan del Diavolo, Giulio Casale e molti altri. Ha composto e suonato le musiche della docuserie-evento Netflix Wanna, ha realizzato colonne sonore per il cinema (Zoran il mio Nipote Scemo, Upwelling) e per la televisione. Un suo brano e' stato scelto da Volkswagen per la pubblicità della Passat in Svezia e Finlandia. Trio Grande e' un ritorno alla musica strumentale: un trio aperto ricomposto ogni volta intorno a un'idea di collettivo minimo, una stanza dalle pareti semoventi, con cui Don Antonio reinventa ogni sera un repertorio che va dai suoi dischi solisti, a Sacri Cuori, toccando tutti i punti cardinali di un suo immaginario personalissimo che va dalla soundtrack, al blues, alla cumbia e ai folklori apolidi, fino alla musica contemporanea e all'improvvisazione. Per riaffermare il ruolo di una musica viva, in perenne evoluzione, in perenne rischio, anche nell'era dei concerti con le basi, degli influencer con lo strumento in mano, delle zaganelle generazionali. I musicisti coinvolti nel collettivo Trio Grande sono Enrico Mao Bocchini e Diego Sapignoli alle batterie, Denis Mitchell e Gianni Perinelli a basso, elettronica e sassofoni. In occasioni particolari il Trio Grande si presenta anche con tutti gli elementi sul palco, contemporaneamente. |
LIVE:
Don Antonio w/ Trio Grande 23/11/23 Faenza (Ra) @ Clandestino 24/11/23 Firenze @ Circolo Progresso 25/11/23 Parma @ Barezzi Festival 27/04/23 Terni @ FAT Art Club 28/04/23 Vitulazio (Ce) @ Mr.Rolly's 05/05/23 Rimini @ Hobos 06/05/23 Parma @ Borgo Santa Brigida 21/06/23 San Miniato (PI) / San Rocco (w/Trio Grande, ore 20) 25/06/23 Pian di Sco' / Macelleria Buccianti (concerto pomeridiano) 28/06/23 Marina di Ravenna / Peter Pan (concerto e chiacchierata con Luigi Bertaccini) 02/07/23 San Leo (RN) San Leo Festival 20/07/23 Montefabbri di Vallefoglia (PU) @ Fiesta Globàl LUGLIO 2021 1 Bologna @ Frida nel Parco, Parco della Montagnola * 7 Firenze @ Villa Strozzi * https://www.facebook.com/events/228069385591391 8 Faenza @ MIC (Accordi / Presentazione libro) ^^ 10 Cesena @ Magazzino Parallelo * 11 Loro Piceno (Mc) @ Borgofuturo Festival * 22 Faenza @ Strade Blu - Piazza della Molinella ** presentazione ufficiale La Bella Stagione. 23 Vicopisano (PI) @ Musicastrada Festival https://www.facebook.com/events/1882288335284609/ 24 Savona @ Raindogs 25 Casalbuttano (Cr) @ La Cossa AGOSTO 2021 3 Rimini @ Hobos * 4 Firenze @ Oltrarno Libro Aperto, Piazza del Carmine ^^ 7 Brisighella @ Anfiteatro Spada - Nuove Consonanze *** 8 Forli' @ Rocca delle Caminate - Concerto al tramonto *** 20 TBC Barga @ Barga Jazz - Nuove Consonanze *** 22 Grotta Marana (RA) Don Antonio & Giacomo Toni $$ "Stagioni di Ferro" 26 Trento @ Teatro Capovolto w/"Nuove Consonanze. Viaggio ai confini di Morricone" *** http://www.centrosantachiara.it/.../don-antonio-the-graces 28 Pieve di Cento @ Adelante SETTEMBRE 2021 4 Staranzano (Go) @ La Staccionata * 5 Padova @ Il Chiosco * 18 Terni @ Umbria Jazz *
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ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:58:32 |
[Francia / Hot Wave Music]
Portron Portron Lopez (Hot Wave Music / FRA) caribbean psychedelic garage rock Il loro nome ci era stato fatto dai comuni amici dell'Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, e già questo sarebbe bastato... Poi l'ascolto ha confermato le aspettative: i francesi Portron Portron Lopez hanno talento e creatività da vendere, mischiano un free rock à la Captain Beefheart, spigoloso ma al contempo sbarazzino, ai ritmi della musica africana tra l’afrobeat di Fela Kuti e la psichedelia di Mdou Moctar. Il loro concerto è elettrizzante, vertiginoso, vivo. Le chitarre dei due fratelli Portron si rincorrono "come due macchine da corsa che cercano di superarsi in curva su una strada di montagna" (!), mentre il drumming (selvaggio) di Olivier Kelchtermansof tiene il ritmo imperterrito. Qualcuno lo ha definito "rock da trampolino". Siete pronti a tuffarvi nel loro suono? Più sotto info e link sul loro primo album, uscito nel 2022 sull'etichetta Hot Wave Music Publishing dei Metronomy. . Negli scorsi mesi si sono messi al lavoro per il seguito, registrando in quell'incredibile laboratorio creativo che è il Total Refreshment Centre di Londra (Alabaster De Plume, The Comet is Coming etc) con la produzione di Kristian Craig Robinson (Alabaster Deplume, Rozi Plain, Thurston Moore) Siamo sicuri che ne sentiremo e ne vedremo delle belle... Ice Cream Soufi (clicca qui per ascoltare) "rock da trampolino" / un frullato di garage, rock beeheartiano, trance, afro-beat ed elettronica Strange in a positive way, fantastic, pretty, pleasant : curious shapes and distorted forms - something unique that simultaneously invokes in an audience a feeling of privileged status as well as sympathetic blush. It’s a powerful magnet grabbing everybody’s attention. Incisive chords, surreal blues, beautiful people. SMILES. Notes trying to strike a balance between art-and-precision conceptual melodies away from traditional structures. French coutryside-born rock has yet to make music history and Portron Portron Lopez can be the ones doing it. The group anointed themselves the successors of AC/DC. It’s not a bad idea in itself; the Aussies have seen better days. The trio is not from the other side of the world and they have yet to fill stadiums. What they do have is the audacity of youth and solid musical talent that stirs up a crowd. People aren’t headbanging in the way AC/DC’s boogie blues elicit that vertical reaction. Instead, Portron Portron Lopez’s music prompts the horizontal moves of shaking hips. What else can happen with the frenzied tempo of afrobeat topped with some insane rock and wild drumming? Two of the three musicians are guitarists driving the music like two race cars up a mountain road trying to overtake one another, even on bends. The records of this self-proclaimed “power trio of Carribean psychedelic garage rock” sound like every speed possible on a low-visibility drive along a cliffside. The afrobeat is filled with instrumental post-rock and noise music. Overall, it is an invitation to dance and laugh from these Captain Beefheart Fans. “Ice Cream Soufi” is the name of their last album; the titles of each track sum up the offbeat nature of this whole thing. Between ‘Comment Vas Tu Rossignol’ and ‘Tayau' lies a whole world of choppy tambourines and fret buzz galore born out of the trio’s symbiosis. They only take things seriously with their music as a whole. Their sound is solid but not rigid, exceptional but not boastful and their prowess with their instruments shines in every piece. The guitar sounds can paint the picture of a cutter-shredded masterpiece just as skillfully as the serene landscape of sunset over French countryside. A new album was recorded in June 2023 in Total Refreshment Center, London UK, by Kristian Craig Robinson (Alabaster Deplume, Rozi Plain, Thurston Moore). It will be full of surprises, and the band carefully prepares new songs from it to be played live. |
LIVE:
06/10/23 Savona @ Raindogs 07/10/23 Parma @ Borgo Santa Brigida 5a 08/10/23 Avellino @ Avionica 11/10/23 Napoli @ Auditorium Novecento 12/10/23 Faenza (Ra) @ Clandestino 29/3/22 Bari @ Ex Caserma Liberata 30/3/22 Napoli @ Auditorium Novecento 31/3/22 Terni @ Fat Art Club 1/4/22 Genova @ Giardini Luzzati |
ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:56:47 |
Stefano Pilia & Paolo Spaccamonti
Stefano Pilia & Paolo Spaccamonti - L'uomo con la macchina da presa. Sonorizzazione del capolavoro sovietico del 1929 diretto da Dziga Vertov. L'uomo con la macchina da presa diretto dal regista sovietico Dziga Vertov è il monumento del cinema costruttivista sovietico, un vorticoso mosaico sull'utopia dell'uomo-macchina. Nonostante la sua indiscussa reputazione, questo classico del cinema muto non è mai stato mostrato con la musica che lo stesso Vertov aveva immaginato per il film, e che fu eseguita soltanto alla sua prima uscita. I musicisti Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti, dopo l'esperienza con C'era una volta di C.T. Dreyer e più di recente con il capolavoro Greed di Erich von Stroheim (entrambi prodotti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino) si incontrano nuovamente sul palco, questa volta in duo, per dare voce e suono ad una delle ultime espressioni dell'avanguardia cinematografica sovietica. STEFANO PILIA: chitarra elettrica, elettronica - PAOLO SPACCAMONTI: chitarra elettrica I due musicisti sonorizzano il film seduti vicini l’uno all’ altro, rivolti centralmente verso lo schermo di proiezione ed all’impianto di diffusione della sala- come due spettatori in primissima fila. Concettualmente saranno dunque al cinema come il resto del pubblico. l’impianto di sala diventa così il “loro” strumento. "Non era facile riuscire a dare nuova linfa e un nuovo vestito ad un film del genere ma il duo Spaccamonti-Pilia c'è riuscito." GLI SBANDATI "Un’iniziativa unica e complessa che si impegna a condurre le nuove generazioni verso un’estetica moderna, oltre che ad infondere nuova linfa ad un classico dell'avanguardia sovietica. Affascinante ed imperdibile." NPC MAGAZINE Stefano Pilia è un chitarrista e compositore elettroacustico nato a Genova. Il suo lavoro prende corpo a partire dalla pratica esecutiva strumentale e attorno ai processi di registrazione e produzione. Attraverso l’indagine delle proprietà sinestetiche del suono, delle sue relazioni con lo spazio, il tempo e la memoria ha portato avanti una ricerca sempre tesa all'esperienza sonora come possibilità di indagine filosofica e creativa. Oltre alla produzione solista, e’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avantrock. Suona con ZU, con il quartetto psichedelico In Zaire, con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio , nel "Sogno del Marinaio" con il leggendario Mike Watt al basso e Paolo Mongardi alla batteria, e con la chitarrista Alessandra Novaga. Dal 2008 al 2016 è stato parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista della stella del Mali Rokia Traoré e dal 2015 parte degli Afterhours. Ha lavorato frequentemente per la realizzazione del suono (sia live che su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Gianluigi Toccafondo, Angela Bullock, Zimmerfrei, Nico Vascellari, Edoardo Gabbriellini, Homemovies, Wuming, Emidio Clementi ). Ha collaborato con artisti e musicisti come Katia e Marielle Labeque, John Parish, David Tibet, Phill Niblock, Oren Ambarchi, Marina Rosenfeld, Valerio Tricoli, Z'ev, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, Starfuckers, David Maranha, Damo Suzuki, Manuel Mota, Giuseppe Ielasi, Julia Kent e molti altri. Ha pubblicato oltre 40 lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere (Nonesuch, Die-Schachtel, Presto?!, Drag City, Bluechopstick, Hapna, LastVisibleDog, Sedimental, Soleilmoon, 8mm, Black Truffle, ...) https://stefanopilia.bandcamp.com/ Paolo Spaccamonti è un chitarrista e compositore torinese. La sua è una discografia ricchissima, fatta tanto di album in proprio quanto di collaborazioni con eccellenze del panorama musicale italiano e internazionale: Jochen Arbeit degli Einstürzende Neubauten, Stefano Pilia, Roberto “Tax” Farano dei Negazione. Dischi ai quali si aggiungono numerosi lavori per reading, televisione (la produzione RAI I mille giorni di mafia capitale, insieme a Riccardo Sinigallia), teatro (Tpe, Stabile, ERT), cinema (I Cormorani con Ramon Moro, Lo spietato ancora con Riccardo Sinigallia), e varie sonorizzazioni dal vivo di film muti prodotte dal Museo Nazionale del Cinema (Greed, Vampyr, C'era una volta). È da sempre molto attivo anche dal vivo, sia da solo che insieme a colleghi come Ben Chasny, Jim White (Dirty Three), Julia Kent, Damo Suzuki, Emidio Clementi, Enrico Gabrielli e ad artisti e performer come Rezza/Mastrella, Jacopo Benassi, Masbedo, Balletto Civile, Donato Sansone, Valter Malosti, Gup Alcaro. Tra 2021 e 2022 ha composto le musiche per di diversi spettacoli teatrali tra cui Le sedie di Eugène Ionesco e Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, prodotti dal Teatro Stabile di Torino e diretti da Valerio Binasco, e Amen di Valter Malosti, prodotto da ERT e Tpe. http://paolospaccamonti.com/ |
LIVE:
27/10/22 Roma @ Angelo Mai 28/10/22 Salerno @ Linea d'Ombra Festival 10/12/22 Torino Cinema Massimo tba 21/12/22 Firenze PARC_Performing Arts Research Centre - Mixité 01/09/22 Brescia @ Eden 31/08/22 Bergamo @ Bergamo Film Meeting 29/05/22 Fano (PU) @ Fabbrica Urbana 28/05/22 Forlì @ Ipercorpo Festival 26/03/22 Berlino @ Babylon 25/03/22 Cattolica ATER 01/10/21 Ravenna @ Soundscreen Festival 25/09/21 Belluno @ Vertigini Festival 28/08/20 Piacenza @ Concorto 20/08/20 Ancona, Sconcerti, Mole Vanvitelliana |
ultimo aggiornamento: 16/05/2023 23:36:12 |
[Usa / Kranky]
E' davvero difficile rimanere insensibili alla voce e alle trame sonore, leggiadre e misteriose, di Ana Roxanne. Musicista e produttrice californiana di base a New York, figlia di immigrati filippini, Ana si è rivelata all'attenzione degli addetti ai lavori con un ep autoprodotto nel 2017 (ristampato nel 2019 dalla Leaving Records di Matthewdavid) contenente un'astratta versione di "I'm Every Woman" (standard di Ashford & Simpson portato al successo da Chaka Khan) e con il successivo "Because of a Flower", uscito nel 2020 per la cult-label chicagoana Kranky: una vera e propria gemma di ambient-pop ipnotico e meditativo che affronta i temi dell'identità di genere e dell'amore di sé. Nella musica della Roxanne convergono le sue molteplici ispirazioni ed esperienze: quella nel coro di una chiesa cattolica, la formazione al prestigioso Mills College di Oakland, lo studio del taoismo e della tradizione musicale classica hindustani, l'influenza del jazz mistico di Alice Coltrane e quella più prosaica del karaoke su basi r&b di derivazione anni '80 e '90. Ne risulta un ibrido estetico/sonoro fluido e atmosferico, dalla forza estatica e terapeutica.
"The California ambient musician’s debut LP pulls from new age, dream pop, Medieval choral music, and Hindustani singing for a hypnotic and tender meditation on gender, identity, and self-love" Pitchfork "a magical pop-ambient mirrorworld" The Guardian "The radiant slowness of Ana Roxanne" Pitchfork "Lo yin e lo yang di Ana Roxanne" (Alberto Campo, Giornale della Musica) "tra sospirate allucinazioni à la Grouper e il pathos di un'aria d'opera al rallentatore" SentireAscoltare |
LIVE:
19/3/23 Reggio Emilia @ Studio Blanco
21/03/23 Torino @ MAO 22/03/23 Milano @ Combo
23/03/23 Firenze @ Gada 24/03/23 Ravenna @ Bronson 25/03/23 Terni @ Degustazioni Musicali Caos |
ultimo aggiornamento: 05/09/2023 17:12:15 |
Uscito a fine 2022 sulla sempre più sorprendente RVNG Intl, "Comradely Objects" è l'album della consacrazione degli Horse Lords, quartetto avant-rock di Baltimora di cui è difficile essersi persi l'exploit negli ultimi 10 anni. Con un armamentario strumentale composto da doppia batteria, elettronica, chitarra, basso e sax, gli Horse Lords rappresentano l’ultima incarnazione del rock “colto” americano, che trova padrini nel minimalismo di Steve Reich e Terry Riley, nel post-rock 90’s di Tortoise e Trans AM e in un’infinità di altre influenze “giuste”: blues del Mali, poliritmie, Talking Heads, Don Van Vliet, la musica micro-tonale, roba teutonica tra Klaus Dinger, Jaki Liebezeit e Holger Czukay. Il loro live all'ultimo Le Guess Who? ha lasciato di stucco il pubblico che affollava all'inverosimile la sala Pandora del Tivoli ed è stato uno degli highlights del prestigioso festival olandese. Horse Lords return with Comradely Objects, an alloy of erudite influences and approaches given frenetic gravity in pursuit of a united musical and political vision. The band’s fifth album doesn’t document a new utopia, so much as limn a thrilling portrait of revolution underway. On the first single from the beloved quartet’s new album Comradely Objects, Horse Lords cut the ribbon on a new polyrhythmic Internationalist uptown playground to romp unbridled across, as guitarist Owen Gardner’s spidery twang and tremolo-like pulses combine with Salsero / Madchester piano, the sub-y synthesis of Max Eilbacher’s bass playing and a churning keyboard squelch, and Sam Haberman and Andrew Bernstein’s locked-in percussion create a comprehensive, hot-stepping throb and nod. According to the band, "'Mess Mend' is an example of the new compositional directions explored on Comradely Objects — an attempt to make an opportunity out of the impossibility of live performance in 2020. Rather than fully forming the track in rehearsal, “Mess Mend” was built and rebuilt in the process of recording and mixing. Augmented by digital instrumentation,” the patchwork piece references "rave culture’s more egalitarian 'second summer of love,’ and signals an "important rethinking how a Horse Lord’s song is made and what that might sound like.” |
LIVE:
09/09/23 Corato (Ba) @ Secolare Festival 08/03/23 Milano @ Spazio Teatro 89 (support act Julia Reidy) 09/03/23 Foligno (Pg) @ Spazio Zut (support act Julia Reidy) 10/03/23 Ravenna @ Bronson (support act Julia Reidy)
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ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:59:00 |
LEE RANALDO: SOLO ACOUSTIC
[Usa / Mute]
Serata interamente acustica con il leggendario chitarrista, compositore e cantante newyorkese, co-fondatore dei Sonic Youth. Nella prima parte del set Ranaldo presenterà, per la prima volta in Italia, la piece strumentale (in quattro tempi) di"In virus times", pubblicata dalla Mute records in piena pandemia, mentre nella seconda parte spazio alle canzoni: non solo quelle che compongono il suo ormai ampio repertorio solista ma anche gustose e imprevedibili cover che, suonate e cantate da un personaggio dello spessore di Lee, acquistano vita propria. LEE RANALDO (Usa / Mute Records) “It’s not like any of Ranaldo’s other recordings… and casts a very powerful aura” – The Wire Ranaldo explains, “This recording began on an evening in September 2020, stuck at home in lower Manhattan during the dark days of the Covid-19 pandemic as we came out of a deadly summer. A heightened sense of anxiety stemming from the then-upcoming US Presidential elections as well as the virus seemed to pervade all aspects of life, for myself and everyone I knew. Its minimal quality reflects the sense of ‘motionless time’ that many of us felt.” Recorded in his home (studios being closed at that point), he goes on to say, “The casual home ambience – a siren or truck rumbling down the street out the window; someone talking around the table in another part of the loft; water running – intrudes at points. I worked to develop a few simple thematic elements, but mostly I wanted to hear the notes and chords ringing out, hanging in the air for a long time on that evening when the world seemed close to stopping on its axis.” |
ultimo aggiornamento: 15/02/2023 17:39:40 |
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[Usa / Matador]
Chitarrista e songwriter di Brooklyn, Steve Gunn è un musicista in continuo movimento, dedito sia alla rivisitazione della canzone americana che a progetti di natura più sperimentale. Dopo essere stato il fulcro dei Violators di Kurt Vile, Gunn si è costruito una solida e sempre più affermata carriera solista, pubblicando su Paradise of Bachelor e da qualche anno su Matador diversi dischi nei quali (omaggiando figure di riferimento come Michael Chapman e Robbie Basho) si muove con naturalezza tra psych-rock metropolitano, country-folk agreste e soul-pop raffinato. Spicca, tra questi lavori, "Other You" (Matador, 2021), prodotto dal veterano Rob Schnapf (Beck, Elliott Smith, Cass McCombs, Kurt Vile). Numerose anche le collaborazioni di Steve Gunn: da segnalare quella con il pianista David Moore (Bing & Ruth) sfociata nel disco "Let the Moon Be a Planet" (RVNG, 2023), il duo con il percussionista John Truscinski (diversi album su Three Lobed Recordings) e quella con Jim White, (altro batterista e che batterista!) con il quale, affiancato dalla sassofonista Zoh Amba e da Shahzad Ismaily al basso ed elettronica, ha messo su un quartetto che attraversa free rock e lunghe partiture ambientali. Continuamente on the road, Steve Gunn porta sui palchi di mezzo mondo le diverse anime della sua musica, tenute insieme dalla sua chitarra, ora acustica ora elettrica: un repertorio song-oriented, un progetto più sperimentale e astratto in cui sonorizza i cortometraggi di Stan Brakhage e le esplorazioni soniche con i tanti musicisti citati. rassegna stampa "Other You non è il nuovo disco di Steve Gunn, ma è IL disco di Steve Gunn, Ondarock, 8/10 "Ancora una prova maiuscola del cantautore pysch-folk americano...Uno degli album più riusciti di quest'ultimo scorcio di anno" Sentire Ascoltare "ambitious yet effortless" Pitchfork 8/10 ascolti: Steve Gunn is a New York-based guitarist and songwriter. With a career spanning nearly fifteen years, Steve has produced volumes of critically acclaimed solo, duo, and ensemble recordings on labels such as Matador Records, Three Lobed Recordings, Paradise of Bachelors, and RVNG. His albums represent milestones of contemporary guitar-driven material, and forward thinking songwriting. Steve has steadily processed his inspirations into a singular, virtuosic stream. Close listening reveals the influence of blues, folk, ecstatic free jazz, and psych in his continually unfolding output. His most recent record Let the Moon Be a Planet (RVNG Intl.), a collaboration with pianist David Moore of Bing & Ruth, was released in March. A record with John Truscinski and Bill Nace, ‘Glass Band’ (Three Lobed), was released in July ‘23. Steve is currently somewhere working on new music. |
LIVE:
12/04/24 Torino @ Cinema Massimo in "Steve Gunn plays Brakhage" 13/04/24 Savona @ Raindogs 14/04/24 Busto Arsizio (Va) @ Gagarin (inizio ore 18) 19/7/22 Marina di Ravenna Hana-Bi 21/7/22 Roma UnpluggedInMonti: STEVE GUNN Live @ Terrazza Industrie Fluviali |
ultimo aggiornamento: 27/05/2024 17:16:40 |
Stefano Pilia in Spiralis Aurea
[Ita / Die Schachtel]
Dimenticate per un attimo tutto quello che avete ascoltato finora di Stefano Pilia.... Dal fingerpicking all'avant-rock, dal noise all'elettroacustica ai drones, le sue corde non hanno mai smesso di produrre, sanguinare, gemere e sognare. Con Spiralis Aurea si entra in un mondo nuovo. Spiralis Aurea è un'insieme di composizioni che traducono in relazioni tonali e in costruzioni armoniche gli studi e la fascinazione dell'autore per gli aspetti archetipici e simbolici di certe forme geometriche e di certe serie numeriche, come quella di Fibonacci. Ne risulta un lavoro imponente, dal forte afflato spirituale e contemplativo, a tratti molto rigoroso a tratti struggentemente romantico e poetico (nume tutelare Arvo Part). Un lavoro in cui, per parafrasare le parole (entusiastiche) di Gino Dal Soler (Blow Up), Pilia fa un salto quantico e vertiginoso dal ruolo di musicista a quello di compositore. “Spiralis Aurea” è un gioiello di post-minimalismo ricco di concetti, forgiato da un profondo senso di streben emotiva, sensazioni e sentimenti che Pilia continua a dominare come pochi altri, espandendo le sue visionarie composizioni verso territori che superano ogni catalogazione e che collocano il compositore genovese nell’alveo della musica sperimentale internazionale" 8/10, Ondarock https://www.giornaledellamusica.it/articoli/stefano-pilia-loro-degli-archetipi https://rumoremag.com/2022/02/22/stefano-pilia-hannah-anteprima-nuovo-album-spiralis-aurea/
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LIVE:
02/09/23 Tomba dei Giganti, Arzachena (SS) @ Isole che Parlano Festival - in trio con Adrian Utley e Alessandra Novaga 06/10/23 Foligno (PG) @ Umbria Factory Festival (quartetto con Alessandra Novaga alla chitarra, Mattia Cipolli e Giuseppe Franchellucci violoncello) 12/03/23 Roma @ Teatro Basilica (in duo con Alessandra Novaga) 25/06/22 "Dei suoni i passi" Cimitero Germanico della Futa, Cammino degli Dei (quartetto con Alessandra Novaga alla chitarra, Mattia Cipolli e Giuseppe Franchellucci violoncello) 15/07/22 Bassano del Grappa @ Opera Estate (quintetto con Adrian Utley e Alessandra Novaga alla chitarra, Mattia Cipolla e Giuseppe Franchellucci violoncello) 30/09/22 Palermo @ Mercurio Festival (in duo con Alessandra Novaga alla chitarra)
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:57:03 |
[Ita / Eyes and Ears Records, God Unknown Records]
Il 18 marzo 2022 è uscito (sull'americana Eyes and Ears records) "Vever" primo disco solista di Laura Loriga (Mimes of Wine), realizzato a Brooklyn tra il 2018 e il 2019. Nel disco Laura è affiancata da Otto Hauser (Michael Hurley, Cass McCombs, Kevin Ayers, Devendra Banhart) alla batteria, Ran Livneh al contrabbasso, Stefano Michelotti alla chitarra elettrica, nyckelharpa e dilruba, Anni Rossi alla viola e Josh Werner (Coco Rosie, Lee Scratch Perry, Marc Ribot) al basso elettrico. Ma molti sono gli ospiti presenti in singoli brani, tra cui Ben Seretan, Janis Brenner (Meredith Monk & Vocal Ensemble, Janis Brenner and Dancers), Gareth Dickson (Gareth Dickson, Vashti Bunyan) e Jaye Bartell. Laura ha preso il titolo, Vever, da Divine Horsemen: The Living Gods of Haiti di Maya Deren, dove viene descritto il linguaggio haitiano che sta dietro alla scrittura rituale voodoo. I famosi disegni simmetrici che rappresentano i Loa, gli spiriti evocati. Il fatto che ci sia sempre una perfetta simmetria in queste rappresentazioni sottende uno scambio alla pari tra vivi e morti, come in uno specchio. “Ho trovato questo molto interessante – spiega Laura – e mi ha fatto pensare alla sovrapposizione di spazi, tempi, persone, alla mia stessa famiglia e a quanto sia importante tutto questo in un presente che cambia così velocemente”. "Nove brani stupendi, tra i migliori in cui possiate imbattervi in questo momento in ambito cantautorale. Consigliato" (Lino Brunetti, Buscadero, recensione allegata) "l’unione tra arrangiamenti e scelte di missaggio regala un sound ricco, denso, pieno di sfaccettature.." (7.30/10, Antonello Comunale su Sentire Ascoltare) Un pò di articoli su Laura e Mimes of Wine: https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/talenti-da-esportazione-laura-loriga/353030/ https://www.vivalowcost.com/low-music/interviste/1502-una-voce-sublime-tra-litalia-e-lamerica-laura-loriga.html |
LIVE:
in trio [Laura Loriga voce, organo; Matteo Zucconi contrabbasso, pedali; Max Messina batteria] 24/11/23 Mestre @ Teatro al Parco (opening for Micah P. Hinson) 02/12/23 Milano @ Teatro Linguaggi Creativi 03/12/23 Bergamo @ Invisible Show 08/12/23 Pescara house concert 15/12/23 Bologna @ Enolibri Festival 17/12/23 Genova @ La Claque 05/06/22 Londra @ Arch 1 (with Gareth Dickson) 24/07/22 Bologna @ Fienile Fluò 12/11/22 Montecosaro (MC) @ Mount Echo 27/3/22 Paesaggi Sonori Festival, Navelli (AQ) 29/3/22 Locomotiv Club, Bologna 8/4/22 Fabbrica Urbana, Fano 10/4/22 Roma, Half Die Festival 11/4/22 Terni, Fat Art Club |
ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:57:20 |
[(Usa / Talitres)]
Non è più una novità la classe di Emily Jane White, cantautrice californiana, scoperta e inizialmente coccolata da David Tibet. Dopo gli apprezzati "Blood/Lines" e "They Moved In Shadow All Together" con "Immanent Fire" giunge al sesto disco ufficiale. Melodie suadenti e fortemente evocative, una vena creativa in piena crescita che sancisce il totale distacco dal cliché - ormai decisamente riduttivo - di "più credibile erede di Cat Power". Il primo video tratto dal nuovo album: Washed Away "Washed Away" is about how we are severed from our natural world, how pervasive communication through technology dominates so much our lives. This song speaks to the creative importance of spending time in nature and how it must be seen and valued. It’s a relationship. I feel this disconnect is directly linked to the climate crisis and ongoing destruction of the planet, Emily Jane White Altri video: Frozen Garden (dal precedente disco They Moved In Shadow All Together) Wild Tigers I Have Known (uno dei suoi maggiori successi, più di 500mila visualizzazioni, da Dark Undercoat) Dark Undercoat (da Dark Undercoat) "folk solenne e cupo, elegantemente adagiato su pianoforti, percussioni e arrangiamenti d'archi, un pò Nyman e un pò Dead Can Dance, suoni cuciti su misura in grado di valorizzarne la splendida voce e le suggestive soluzioni armoniche, finalmente in grado di farle fare un balzo in avanti. Ora tocca al pubblico accorgersene" A. Besselva Averame, Rumore "La voce di Emily, piena e in primo piano, semina per le strofe blues, rock e qualche volo pindarico d'ugola. Pensate a una DIamanda Galas pop... a tratti la parentele con Polly J Harvey si fa un pelo stretta, ma ci può stare. Modelli a parte, 'Blood / Lines' rimane un lavoro convincente, rotondo e coerente nell'umore, possibile punto di partenza per meraviglie a venire. Chi fosse già rapito dalle Scure Signore citate... può tranquillamente accomodarsi. Non resterà deluso" M. Sideri, Blow Up http://www.indie-eye.it/recensore/ienews/emily-jane-white-bloodlines.html
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LIVE:
31/01/20 Savona @ Raindogs
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ultimo aggiornamento: 12/06/2020 10:31:32 |
[Can / Constellation Records]
Primo album per il duo composto da Efrim Manuel Menuck (fondatore di Godspeed You! Black Emperor e Thee Silver Mt. Zion) e Kevin Doria (Growing, Total Life and Hiss Tracts). I due avevano già collaborato in occasione delle date di presentazione del primo disco solista di Efrim, l'acclamato Pissing Stars, uscito qualche anno fa sempre sulla cult-label Constellation. Da quell'esperienza la loro intesa è uscita rafforzata, sono scaturite nuove sessioni di registrazione e la decisione di proporsi ufficialmente come duo. Efrim e Kevin creano strati densi e magmatici di synth, mantra circolari di elettronica analogica, drones ossessivi e vibranti su cui si staglia il cantato quasi sciamanico di Efrim. Minimalismo che diventa massimalismo, ripetizione che induce trasformazione (esteriore e soprattutto interiore), stridore che si fa armonia celestiale. Ovvero forme di resistenza e vie di fuga, in musica, dai tempi bui che viviamo. Ascolti: "The duo’s first album together is practically blinding in its radiance. The result feels as overwhelming as anything in the Godspeed/TSMZ canon… “Fight the Good Fight” and “We Will” are companion affirmations of perseverance—tender, comforting folk hymns that sound like they’re being beamed up into a UFO. As is the case with all the songs here, Menuck’s voice is only intermittently legible, his words momentarily acquiring definition like a radio station your car stereo catches as you’re driving between cities. But on SING SINCK, SING, that obfuscation is a feature, not a bug. As Menuck and Doria remind us, there is still beauty in this world—you just have to cut through the dark clouds to find it." – Pitchfork "'Fight the Good Fight' thrusts listeners into an angelic squall while an ominous presence lumbers below; 'A Humming Void An Emptied Place' finds radiant common ground between competing oscillations; and 'Joy Is on Her Mount and Death Is at Her Side' wrings hands over a murdered forest while trying to acknowledge the new life sprouting from the ruins. These are tearful anarchist synth sermons for a landscape all but completely fucked by snake oil slingers, their demoralized goons and the noise surrounding them, and our next steps forward won't be easy. Even 'We Will' — the album's parting song that "INSISTS THAT WE WILL WIN" — is framed in bleak terms, Menuck crying out while he and Doria power down the machines in a gloomy pulse. But the noise surrounding our most glaring problems exist precisely because there are still voices seeking to challenge the status quo. Through reckoning with it, Menuck and Doria found a new creative partnership, and each return to are SING SINCK, SING provides that crucial reminder while offering a shoulder to cry on." – Exclaim |
LIVE:
23/09/19 Rivoli (To) @ Circolo della Musica (w/ Stefano Pilia)
24/09/19 Roma @ Spin Time Labs 25/09/19 Napoli secret show @ Wakeupandream 26/09/19 Firenze @ Genius Loci Festival
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ultimo aggiornamento: 09/12/2019 19:59:51 |
[Ita / Die Schachtel]
Tour di presentazione del nuovo disco solista del chitarrista e compositore Stefano Pilia uscito a maggio sull'ottima Die Schachtel. Già dal titolo "In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni" celebre indovinello in forma palindroma dall’origine incerta ma dal fascino innegabile - da Debord agli Einstürzende Neubauten, in molti ne sono rimasti affascinati - l'album rimanda a un'idea simmetrica e speculare. I due lati del vinile contengono ognuno tre tracce e sono speculari e simmetrici sia per modalità operative che per sviluppo del materiale, con la traccia conclusiva che armonicamente rimanda alla prima conferendo ciclicità al tutto. A questo impianto Pilia aggiunge una ulteriore stratificazione di matrice esoterica che va a toccare il discorso narrativo e poetico dell’album, descritto dal proprio autore come «il racconto di una ‘caduta’ nel mondo o più in generale del manifestarsi dentro ad un processo e il suo consumarsi», in cui convivono riferimenti e rimandi più o meno diretti al daimon di Hillman, alla Commedia di Dante, a Omero e l’Odissea (in particolare l’evocazione dei morti detta Nekyia), a Jung, all’influenza di compositori rinascimentali come Giovanni Pierluigi de Palestrina e quant’altri. Il tutto, fatta eccezione per il contributo di Rodrigo D’Erasmo (Afterhours) al violino e di David Grubbs (Codeine, Gastr del Sol, The Red Krayola) al piano, rispettivamente in Sirena + e Melusina +, le due tracce conclusive dei rispettivi lati, con il solo uso della chitarra elettrica. L’album è stato composto e registrato da Stefano Pilia presso BlindSun, Bologna; il mastering è opera di Giuseppe Ielasi mentre Bruno Stucchi è l’autore dello splendido artwork. La recensione di Sentire Ascoltare Stefano Pilia è un chitarrista e compositore elettroacustico nato a Genova. Il suo lavoro prende corpo a partire dalla pratica esecutiva strumentale e attorno ai processi di registrazione e produzione. Attraverso l’indagine delle proprietà sinestetiche del suono, delle sue relazioni con lo spazio, il tempo e la memoria ha portato avanti una ricerca sempre tesa all'esperienza sonora come possibilità di indagine filosofica e creativa. Oltre alla produzione solista, e’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione, composizione elettroacustica e sensibilità avantrock. Suona, collabora e compone in duo con Massimo Pupillo, con ZU, con il quartetto psichedelico In Zaire, con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio , nel "Sogno del Marinaio" con il leggendario Mike Watt al basso e Paolo Mongardi alla batteria, con ZU93 progetto speciale di ZU con David Tibet, e con la chitarrista Alessandra Novaga. Dal 2008 al 2016 è stato parte dei Massimo Volume, dal 2012 chitarrista della stella del Mali Rokia Traoré e dal 2015 parte degli Afterhours. Ha lavorato frequentemente per la realizzazione del suono (sia live che su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Gianluigi Toccafondo, Angela Bullock, Zimmerfrei, Nico Vascellari, Edoardo Gabbriellini, Homemovies, Wuming, Emidio Clementi ). Ha collaborato con artisti e musicisti come Katia e Marielle Labeque, John Parish, Phill Niblock, Oren Ambarchi, Marina Rosenfeld, Valerio Tricoli, Z'ev, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, Starfuckers, David Maranha, Damo Suzuki, Manuel Mota, Giuseppe Ielasi, Julia Kent e molti altri. Ha pubblicato oltre 40 lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere (Nonesuch, Die-Schachtel, Presto?!, Drag City, Bluechopstick, Hapna, LastVisibleDog, Sedimental, Soleilmoon, 8mm, Black Truffle, ...) |
LIVE:
Stefano Pilia in "Spiralis Aurea" 25/06/22 "Dei suoni i passi" Cimitero Germanico della Futa, Cammino degli Dei (quartetto con Alessandra Novaga alla chitarra, Mattia Cipolli e Giuseppe Franchellucci violoncello) 15/07/22 Bassano del Grappa @ Opera Estate (quintetto con Adrian Utley e Alessandra Novaga alla chitarra, Mattia Cipolla e Giuseppe Franchellucci violoncello) 30/09/22 Palermo @ Mercurio Festival (in duo con Alessandra Novaga alla chitarra) Stefano Pilia solo set 21/8/21 Cratere del Sirente, Secinaro (AQ) @ Paesaggi Sonori 20/07/20 Carpi (Mo) @ Concentrico OFF 21/08/20 Fano (PU) @ Bastione San Gallo 03/10/20 Roma @ Roma Europa Festival, Digitalive 11/01/20 Bergamo @ Circolo Edoné 17/01/20 Pisa @ Caracol 18/01/20 Milano @ Fucine Vulcano per "Andrà tutto bene vol.5" 20/01/20 Cremona @ Osteria del Fico 21/01/20 Narzole (Cn) @ Out Stack 20/02/20 Catania @ Zò per "Partiture" 23/09/19 Rivoli (To) @ Circolo della musica (W/ Efrim Menuel Menuck & Kevin Doria are Sing, Sinck Sing) 24/09/19 Brescia @ Spettro 25/09/19 Milano @ Germi - luogo di contaminazione 26/09/19 Roma @ Klang 27/09/19 Terracina @ Tracce (w/ Comaneci) 28/09/19 Avellino @ Godot Art Bistrot 29/09/19 Maglie (Le) @ 0riente 30/09/19 Viterbo @ Allimprovvisoo 01/10/19 Foligno (Pg) @ Spazio Astra 10/10/19 Genova @ Teatro Bloser 11/10/19 Asti @ Diavolo Rosso
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 23/01/2023 17:25:25 |
[Creta-Australia / Drag City Records]
Xylouris White (Creta, Australia / Drag City Records), pirotecnico duo composto dal liutista cretese George Xylouris (figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis) e dall’australiano Jim White, batterista dei Dirty Three e collaboratore di Cat Power, Bill Callahan, Pj Harvey, Bonnie Prince Billy, Daniel Blumberg. L'unione di questi due talenti genera un folk ruvido, fiero e avventuroso, che porta nuova linfa e conferisce nuove forme alla tradizione plurisecolare in cui è radicato. Dal vivo presenteranno “The Sisypheans”, quarto disco in studio e primo sulla prestigiosa Drag City Records. Produce Guy Picciotto (Fugazi). Ascolti/visioni The Black Sea (da "The Sisypheans") Tree Song (da "The Sisypheans") Daphne (da "Mother, 2017) Black Peak (da "Black Peak", 2016) Pretty Kondilies Xylouris White - Chicken Song (A Jem Cohen Film) Darwish Two (scelto da Nick Cave per una compilation su Mojo) Old School Sousta (da "Goats") Recensioni Mojo album review (****) Uncut review (8/10) Uncut intervista a Jim White The Guardian **** Mojo **** |
LIVE:
14/09/22 Roma @ Angelo Mai 15/09/22 Terni @Umbria Jazz Weekend 16/09/22 Isola di Procida (Na) @ Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 04/02/20 Pisa @ Caracol 05/02/20 Rivoli (To) @ Circolo della musica 06/02/20 Venezia @ T Fondaco dei Tedeschi, Veneto Jazz 08/02/20 Roma @ Angelo Mai 22/11/19 Milano @ Fondazione G. Feltrinelli, "Natural Disruptors", a music serie curated by Lee Ranaldo23/11/19 Ravenna @ Transmissions Festival
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 20/01/2023 14:52:27 |
[Usa / Mute]
LEE RANALDO (Usa / Mute Records) Contre Jour Cinema and suspended electric guitar phenomena. Contre Jour, image and sound, is the drone of a guitar string, the flash of a film frame, often in an in-the-round environment. An electric guitar is suspended in the performance space, untethered from the amplifiers, swinging freely like a pendulum. With films by Leah Singer Lee Ranaldo e Leah Singer lavorano insieme dal 1991, con performance dal vivo che esplorano l'interazione tra suono e immagine. La loro opera accoglie al suo interno il caso e dà precedenza alla dimensione esperienziale sulla narrazione esplicita; pone attenzione su dettagli spesso trascurati e dimostra come un'osservazione profonda possa svelare cose sempre nuove. Sight Unseen e Contre Jour sono le loro più recenti opere audiovisive: il bordone ottenuto da una corda di chitarra, il flash di un fotogramma, la loro interazione in un ambiente avvolgente. Una chitarra elettrica è sospesa nello spazio, staccata dagli amplificatori, lasciata libera di oscillare come un pendolo. Gli schermi della proiezione sono site-specific. I "fenomeni della chitarra elettrica sospesa" e le immagini interagiscono con le ombre, ottenute in tempo reale. La tradizionale separazione tra pubblico e artista è attenuata, ogni punto della stanza può essere incorporato nello spazio performativo. L'intento è quello di creare un ambiente sonoro e visivo nel quale artista e spettatori sono coinvolti in una comune esperienza immersiva, circolare più che lineare, che lasci spazio all'interpretazione personale e forse alla meditazione, più che ad un'esposizione fissa. https://vimeo.com/719464066?embedded=true&source=vimeo_logo&owner=1539101 Lee Ranaldo Chitarrista e cantante di Long Island (NY), componente storico e co-fondatore dei Sonic Youth, solista, produttore, scrittore, poeta, Lee Ranaldo è un personaggio fondamentale della musica alternativa degli ultimi 40 anni. E' stato incluso (con il sodale Thurston Moore) nella classifica dei migliori chitarristi di tutti i tempi dalla prestigiosa rivista Rolling Stone, Da quando la "gioventù sonica" ha deciso di prendersi una pausa, Ranaldo ha intensificato la sua attività solista, anche in veste di narratore e artista visivo. In questi anni sono usciti due album su Matador a nome Lee Ranaldo and the Dust (con Tim Luntzel al basso, Alan Licht alla seconda chitarra e Steve Shelley alla batteria), uno acustico ("Acoustic Dust", su El Segell, etichetta costola del Primavera Sound) e il più recente "Electric Trim" (il primo per la storica Mute Records), registrato tra New York e Barcellona dal musicista e produttore spagnolo Raul "Refree" Fernandez, con ospiti Sharon Van Etten, Nels Cline, Kid Millions e la collaborazione speciale, in sede di elaborazione dei testi, con il pluripremiato scrittore newyorkese Jonathan Lethem. Alla fine del 2019 uscirà, ancora per Mute, il nuovo lavoro di Ranaldo; il disco, intitolato "Names of North End Women", vede rafforzarsi la collaborazione con Fernandez e segna una nuova tappa nel percorso di Lee: una forma canzone minimalista e sperimentale, che flirta con l'elettronica. |
LIVE:
17/11/22 Genova @ La Claque
06/12/19 Milano @ Fondazione G. Feltrinelli, "Natural Disruptors", a music serie curated by Lee Ranaldo
in: "Contre Jour" Lee Ranaldo, suspended guitar phenomena; film by Leah Singer |
ultimo aggiornamento: 13/03/2023 00:23:20 |
[Can / Unheard Of Hope, Tin Angel]
MILITARY GENIUS (Can / Unheard of Hope) Un nuovo progetto dalla inesauribile scena canadese: si chiama Military Genius e ne è titolare il musicista e produttore Bryce Hildebrand Cloghesy, già membro di NOV3L e dei più noti Crack Cloud, collettivo artistico che funge da meccanismo di sopravvivenza e recupero - da abusi e dipendenze varie - per i suoi stessi membri e fan (cfr. The Guardian). Se in questi ultimi rabbia, istanze sociali e impegno politico sono veicolati attraverso ritmiche e metriche ossessive in una singolare sintesi di (est)etica post-punk e hip-hop, nel progetto solista di Cloghesy i toni e le atmosfere si fanno più sfumati e meditativi. “Deep Web” (questo il titolo del disco, in uscita il 6 marzo 2020 per Unheard Of Hope, divisione della label inglese Tin Angel Records) è frutto del lavoro di quattro anni, passati in tour con i progetti citati e ad agitare le scene musicali delle città in cui Cloghesy ha vissuto: la natia Calgary, dove è cresciuto all’ombra delle celebrità locali Women e Chad Vangaalen; Montreal, dove ha prodotto dischi, gestito il club underground Poisson Noir e condotto programmi radiofonici; e Vancouver, dove attualmente risiede. Anni intensi e turbolenti, nei quali, stando alla bio fornita dall’etichetta, il nostro ha anche rischiato di lasciarci le penne. Come per reazione a tutto ciò, il mood dell’album è notturno, solitario e introspettivo. "Deep Web" tiene magicamente insieme brandelli di jazz cinematico ed esperimenti di soul slabbrato (“Reflex”), movenze trip-hop (“Not Tonight”), elettronica ansiogena à la Suicide (“When I Close My Eyes”) e canzoni in bassa fedeltà. La melodia si fa strada tra scorie industrial e vapori ambientali, spesso sorretta dai soffi del sax e dalla voce, indolente, riverberata e avvolgente, dell’autore: è il caso di "Focus" (primo “singolo” reso disponibile dall’etichetta) con il suo incedere circolare, stretto attorno a un lento giro di basso e a una batteria suonata con le spazzole, su cui poggiano il sibilo di un’armonica e una tastiera badalamentiana; o “Let My Guard Down”, brano che induce a battere il famoso piedino e che ogni radio illuminata dovrebbe passare almeno una volta al giorno! O la conclusiva “Born Blind”, delicata ninna nanna semi acustica in cui Bryce è coadiuvato da Jon Varley, suo sodale anche in NOV3L e Crack Cloud e nel tour italiano previsto a febbraio. Quello di Military Genius è insomma un esordio splendido, un riuscitissimo esempio di gender bending musicale che ha la propria coerenza e cifra estetica nella qualità degli arrangiamenti e dei suoni: stranianti ma non strani, cavernosi ma non cupi, attualissimi eppure attraversati da un calore analogico vagamente retrò. Che sia nata una stella? In attesa della prova live e del prossimo passo discografico, dischi come questo ci ricordano quanta bella musica ci sia in giro. Basta solo avere le orecchie aperte. Ascolti: "L.M.G.D." (anteprima su The New Noise) "Focus" (su Ondarock e su The Quietus) "When I Close My Eyes" (su Son Of Marketing) Dal vivo Military Genius sono: Bryce Hildebrand Cloghesy: sax, voce, elettronica Jon Varley: basso |
LIVE:
14/2/20 Verona @ Arci Kroen 15/2/20 Savona @ Raindogs 17/2/20 Roma @ Le Mura 18/2/20 Pisa @ Caracol 20/2/20 Napoli @ secret show (Retronuevo/Wakeupandream) 21/2/20 Perugia @ T-Trane 22/2/20 Osimo (An) @ Loop 23/2/20 Carpi (Mo) @ Mattatoyo
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ultimo aggiornamento: 30/06/2021 18:15:36 |
[(Usa/Spa, Mute Records)]
LEE RANALDO & RAÜL REFREE "Names of North End Women" esce il 21 febbraio 2020 su vinile, CD e in digitale su Mute [PIAS] Names of North End Women (Official Video) Light Years Out (Official Video) L’album precede una serie di date, tra cui una performance alla Milton Court Concert Hall il 07 aprile, evento legato al programma musicale del Barbican. Il video che accompagna la title track è una libera reinterpretazione di Outer Space, film del regista austriaco avant-garde Peter Tscherkassky risalente al 1999, già appropriazione di The Entity (1982, Sidney J. Furie). Guardalo QUI. Ranaldo e Refree lavorarono assieme all’ultimo album solista di Ranaldo intitolato Electric Trim (Mute, 2017) e dopo che la coppia tornò in studio per registrare il successivo, realizzarono che Name of North End Women sarebbe diventato ciò che Ranaldo descrive come “l’inizio di una nuova collaborazione, una nuova configurazione.”Per uno dei più grandi chitarristi della sua generazione secondo Rolling Stone e Spin, (Ranaldo ha co-fondato i Sonic Youth nel 1981) e per un artista che ha riscoperto la chitarra tradizionale da flamenco (l’album di Refree con Rosalía continua a crescere in tutto il mondo), questo lavoro contiene brani con un utilizzo della chitarra quasi nullo. Il duo ha composto la musica utilizzando la marimba, il vibrafono, dei campionatori, un registratore a nastro Studer vintage e un registratore modificato che Ranaldo ha usato nelle sue performance 25 anni fa. “Abbiamo mixato suoni analogici e strani provenienti da vecchi registratori, abbiamo fatto i conti con il fruscio dei nastri e abbiamo mescolato tecnologie nuove con tecnologie vecchie,” afferma Ranaldo. Alcuni elementi di un misterioso nastro che Ranaldo trovò anni fa sbobinando lo Studer quando lo comprò – suoni di batteria, porte che sbattono, persone che parlano – formano la colonna portante di questi brani. Sembrava che la musica potesse provenire da qualsiasi parte. Questo disco è nato utilizzando campionatori e registratori,” afferms Refree, “come la musica sperimentale, la musique concrete, i poliritmi.” Procedendo, le loro astrazioni si materializzavano in canzoni, i loro ritmi elementari, i ronzii d’ambiente e i campionatori danneggiati rivelavano melodie nascoste e pattern profondi. Ranaldo e Refree si scambiarono idee melodiche e aggiunsero la voce ai brani, cantando oltre allo spoken word che avevano già pianificato per queste tracce. Il processo dal quale nacquero le parole è analogo a quello della musica: Ranaldo ricompose poesie dal suo archivio, scrisse nuovi pezzi e aggiunse versi di Jonathan Lethem – che lo aiutò a scrivere i brani di Electric Trim. Il risultato è un album vivo di sperimentalismo elettrico, e allo stesso tempo gratificante in quanto collezione di brani. Il titolo dell’album e il titolo del singolo provengono da un’esperienza che Ranaldo ebbe camminando in un quartiere nella zona nord di Winnipeg, Manitoba. Tutte le strade erano chiamate con nomi di donne: Lydia, Kate, Dagmar, Harriett, Juno, ecc. – solo nomi di battesimo, ciò implicava qualcosa di anonimo o universale. Chi sono o chi erano queste donne, non viene indicato e questa scelta lascia un po’ di mistero…nella nostra società gli uomini sono chiamati con il loro nome completo, ma questi nomi anonimi probabilmente erano dei rimpiazzi per tutte coloro che rimangono ignote e indeterminate nella nostra società. Ranaldo si appuntò i nomi nella forma di una poesia, e afferma, “in qualche modo è diventato un impulso per i testi in termini di persone che entrano ed escono dalla vita di qualcuno, alcune sono significative, altre fugaci.” Continua, “Ebbi quest’idea di utilizzare i nomi di battesimo come espedienti per caratterizzare i testi. Questo meccanismo non è presente in tutti i testi, ma molti lo utilizzano.” “Questo album allenta i vincoli dietro all’idea di come deve essere una canzone, e sia io che Raül siamo entusiasti di vedere quanto lontano potrà andare,” afferma Ranaldo. Per ora, prendete il vostro tempo per assimilare Names Of North End Women, i suoi tesori nascosti e le sue svolte inaspettate, e riflettete su dove la collaborazione tra Ranaldo e Refree potrebbe portarli. LEE RANALDO (Usa / Mute Records) Discografia recente LEE RANALDO Ranaldo/Jarmusch/Urselli/Pandi [Trost, 2019] In Doubt, Shadow Him! • Hifiklub & Lee Ranaldo [Joyful Noise, 2018] Electric Trim • Lee Ranaldo [Mute, 2017] Acoustic Dust • Lee Ranaldo & The Dust [El Segell, 2014] RAÜL REFREE All Hands Around the Moment • Richard Youngs & Raül Refree [Dec. 6, 2019; Soft-Abuse] Los Ángeles • Rosalía (Rosalía Vila & Raül Refree) [Universal Music Spain, 2017] Granada · Sílvia Pérez Cruz & Raül Fernandez Miró [Universal Music Spain, 2014] |
LIVE:
TOUR ANNULLATO CAUSA COVID 19 |
ultimo aggiornamento: 23/09/2020 15:18:40 |
[Can / Constellation]
Violinista, backing vocalist e co-autrice della cult-band Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, co-fondatrice di Black Ox Orkestar, Jessica Moss è una figura centrale della scena musicale underground di Montreal: vanta importanti collaborazioni con Carla Bozulich/Evangelista, con il compianto Vic Chesnutt e più di recente con Jem Cohen e Guy Picciotto (Fugazi) nel progetto Gravity Hill (in combutta con Jim White e George Xylouris). Da qualche anno Jessica ha intrapreso un'interessante strada solista. Dopo i notevoli riscontri del disco d'esordio, Pools of Light (2017), e il seguito del 2018 intitolato Entanglement (prodotto da Radwan Ghazi Moumneh di Jerusalem in My Heart) a novembre 2021 è tornata con un nuovo atteso lavoro: Phosphenes, da cui sono tratti questi due brani: Distortion Harbour e Contemplation II I fosfeni sono scintille e lampi di luce che compaiono nel campo visivo in assenza di un effettivo stimolo luminoso dall'esterno. Una metafora perfetta per descrivere la immersive isolation music di Jessica Moss e la sua capacità di generare visioni, memorie ed epifanie. Nei suoi live in solo (per violino, effetti, pedali e voce) Jessica Moss si inserisce nel solco dello storytelling, evitando però forme e strutture tradizionali in favore di pièce di lunga durata, dai movimenti ampi e graduali e di grande intensità emotiva. It's all for love. Dicono di lei: WIRE - "There is a fine line between the contemporary and the ancient in the fusion here of capitalist horror with klezmer traditions: both are tragic, mournful, wistful approaches and, on occasion, revolutionary, or at least resistant...This is a deep but balanced record, elegant in its melancholia and experimental...a multi-layered post-devastation elegy for a broken humanity." UNCUT - "Moss works a far more thoughtful, nuanced seam...The four parts of "Entire Populations" on Pools Of Light her second solo release...build from klezmer-influenced melodic turns through accreting vocal chants, shuddering tremolo and bedridden drones; "Glaciers" is mournfully slow." “Rejoice as another member Thee Silver Mt. Zion releases a solo record in the spirit of terror and joy. This is one intense record.” – Norman 9/10 “A powerful solo effort…visceral and sometimes raw…in her hands, the violin becomes a bountiful source of adventurous possibilities. Though she's clearly proven herself to be an invaluable team member in other projects, Pools Of Light makes the strongest of all possible cases for Moss's credibility as a solo artist." – Textura “A despairing but cathartic experience…ambitious, expansive and dynamic. After receiving her musical gifts in the context of collaborative projects for so long, listeners should jump on this opportunity to hear her solo work.” – Exclaim 8/10 "Nothing mattered as she opened things up, drew the curtain back and revealed the stars arranged against the black of infinite space. She was using loops, pedals, effects, she was entirely blowing me away (...) Needless to say, it wasn't long before the audience had doubled, and was pressed up to the stage, rapt. Jessica Moss solo is a force of nature. (Vince Tinguely, CKUT) Website: jessicamoss.net FB: https://www.facebook.com/jessicamossmusic/ IG: https://www.instagram.com/missjessicamoss/ Bandcamp https://jessicamoss.bandcamp.com/ Video: |
LIVE:
27/4/22 Genova @ La Claque
28/4/22 Bologna @ Freak Out Club 29/4/22 Schio (Vi) @ Chiesa di S. Francesco 09/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "A Dictionary of Sound" (w/ Eric Chenaux) 10/11/18 Padova @ Nadir 11/11/18 Avellino @ Godot 22-23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival 04/05/18 Foligno (Pg) @ Spazio Zut 05/05/18 Montecarotto (An) @ Teatro Comunale, "Klang" (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 06/05/18 Bologna @ Atelier Sì (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 07/05/18 Firenze @ Fabbrica Europa (double bill con Massimo Pupillo & Stefano Pilia in "Dark Night Mother" ◉ ╋ ◑ ) 25/9/17 Perugia @ Auditorium Marianum, Degustazioni Musicali 26/9/17 Roma @ Fanfulla 27/9/17 Napoli @ Riot Studio 28/9/17 Genova @ Altrove - Teatro della Maddalena 29/9/17 Bologna @ Nero Factory 30/9/17 Udine @ Cas'Aupa |
ultimo aggiornamento: 22/10/2022 13:01:29 |
[CH / Bongo Joe Records]
A fine aprile esce il nuovo disco per il progetto di Cyril Yeterian, (origini libanesi ma da anni di base a Ginevra e fondatore della label/negozio Bongo Joe) e Cyril Bondi. Ascoltate i primi due singoli qui! "a captivating blend of post-punk, garage funk, and experimental noise"... the duo offers a raw commentary on societal disintegration and personal disillusionment. 'Le Futur Ça Marche Pas' invites listeners on a transformative journey, celebrating the power of creativity and connection Getting into an album by Cyril Cyril is being invited to a party where you thought you didn't know anyone, only to realize that this chap’s gal is your bro’s cuz, and leave with everyone's cell. Their music seems familiar because it's not deaf to its neighbors, in the broadest sense : Geneva, their lair, Europe, their playground as a duo, and the world, their grocery store. There’s plenty in those two heads, but just the two of them on stage. Cyril Yeterian fiddles with a polyglot banjo and catches his tangy voice on the fly with pedals. Cyril Bondi hauls around a huge drum kit -voted wackiest of the decade, covered in sonic shells and the occasional pad. And lo and behold, they're both singing, for our most happy confusion. For their third Born Bad album, they have invited two lads from Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, Inès Mouzoune, multi-instrumentalist from Amami, and Violeta Garcia’s cello on Le Futur ça marche pas. Genosidra, aka Carlos Quebrada, who crafts club delicacies in Bogotá, mixed heavy, full gravy, a challenge given the quantity of material, recorded as a family affair at Insub Studio. Cyril Yeterian: banjo, guitare, harmonium indien, orgue, voix Cyril Bondi: batterie, percussions, vibraphone, orgue, voix
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LIVE:
04/06/24 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana-Bi, Beaches Brew Festival, "Bongo Joe Presents"
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ultimo aggiornamento: 02/09/2024 13:16:30 |
A Man Falling. Teho Teardo suona La Jetée
[Ita / Specula Records]
Precluso il futuro, la speranza è nel passato. Precluso lo spazio, la speranza è nel tempo. La maschera era sugli occhi come quella del protagonista del film di Chris Marker, La Jetée. Ho pensato che avrei dovuto rivivere dentro quel film, che per me è una specie di bussola, anche attraversandolo musicalmente. credits: La Jetée (1962) Dal vivo: |
ultimo aggiornamento: 22/10/2022 12:58:20 |
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[Lebanon - Canada / Constellation Records]
Jerusalem In My Heart, uno dei progetti più acclamati, senza compromessi e sempre in evoluzione della scena d'avanguardia araba/levantina del XXI secolo, torna con un album di elettronica ed elettroacustica visceralmente espressivo, scandito dal cantato e parlato in lingua araba, dal buzuk, dall'elettronica e dal sound design del musicista e produttore libano-canadese Radwan Ghazi Moumneh. Intitolato Qalaq l’album è in uscita per l’etichetta canadese Constellation l’8 di ottobre. Qalaq è ad oggi l'album più intenso, articolato e finemente cesellato di Jerusalem In My Heart. Nonostante la presenza di un diverso collaboratore per quasi ogni traccia, risulta profondamento coeso, significativo a livello emotivo, avventuroso a livello sonoro e potente a livello narrativo tanto quanto tutte le altre uscite precedenti. La lista degli ospiti include Lucrecia Dalt, Tim Hecker, Moor Mother, Greg Fox, Rabih Beaini, Alanis Obomsawin, ed altri. “Qalaq” è una parola araba che Moumneh intende nel suo significato di "profonda preoccupazione". Una preoccupazione sicuramente a livello globale, ma allo stesso tempo riferita in modo particolare al suo Libano e alla sua Beirut; alla politica interna, all’economia e alle infrastrutture al collasso di questo paese e alla tragica situazione geopolitica di quell’area geografica. “Le tracce del secondo lato dell’album si intitolano tutte 'Qalaq' e sono seguite da un numero, ad indicare il grado che la violenza stratificata e complessa ha raggiunto negli ultimi due anni in Libano e nei paesi del Levante. Dal completo e totale fallimento dello stato libanese, contraddistinto da continue divisioni interne, che ha portato l'economia ad un brusco arresto, alla disastrosa gestione dell'afflusso di migranti dai vicini stati falliti. Dalla corruzione endemica che ha portato all'esplosione nel porto di Beirut dell'agosto 2020, all'ultimo capitolo della cancellazione della Palestina e all'ennesima brutale campagna di bombardamenti unilaterale e sproporzionata su Gaza” dice Moumneh. Moumneh definisce Qalaq una sorta di "immagine speculare" di Daqa’iq Tudaiq, il precedente album di JIMH del 2018, di cui un lato era composto da un pezzo di 20 minuti suddiviso in 4 movimenti registrato live a Beirut con un'orchestra di 15 elementi su di una reinterpretazione di Moumneh del brano “Ya Garat Al Wadi” di Mohammad Abdel Wahab and Ahmad Shawqi. Per contro Qalaq è stato composto con un'orchestra “smantellata", attraverso "uno spazio-tempo dissociato/isolato". I musicisti coinvolti hanno collaborato attraverso lo scambio di file a distanza su parti dissezionate, lavorando su bozze iniziali di Moumneh con un canovaccio ancora molto aperto. “Ho composto l'album a partire da una struttura di base, dando a ciascun artista una sezione da scomporre, modificare, reinterpretare e ricomporre come desiderava. Una volta ricevuti i vari contributi li ho resi miei remixandoli e plasmandoli nella composizione generale in una ritrovata coerenza. " racconta Moumneh. Il risultato è un album che contiene quasi il doppio del numero di tracce di qualsiasi uscita precedente, pur suonando come il lavoro più organico di JIMH. Qalaq è caratterizzato da una diversità di approcci e processi artistici, ma mantiene una sua precisa estetica sonora accompagnata da un profonda comunione di forza narrativa e capacità di emozionare. L’artwork dell'album, composto da un'immagine scattata dalla fotografa Myriam Boulous durante la Rivoluzione d'Ottobre di Beirut del 2019 in copertina, e da fotografie di Tony Elieh che ritraggono le conseguenze dell'esplosione del porto di Beirut nel libretto interno, contestualizza ulteriormente la specificità e le lamentazioni di Qalaq - la profonda preoccupazione interiore che ne è la premessa. Qalaq riconferma come membro di Jerusalem In My Heart la regista sperimentale Erin Weisgerber, che aveva intrapreso il suo primo tour con JIMH nel marzo 2020, esibendosi in due spettacoli prima che il tour fosse improvvisamente sospeso a causa del Covid. Il fenomenale film di Weisgerber per “Qalouli”, il primo lavoro del duo realizzato lo scorso anno per la serie Corona Borealis Longform Singles Series della Constellation offre uno scorcio su ciò che sarà la parte video del progetto. official release page (Constellation Records) videos: |
LIVE:
16/11/21 Milano @ Standards 17/11/21 Genova disorder Drama @ La Claque 18/11/21 Terni Teatro Secci, Umbria Factory Festival (ZUT CAOS - Centro arti opificio siri) 19/11/21 Ravenna @ Bronson (presented by Transmissions Festival) 20/11/21 Cornuda (Tv) @ Tipoteca Italiana LYNFA TUNDRA // Paesaggi Sonori Contemporanei @ Tipoteca Italiana
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ultimo aggiornamento: 15/03/2022 17:40:57 |
[Ita]
A LONG WAIT A Long Wait è un giovane cantautore classe 1995, che si affaccia all'improvviso sulla scena, con un talento, una naturalezza e un'ispirazione che non capitava di sentire da tempo. Un moderno principe cortese che sembra venire da un'epoca lontana e si muove alla ricerca di un modo nuovo di vivere i propri sentimenti. Nelle sue canzoni - nate tra Liverpool e Manchester, approdate in Italia nell'estate 2020 e confluite in un ep di prossima pubblicazione - A Long Wait celebra la dolcezza dell'uomo, rifugge la figura dominante del cavaliere bruto e racconta senza vergogna la propria parte sensibile. Un giovane musicista che con un'accurata ricerca espressiva su suoni, testi e voce sviluppa una scrittura moderna, fluida e personale, raggiungendo già notevoli vette di maturità e consapevolezza. Una musica che attraversa nei ricordi echi di Nick Drake, Elliot Smith fino al primo Sufjan Stevens, ma che porta la firma, tutta autentica, di A Long Wait. |
LIVE:
21/11/21 Foligno (Pg) @ Arci Subasio
22/11/21 Terni @ Fat Art Club 25/11/21 Milano @ Linecheck festival 30/11-5/12 Fabriano (AN) @ Corto Maltese x Sconcerti Marche (residenza artistica, info qui) 22/01/22 Parma @ Borgo Santa Brigida tbc |
ultimo aggiornamento: 17/05/2022 19:44:42 |
Pupilla di Tom Waits (dal 2004 ha pubblicato cinque dischi sulla sua stessa label, la Anti), Jolie Holland è tornata a ottobre 2023 con un nuovo album (per la cronaca: una meraviglia) dal titolo Haunted Mountain. Lo stesso titolo dato pochi mesi prima dall'amico Buck Meek (The Big Thief) al proprio disco! E non è un caso, dato che Meek ha collaborato all'album della Holland e i due hanno concordato di chiamare i rispettivi lavori con lo stesso nome! Ecco la preview su Pitchfork e la bellissima recensione su Folk Radio Uk. Over the span of her career, Jolie Holland has knotted together a century of American song—jazz, blues, soul, rock and roll—into some stew that is impossible to categorize with any conventional critical terminology. This is her burden and her gift, to know all of these American songs of the last ten decades in her head and her heart, and to have to wrestle with their legacy. She dives straight to the pathos of a song the way the very greatest singers, singers like Mavis Staples, or Al Green, or Skip James, or Tom Waits do. Upon first encounter her songs seem challenging, perhaps unsettling at times, but as so many poets and rockers have shown us (from Dante Alighieri to William Blake to Sylvia Plath to Patti Smith to Nick Cave to Mark E. Smith) that’s where the beauty lies. As evident on her first recordings, Holland apparently has no fear of the truth, and there is no emotional core that she cannot reach in song. In fact she thrives on the red hot center of a musical composition, in all its strange and brutal detail. This fall, Jolie Holland will unveil her latest album, ‘Haunted Mountain’; intricately connected with friend and collaborator Buck Meek’s record of the same name, ‘Haunted Mountain’ features five songs co-written by the pair, including the mesmerizing title track. Holland explains: “I wrote the song a couple years ago, and it existed as two verses for many months. Buck added a third verse, and then we both began performing it with our bands. When he told me he was including our song on his next record, I was extremely pleased at the weirdness – I was going to release a version as well. Then he told me he wanted to name his record Haunted Mountain, “…only if you’re not already naming your record Haunted Mountain.” Well, that had been the name of my next record for quite a while. We thought about it for a minute and decided it was bizarre and wonderful. Buck’s Haunted Mountain is out in late August. My Haunted Mountain comes out in the autumn. I love how the image of a haunted mountain is so open ended. I love how fun it is to say. I am enormously pleased that Buck chose it as his album name too.” The nine-track stunner delves into a treasure trove of themes, from anti-colonial thought to homelessness, all while exploring the profound significance of being in reciprocity with nature. “When the world is sacred, we are moved to protect it,” Holland explains. “Elves stop highways in Iceland. Faeries save forests in Ireland. Even though the numinous is beyond reason, it’s a motivating, communicative idea. You can tell it to a kid, and when the kid grows up they might understand it ecologically, or they might understand it aesthetically. The numinous is a huge idea,” she continues. “An old friend of mine saw the Jordan River at a place in Palestine where it was just a little creek. His description opened up this realization to me: every river is sacred to someone. Every inch of Earth is someone’s storied, sung homelands. No one needs to understand this more than settler Americans.” Working closely with her talented collaborators, Adam Brisbin and Justin Veloso, Jolie recorded the core of the album as a trio before adding layers of intriguing overdubs. Ever the innovator, she employed some unconventional recording techniques, like capturing the sound of knuckles rapping on the piano and incorporating the sounds of cicadas in album closer “What It’s Worth”. The intriguing atmosphere of “Feet On The Ground” was created by running a drum machine through an amp into a vast barn, every sonic experiment a testament to her willingness to push the boundaries of her art. ‘Haunted Mountain’ is a triumph of boundless creativity, profound lyricism, and thought- provoking artistry. With poetic storytelling awash in a dream-like sonic palette, Holland invites audiences on an alluring journey that transcends genres and leaves an indelible mark on the heart and mind. “Noir, lived in, caustic, not entirely of this time” Aquarium Drunkard |
LIVE:
20/04/24 Bologna @ Efesto House
21/04/24 Milano @ Teatro Linguaggi Creativi
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ultimo aggiornamento: 27/05/2024 17:16:48 |
[Usa / Glitterbeat Records]
75 Dollar Bill Rick Brown: percussion Che Chen: electric guitar Andrew Lafkas: double bass I 75 Dollar Bill nascono nel 2012 a New York City, ad opera del percussionista Rick Brown e del chitarrista Che Chen. I ritmi ruvidi ed essenziali di Brown, ottenuti da una cassa di compensato altamente risonante, fanno da fondamento e da traccia per lo stile chitarristico estatico e modale di Chen. Nella speciale formazione a tre con cui gireranno l'Italia, il duo è affiancato dal contrabbassista e collaboratore di lunga data Andrew Lafkas. La musica elettrica e articolata del gruppo alterna episodi gioiosamente movimentati a una trance minimalista che brucia a fuoco lento: un ibrido inclassificabile che attinge tanto alle tradizioni modali di Africa, Asia e Medio Oriente quanto al primissimo blues elettrico, agli accordi spaziali di Sun Ra così come ai trascorsi wave e minimalisti della loro città natale. Con Brown e Chen saldamente al cuore della band, i 75 Dollar Bill si espandono spesso, sia live che in studio, in diverse configurazioni: dal trio alla marching band di 25 elementi chiamata Little Big Band. I 75 Dollar Bill hanno realizzato quattro LP e una pletora di release in cassetta e in digitale. Il loro ultimo album in studio, I Was Real (Glitterbeat Records) è stato "record of the year" della prestigiosa rivista Wire nel 2019, mentre il Live at Tubby’s cattura la Little Big Band (nella versione a 9) all'apice della propria forma, nel momento storico in cui la pandemia stava per mettere la musica dal vivo in stand-by per i successivi due anni. Il percussionista Rick Brown ha militato in diverse band di New York City a partire dalla fine degli anni '70, come Blinding Headache, V-Effect e Run On. Il chitarrista e polistrumentista Che Chen è stato energico animatore e improvvisatore dell'underground americano da metà degli anni 2000. Il contrabbassista Andrew Lafkas vive tra Berlino e la Norvegia, dove continua a sviluppare i propri progetti solisti e musica per grandi ensemble con il suo progetto Model Infinity Orchestra. E' anche membro di Oceans Roar 1,000 Drums, un trio con Todd Capp e Bryan Eubanks. 75dollarbill.bandcamp.com
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LIVE:
24/4/22 Busto Arsizio (Va) Circolo Gagarin 25/4/22 Verona Colorificio Kroen 1/5/22 Udine Hybrida Space 2/5/22 Genova disorder Drama LaClaque 3/5/22 Bologna 75 DOLLAR BILL | Teatro del Baraccano 4/5/22 Foligno ZUT 5/5/22 Pisa Caracol Circolo Arci 6/5/22 Ravenna Bronson Crossroads & Ravenna Jazz
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ultimo aggiornamento: 05/10/2022 19:55:24 |
[(Ita, Specula Records)]
Uscito nel marzo del 2020 per Specula Records, il lavoro nasce dall’invito di Massimiliano Tarantino, Direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano (che per la prima volta in questa occasione ha prodotto un’opera musicale), a visitare l’archivio della Fondazione, autentica wunderkammer che custodisce le prime edizioni di alcuni tra i massimi capolavori della letteratura universale: «Mi è stato chiesto se fossi interessato a scrivere musica ispirata a quel testo o a qualche altro libro presente nell’archivio. […] Mi sono perso in quei circa dieci chilometri di libri fino a quando, casualmente, mi trovo davanti alla prima edizione de L’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, testo cardine dell’illuminismo. L’Encyclopédie contiene diverse partiture, che non rappresentano esercizi o composizioni, ma esempi che hanno lo scopo di insegnare a scrivere un contrappunto, una cadenza, oppure come lavorare con l’armonia. In altre parole è una sorta di campionatore di tre secoli fa che finora nessuno ha mai utilizzato. Non essendo interessato ad un’operazione puramente filologica, ho scelto di registrare tutte le partiture dell’Encyclopédie, raccoglierle in un archivio di memorie sonore e, successivamente, scrivere musica che tenesse in considerazione quelle regole.» Ellipses dans l’harmonie intende rappresentare non solamente un omaggio all’Encyclopédie, ma anche una connessione politica con lo spirito dell’Illuminismo, che ha guidato la genesi dell’opera e che torna attuale come una necessità di luce davanti ai nuovi oscurantismi. Registrato grazie a CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli-Venezia Giulia nel corso di due settimane di residenza all’interno delle sale di Villa Manin, splendida dimora seicentesca incastonata nella campagna tra Udine e Pordenone, il disco contiene dieci tracce che prendono il nome dalle partiture originali contenute nell’opera. «Nella metà del 1700 — continua Teardo —quando l’Encyclopèdie venne pubblicata, dovette lottare contro la chiesa e la sua censura, ma ebbe un impatto tale sulla società fino a contribuire alla Rivoluzione Francese. La mia connessione con questo testo quindi non è solamente artistica, c’è anche un aspetto politico: dopo circa tre secoli questa pubblicazione è ancora qui. Mi domando se anche noi saremo qui fra trecento anni, perché la nostra è un’epoca caratterizzata da nuovi oscurantismi e noi necessitiamo di più luce in questo momento: vorrei potessimo recuperare una parte dello spirito illuminista per affrontare la nostra contemporaneità. Sarebbe un atto politico e sarebbe rivoluzionario.» L’annuncio della tournée legata al disco è l’occasione per lanciare la nuova serie di videoclip realizzati dall’artista a corredo dei singoli brani: è da oggi online il video di Canone Chiuso In attesa dell’inizio del tour, prosegue l’attività di Teardo sul fronte teatrale — con la tournée di Paradiso XXXIII, lo spettacolo realizzato insieme a Elio Germano (dopo le date all’Ambra Jovinelli di Roma, sarà il 15-16 febbraio a Fermo, il 17 a Senigallia, il 18 e 19 a Pontedera e il 20 al Teatro Ponchielli di Cremona) — e su quello cinematografico: esce infatti oggi su Netflix la serie Fedeltà di Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Suburra - la serie) che vede protagonista Michele Riondino, per cui l’artista friulano ha composto la colonna sonora. Infine, Teho Teardo sarà venerdì 25 febbraio a Milano in occasione della Milano Fashion Week per tornare a curare (dopo il successo del 2021) la colonna sonora della sfilata di Sportmax in Via Senato (info su cameramoda.it).
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LIVE:
Teho Teardo in "Ellipses dans l’harmonie. Lumi al buio" Teho Teardo: chitarra baritona, elettronica Laura Bisceglia: violoncello Flavia Massimo: violoncello Erica Scherli: violino 09/09/23 Torre a Mare (BA) @ Premio Rota Teho Teardo in "Ellipses dans l’harmonie. Lumi al buio" Teho Teardo: chitarra baritona, elettronica Laura Bisceglia: violoncello Flavia Massimo: violoncello Ambra Chiara Michelangeli: viola 12/5/22 Firenze | Teatro Puccini 13/5/22 Bologna | Locomotiv Club 14/5/22 Mestre (Ve) | youTHeater - Teatro del Parco 15/5/22 Roma | Angelo Mai (ore 18) 19/5/22 Rivoli (To) | Circolo della Musica 24/6/22 Milano | Fondazione Giangiacomo Feltrinelli 02/08/22 Modigliana (FC) @ Strade Blu TOUR ANNULLATO causa coronavirus |
ultimo aggiornamento: 18/03/2024 10:55:35 |
[(Ger-Usa / Not Two Records, Trost Records)]
La figura di Brötzmann ha sempre sollevato un certo interesse anche al di fuori della scena impro / free jazz a cui formalmente appartiene. Vuoi per l’aura ormai leggendaria che circonda quel Machine Gun del ’68, con la sua inaspettata carica di violenza sonora capace di generare entusiasmi anche nei cultori della musica “estrema” in senso lato, vuoi per un prolifico eclettismo che l’ha portato a sperimentare forme musicali diverse e un gran numero di collaborazioni con personaggi di difficile catalogazione. Come Heather Leigh, per esempio, musicista americana trapiantata in Scozia con all’attivo numerose uscite che negli ultimi anni sta vivendo un’impennata di popolarità col suo atipico approccio al suo strumento d’adozione, la pedal steel guitar, e che ha accompagnato proprio Brötzmann in tour. Ears Are Filled With Wonder, registrato live a Cracovia nel Novembre del 2015 e pubblicato l’anno seguente dalla Not Two Records, è costituito da un singolo pezzo di ventotto minuti di fluente e deciso confronto tra la pedal steel guitar della Leigh e i fiati del venerando jazzista. Un’unica sessione senza pause che si apre con il grido prolungato, acre, rauco del tárogáto (uno strumento a fiato della tradizione ungherese), che modula una sorta di aspra e travagliata invettiva, resa ancora più vivida per contrasto dall’ingresso delle parti dell’americana, che nella loro risonante fissità fanno da texture di base agli svolazzi bruschi e ai picchi dello strumento a fiato. Più volte nel fluire del pezzo viene usata questa disposizione, con i fiati a dare dinamismo e drammaticità e lo strumento a corda a dare quasi un senso spaziale all’intero frangente, salvo poi lanciarsi in momenti più dialogici con il sax espandendo o riformulando la tessitura melodica. L’empatia tra i due pare dotare il lavoro di un respiro proprio, alternando picchi di concitazione straziata, sulla falsariga della prima fase, a trame rarefatte e fraseggi di sassofono o di clarinetto più meditativi, quasi venati in alcune sezioni di un blues umbratile. Il risultato è una conversazione che stupisce per un’immediatezza non comune in ambito free, e che soprattutto pulsa di un lirismo tanto vivido quanto emozionante. (da The New Noise)
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LIVE:
19/05/17 Torino @ Ex Cimitero San Pietro in Vincoli, "Jazz Is Deas" 21/05/17 Cadoneghe (Pd) @ Villa Da Ponte |
ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:10:10 |
[Can / Kranky]
Dopo un’attesa di due anni, Tim Hecker torna ad esibirsi in Italia. L’artista canadese, fra i protagonisti più influenti e di maggior successo della sperimentazione atmosferica degli ultimi quindici anni, presenterà in autunno Love Streams, suo ultimo album che ha segnato il suo approdo presso il catalogo della prestigiosa etichetta 4AD. Un lavoro in cui l’artista evolve le stratificate orchestrazioni elettroniche sperimentate sul precedente Virgins rielaborandole in chiave melancolica. Costituiti da strati di tastiere, cori e fiati registrati in studio e trasfigurati attraverso l’uso di complessi software, gli undici brani del disco traspongono l’ispirazione per i lavori corali del Cinquecento (in particolare quelli di Josquin des Perez) in un linguaggio post-contemporaneo, fatto di risonanze digitali e fantasie sintetiche. Tim Hecker è autore di una ricerca peculiare e innovativa. La musica, definita talvolta “ambient strutturata” esplora l’intersezione tra rumore, dissonanze e melodie. Con la quadrilogia composta da Harmony In Ultraviolet (2006), An Imaginary Country (2009) e, soprattutto, gli acclamati Ravedeath, 1972 (2011) e Virgins (2013) si è imposto come uno degli esponenti di punta della musica elettronica contemporanea, sviluppando un nuovo modo d’intendere il ruolo del suono in termini di impatto fisico e percettivo. L’ultimo Love Streams (2016) ha segnato una svolta nel suo sound, maggiormente improntato sulla melodia, il vocal loop e i suoni organici. Negli anni seguenti è arrivato a collaborare con artisti del calibro di Ben Frost e Oneohtrix Point Never, con cui ha lavorato in tandem per l’album Instrumental Tourist (2012). Prima di approdare a Mute ha inciso, fra le altre, per etichette come Room40, Mille Plateaux, FatCat e, soprattutto, Kranky. Collabora stabilmente anche per compagnie di danza contemporanea e come autore di installazioni nell’ambito della sound art. Le sue performance dal vivo toccano i festival più importanti al mondo, come Sonar, Mutek, Primavera Sound, Victoriaville, Vancouver New Music Festival e Transmediale. Il video di Black Refraction “Con ‘Virgins’ Tim Hecker entra di diritto tra i più grandi di sempre. Come se ci fosse ancora bisogno di sottolinearlo. ” (OndaRock) “Tim Hecker non cerca di descrivere la purezza del sentimento religioso, ma al contrario le sue contraddizioni, quelle che legano la lucentezza del sacro all’oscurantismo diffuso nelle società contemporanee, con le sue guerre al terrore, le sue purificazioni ed i suoi effetti collaterali” (Distorsioni) “‘Hecker’s abstractions have never been more expressive than they are on ‘Virgins’, and his containers have never been more fraught. His main compositional principle might have come from the late philosopher Marshall Berman: All that is solid melts into air.” (Spin) “Hecker’s music has always been eerie, but never this forceful. Some sections of ‘Virgins’ feel like soundtracks for horror-movie climaxes when the camera fixes on a sickening image and refuses to turn away, fascinated and trapped at the same time.” (Pitchfork) su RAVEDEATH, uscito su Kranky a marzo 2011: "Dalla densa ma vividissima coltre che avvolge il lavoro in un
bozzolo di inquietudine ed eccitazione, affiorano simulacri di rumore e sample crepitanti, ma anche sorprendenti
frammenti di serenità pianistica e profonde immersioniambientali, che coniugano in una sintesi magistrale anime
sovente lasciate separate da artisti operanti in ambito affine (si pensi alle texture romantiche e alle amplificazioni droniche di Eluvium)...
Tim Hecker ha forse qui edificato il suo capolavoro. Un'opera densa e multiforme, che abbraccia stili diversi e tocca
precordi difficilmente avvicinabili. L'autore canadese coglie pienamente nel segno, plasmando la materia ambientale con un
tocco ruvido e nel contempo pregno di romanticismo. È musica per chiudersi e riaprirsi, per liberare la mente e il cuore
alla contemplazione dell'infinito " ondarock, disco del mese di marzo (8/10)
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LIVE:
in collaborazione con Basemental 23/05/17 Milano @ "Electropark", Teatro Franco Parenti 24/05/17 Rovereto (Tn) @ Auditorium Melotti 23/09/16 Roma @ Quirinetta 03/11/16 Torino @ Club to Club 19/09/14 Padova @ Bastione Alicorno 20/09/14 Torino @ Isao Festival, Teatro Colosseo 21/09/14 Foligno (Pg) @ Spazio Zut! 24/09/14 Napoli @ Basilica S. Giovanni Maggiore 30/11/12 Roma @ Chiesa Evangelica Metodista - C(h)orde 16/03/12 Ravenna @ Transmissions Festival 11/02/12 Parma @ Auditorium del Carmine (pipe organ performance)
05/12/11 Torino @ Blah Blah
06/12/11 Milano @ Spazio 'O08/12/11 Pisa @ Overflow Caracol |
ultimo aggiornamento: 04/08/2020 12:25:52 |
[(Usa / Constelllation)]
Se mai fosse possibile parlare di un’eroina musicale contemporanea, Carla
Bozulich ambirebbe di diritto allo scomodo trono.
Dopo una prima fase di carriera alla guida dei temibili industrial-rockers di Los Angeles Ethyl Meatplow e dei ben più noti alternative-country rockers Geraldine Fibbers (con quel fenomeno di Nels Cline alla chitarra), la nostra vive una seconda giovinezza artistica dal 2006, quando è stata accolta (all'epoca unica musicista non canadese) in casa Constellation, la cult-label di Montreal su cui pubblicano tra gli altri i Godspeed You! Black Emperor. Nasce così il moniker Evangelista, collettivo-laboratorio aperto avente i propri punti fermi in Tara Barnes (basso) e Dominic Cramp (keyboards) e con cui la Bozulich ha ridefinito i confini tra canzone d’autore, poesia urbana e musica d’avanguardia, pubblicando quattro album (l'omonimo "Evangelista" neò 2007, "Hello, Voyager" nel 2008), "Prince of Truth" nel 2009 e "In Animal Tongue" nel 2011) che le sono valsi copertine di riviste specializzate (The Wire, Blow Up) e l'acclamazione di critica e pubblico. Quel pubblico che in un live cerca emozioni, intensità e sorpresa, piuttosto che certezze e minestre riscadate. Del 2014 è il primo disco su Constellation pubblicato a suo nome. Si intitolava "Boy" e vedeva l'importante contributo di Jhno (John Eichenseer) e del' batterista e compositore elettroacustico taliano Andrea Belfi: un album più diretto, ruvido e immediato di quelli a nome Evangelista al punto che la stessa Carla lo ha definito, non senza una punta di autoironia, il suo album pop. E' stata poi la volta della ristampa (per Folktale Records (vinile in edizione limitata) del disco del 2003 "Red Headed Stranger", personale reinterpretazione dell'omonimo album del grande Willie Nelson, E arriviamo ai nostri giorni: l'11 maggio 2018 è uscito su Constellation il nuovo album solista di Carla, dall'emblematico titolo "Quieter". Vi hanno collaborato i già citati Belfi, Jhno, Sarah Lipstate (Noveller), il violoncellista Francesco Guerri, Shahzad Ismaily e Marc Ribot ed è magicamente in bilico tra forma canzone e soundscapes ambientali. Qui un primo ascolto (feat. Freddy Ruppert, aka Former Ghosts) Le registrazioni, i numerosi tour con Evangelista e quelli per
promuovere "Boy" (spesso in double bill con Swans e i già
citati GY!BE) non hanno impedito a Carla Bozulich di
portare avanti numerose collaborazioni (Nels Cline,
Lydia Lunch, Thurston Moore, Mike Watt, Christian
Marclay, Ches Smith, Shahzad Ismaily Francesco
Guerri, Sarah Lipstate) e di esibirsi in progetti
di sound installation (presso la Schindler’s House
e il Getty Museum). Nell’agosto del 2009 Carla ha suonato
al fianco di Marianne Faithfull e Marc Ribot
all’interno della
Ruhrtriennale 2009 a Dusseldorf. E nel 2011 ha curato una
giornata del prestigioso Donau Festival, dove ha invitato
Laurie Anderson, David Tibet e Lydia Lunch oltre ad
aver realizzato un'installazione nella chiesa medievale di
Minoritenkirche. |
LIVE:
Carla Bozulich's Bloody Claws trio line up: Carla Bozulich, Don The Tiger, Andy Stecher + special guests 16/11/18 Firenze @ Progresso 17/11/18 Civitanova Marche (Mc) @ Galleria Cento Fiorini 20/11/18 Perugia @ Teatro di Figura 22-23/11/18 Ravenna @ Transmissions 24/11/18 Livorno @ Aurora Carla Bozulich’s Bloody Claws: Solo LOW END spinal re-location and song. Possible special guest 28/9/16 Udine @ Visionario 01/10/16 Trieste @ Tetris 2/10/16 Cadoneghe (Pd) @ Villa Da Ponte 6/10/16 Terni @ Mishima 7/10/16 Firenze @ Arci Progresso 8/10/16 Napoli @ Riot Studio 9/10/16 Avellino @ Villa di Marzo |
ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:32:53 |
[Usa / Crossbill Records]
"North Dakota Impressions" è il nono disco in studio di
Tom Brosseau, folksinger del North Dakota ora residente a
Los Angeles, nonché l'ultimo capitolo di una trilogia -
inaugurata da "Grass Punks" (2013) e proseguita con "A
Perfect Abandon" (2015) - nella quale Tom porta
l'ascoltatore a spasso tra i ricordi e le immagini della
sua terra natia.
E' stato prodotto da Sean Watkins, già a lavoro con Brosseau per "Grass Punks", a Silverlake e Higland Park (Los Angeles)
Questo è il video, bello e surreale, di "You Can't Stop" girato da Ben GUzman e Angela Wood E questo è il video di "On a gravel road", sempre tratto da "North Dakota Impressions". Diretto da Amber Padgett Altri video di Brosseau: http://www.tombrosseau.com/vids Bio Originario del North Dakota ma ormai di base a Los
Angeles, Brosseau è un personaggio
deliziosamente fuori dal tempo, ironico e baciato
dal talento, dedito a un prezioso lavoro di recupero e
diffusione delle più autentiche radici musicali
americane: bluegrass, country, folk,
gospel. Tom Brosseau è stato in tour in Giappone, Canada, Islanda, Australia, Europa e si è esibito in bar, cortili, halls, metropolitane, teatri, case per anziani. Ha diviso il palco con John Doe, Juliana Hatfield, PJ Harvey e Rambling Jack Elliott e vanta amici e collaboratori come l'attrice Natalie Portman (che ha scelto “Plaid-lined Jackedâ€, tratta da Grand Forks, per la campagna promozionale dell'organizzazione no profit FINCA) e l'attore John Reilly (col quale nel 2011 ha inciso un 7" su vinile, John & Tom, prodotto da Jack White per la Third Man Records, e nella cui band di american folk music revival, la John Reilly & Friends, milita dal 2010, in compagnia di Dan Bern e Willie Watson). Brosseau figura anche nel film "Wonder Valley", diretto da Andrew Van Baal e sceneggiato da Patrick Strange (editore di Constance ed ex editore di Filter Magazine); uscito nel 2012, è la storia di un uomo che per sfuggire alla ex fidanzata se ne va a vivere nel deserto. "A Perfect Abandon", il suo album,precedente è stato prodotto e registrato (con un solo microfono!) a Bristol da John Parish (PJ Harvey)e Ali Chant. E' suonato con una batteria minimale, un contrabbasso e una chitarra Stratocaster. DIcono di Brosseau: "He is totally earthbound and at the same time sorta out there in the ether." Tom Moon, National Public Radio: All Things Considered "ninnenanne country che non hanno bisogno di effetti speciali per guidarci in luoghi salutari per l'anima", LostHighways "No artist possesses the same peculiar qualities as Brosseau. The power of his performing persona is so strong that he can pervade the whole room with his subjective existence, making time-warped acolytes out of his audience" BBC.com "Un piccolo concentrato di grazia e soavità , dispensato da un vero gentleman della canzone folk. Essenziale", Francesco Amoroso, Rockerilla "Brosseau uses language with a straightforward grace that recalls the writing of John Steinbeck" Sophie Harris, Time Out London "Grass Punks è un gioiello di scrittura, anzi, meglio di scrittura, con sentirei di chitarra da ascoltare un milione di volte, la voce sicura in cima, testi personali e sinceri" Marco Sideri, Blow Up "His blues-folks songs seem simple and plain, but there's a real depth to the lyrics, and they're sung in a voice so confident in its smooth, Ricky Nelson-esque purity that it barely needs accompaniment" Sylvie Simmons 4 stars, MOJO "Like the pleasure of film noir... Brosseau's music is refined folk on a crackling gramophone and comfort-wrapped in cigarette smoke" NME |
LIVE:
4/11/16 Firenze @ Circolo Arci Progresso
5/11/16 Torino @ Folk Club 6/11/16 Bologna @ Nero Factory, "An Easy Night With" 7/11/16 Mantova @ Arci Tom 8/11/16 Roma @ Unplugged in Monti 9/11/16 Napoli @ Teatro Instabile, "Retronuevo V" 10/11/16 Perugia @ Auditorium Santa Cecilia
INFO, SOUND:
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 11:37:14 |
[(Usa / Sacred Bones, Bella Union)]
Da oltre un decennio Marissa Nadler è una delle artiste più importanti e amate della scena gothic/Americana, con una statura artistica tale, tuttavia, da renderla una delle musiciste più trasversali per ispirazione e risultati. Strangers è il suo settimo disco e probabilmente il migliore. La sua musica è uno stato delle mente onirico, oscuro, persino apocalittico ma mai senza speranza. Con Strangers Marissa Nadler ha abbandonato alcuni dei limiti che si era autoimposta negli album precedenti, abbandonando le soluzioni più scarne e tuffandosi oltre un orizzonte onirico surreale, profondo, apocalittico persino. Le storie di questi “Sconosciuti” si basano sull'istinto, sulla rottura, l'illusione, la delicatezza che non vuole rassegnarsi a essere fragilità. Quella di Marissa è una voce unica ma collettiva.
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LIVE:
20/12/16 Ravenna @ Bronson (opening act: Jess Williamson)
21/12/16 Milano @ Santeria Social Club (opening act: Jess Williamson)
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 11:36:04 |
[(Uk / 12K)]
Con "Orwell Court", quarto episodio di un percorso artistico in continua crescita, lo scozzese Gareth Dickson firma l'opera della consacrazione e si conferma una delle voci più autorevoli tra i songwriters di nuova generazione. Già collaboratore in studio e in tour di Juana Molina e più recentemente di Vashti Bunyan (special guest nel disco), Dickson ha sviluppato in questi anni uno stile personale e riconoscibile: un picking ricercato, elaborato eppure asciutto, avvolto in vaporosi riverberi elettroacustici, e un cantato sognante, confidenziale, a volte sussurrato, che penetra sotto pelle e trasporta l'ascoltatore in una sorta di trance. Su tutto aleggia un'aura magica, quasi una presenza fantasmatica; forse quella di Nick Drake, del quale verrebbe da dire che Gareth Dickson è oggi il più credibile e ispirato erede. "Il musicista scozzese torna con un nuovo disco che ancora una volta rivela il suo magico universo fatto di tessiture sognanti costruite attraverso il suo virtuoso picking denso di vaporosi riverberi" Triste Sunset Disco della settimana su Music Won't Save You La recensione di S. Pifferi su Sentire Ascoltare "an artist of real originality.... haunting" The Wire magazine. Il video di The Big Lie
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LIVE:
17/11/18 Milano @ Fondazione Feltrinelli, "A Dictionary of Sound" (w/ Pan American) 23/03/17 Perugia @ ex Chiesa S. Anna e delle Derelitte 25/03/17 Napoli @ Riot Studio 26/03/17 Lanciano (Ch) @ La Caltapie 27/03/17 Avellino @ Godot Art Bistrot 29/03/17 San Gemini (Tr) @ Tempio San Giovanni, "Degustazioni Musicali" 30/03/17 Genova @ Teatro Altrove 31/03/17 Roma @ Chiesa Valdese "Unplugged in Monti Church Sessions" (w/ Sodastream) 01/04/17 Firenze @ Sala Vanni 02/04/17 Bassano del Grappa (Vi) |
ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:33:24 |
[Usa / LM Duplication]
Nuovo album e tour per A Hawk and A Hacksaw, il duo di Albuquerque, New Mexico, composto da Jeremy Barnes e Heather Trost. “Forest Bathing” è la traduzione inglese del giapponese “Shinrin-yoku” e indica una pratica (nata intorno agli anni ’80 e affermatasi nell’ambito della medicina preventiva) consistente nell’immergersi nell’atmosfera di una foresta per sfruttare il potere terapeutico della natura e liberarsi da stress e malessere. Il termine ha ispirato Barnes e Trost, dediti a praticare il “forest bathing” nel National Wildlife Refuge della Valle De Oro, nel New Mexico. La traccia d’apertura, “Alexandria”, vede Barnes suonare il Santur persiano, un antico dulcimer percosso da un martelletto, mentre Trost crea le sue melodie con archi e strumenti a fiato. Il brano evoca la lunga via del commercio che collega quella che oggi è la Bulgaria e le antiche e ricche città di Istanbul e Alessandria. Il sottotitolo della canzone dice: “il mercante da Koprivshititsa parte da Alessandria per vendere stoffe. Sulla strada del ritorno sogna la musica che ha ascoltato là”. La band ha sempre puntato gli occhi su questa parte del mondo, alla ricerca di connessioni tra luoghi ed epoche storiche e convinta del potere della musica di superare i confini e unire. Se qualcuno ascoltasse “Forest Bathing” senza sapere chi siano o da dove vengano i musicisti, non penserebbe mai a un duo americano del New Mexico, terra a cui peraltro i nostri sono molto legati. Alla base del progetto c’è l’idea di raccogliere musica e ispirazione tramite il viaggio e la lunga genesi del disco trae infatti la propria linfa vitale dai viaggi del duo nel corso degli anni in Bulgaria, Albania, Turchia, Grecia e Romania. Quella di A Hawk and A Hacksaw non è musica ‘urbana’ ma rurale, bucolica: le loro sono canzoni di boschi e di sentieri, di strade senza marciapiedi né luci che illuminano il cammino. “A Broken Road lined with Poplar Trees” descrive proprio questo: la polvere, il sole estivo e una melodia familiare che ti rimane sulla lingua. “Babayaga”, scritta da Trost, è un tributo alla mitologica strega Babayaga che appena un bambino le corre incontro tira fuori un bastone. “The Washing Bear” è una giocosa esplosione di ottoni che collega la musica serba a quella dei loro fratelli meridionali di Albania e Turchia. Pur essendo suonato per la gran parte da Barnes e Trost , “Forest Bathing” ha visto la partecipazione di alcuni ospiti incredibili: il virtuoso del clarinetto Cüneyt Sepetçi, da Istanbul, il maestro ungherese di cimbalon Unger Balász e, più vicini a casa, il trombettista di Chicago Sam Johnson, John Dieterich dei Deerhoof e Noah Martinez della band Lone Piñon. Il tour europeo parte dall’Italia a inizio aprile (e vi farà ritorno un mese dopo, per un’altra manciata di date prima del rientro negli Usa). |
LIVE:
22-26/8/18 Calitri (Av) @ Sponz Festival 27/8/18 San Gemini (Tr) @ Chiostro di San Giovanni Battista, Degustazioni Musicali 28/8/18 Marina di Ravenna (Ra) @ Hana Bi 06/04/18 Ravenna @ Bronson 07/04/18 Schio (Vi) @ CSC 08/04/18 San Ginesio (Mc) @ Chiesa SS. Tommaso e Barnaba / Klang (w/ Cesare Basile) 10/05/18 Terlizzi (Ba) @ MAT 11/05/18 Napoli @ Riot 12/05/18 Roma @ Unplugged in Monti / Church Sessions 13/05/18 Padova @ Prossima Corsa, a bordo del tram 14/05/18 Cremona @ Osteria del Fico
INFO, SOUND:
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:36:48 |
[(Usa / Dead Oceans)]
Roomsound 15th anniversary reissue & tour 15 anni fa usciva "Roomsound", il primo disco dei Califone. Quello che si dice un album seminale, in grado di tracciare una linea e anticipare tendenze, lontano dai riflettori ma ben presente nella testa e nel cuore di addetti ai lavori, musicisti e appassionati. Band come Wilco, Iron & Wine e Modest Mouse, per citare nomi con i quali i Califone vantano amicizie e collaborazioni assai strette, hanno ampiamente attinto alla miniera di suoni che la band di Tim Rutili sciorinava nei dieci brani di quell'esordio fulminante ma soprattutto all'idea che lo sottendeva: innestare nel corpo sonoro dell'american music, fatto di folk, country e blues, elementi di disturbo, "scarti" e deviazioni, provocando un disorientamento produttivo e rigenerante; della serie, rendere strano ciò che è familiare e familiare ciò che è strano. Di questa cifra estetica i Califone erano e sono indiscussi maestri e gli innumerevoli tentativi di imitazione tali sono rimasti. Slide polverose e schegge elettriche, elettronica in bassa fedeltà e tastiere analogiche, suoni trovati e percussioni autocostruite, ripiegamenti acustici alternati a impennate rabbiose, vocalità dolente ma anche corale e trascinante sono il marchio di fabbrica di quel disco (e dei suoi successori, altrettanto belli). Attenta com'è ai percorsi e alle sorti del songwriting di qualità, la Dead Oceans (casa, tra i tanti, di The Tallest Man on Earth, Phosphorescent, Riley Walker, Bill Fay) non si è lasciata sfuggire l'occasione del quindicennale e lo scorso autunno ha ristampato "Roomsound" in una versione deluxe; parallelamente la band si è ritrovata per un pugno di date nordamericane a celebrare anniversario e reissue, suonando il disco dall'inizio alla fine. Al fianco del sempre presente Rutili si sono così rivisti i membri storici Ben Massarella e Brian Deck (già con lui nei mitologici Red Red Meat) e i giovani Wally Boudway & Ross Andrews dei Wooden Indian Burial Ground. Un supergruppo, insomma. Lo stesso che calcherà i palchi italiani da fine maggio a metà giugno per un tour che si preannuncia indimenticabile.
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LIVE:
Califone plays Roomsound 15th anniversary reissue & tour 30/5/17 Padova, Summer Student Festival 31/5/17 Firenze, Sala Vanni, Glorytellers 1/6/17 Recanati (An), Teatro Persiani, Klang 2/6/17 Genova, Altrove Teatro della Maddalena 3/6/17 Vadena (Bz), Piazzetta del Castello 4/6/17 Santarcangelo di Romagna (Rn), Supercnema, Strade Blu Festival / Dogville 6/6/17 Terracina (Lt), Tracce 7/6/17 Napoli, Cellar Theory 8/6 17 San Gemini (Tr), Tempio di San Giovanni, Degustazioni Musicali 10/6/17 Roma @ Monk 11/6/17 Guastalla (RE), Handmade Festival |
ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:38:21 |
[Ita / Santeria]
DON ANTONIO è il nuovo progetto di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori Il disco è uscito il 7 aprile su Santeria (distr. Audioglobe) Dopo il trionfale tour europeo con Alejandro Escovedo e forte dei lusinghieri riscontri sui media nazionali e internazionali (passaggi radio sulla BBC e tante ottime recensioni), DON ANTONIO è ora pronto a calcare i palchi italiani e a presentare ancheda noi la sua musica evocativa, calda e meticcia. Line up variabile, a seconda dei contesti: dal trio acustico al settetto (in inedita e avvolgente formazione a specchio: chitarra al centro e ai suoi lati due sax baritoni, basso e contrabbasso, percussioni e batteria) AMORCANTANDO (official video by Pietro Bondi) video "Una sera con Don Antonio" BLOW UP: “Meraviglioso, un capolavoro” (8 D di REPUBBLICA: “Una gioiosa epica musicale” L’ESPRESSO: “Lampi di poesia”. DISTORSIONI: “Ricco e appassionato” (8) BOOMERANG/RADIO CITTA’ DEL CAPO: “Meraviglioso, cinematico, italiano e internazionale” INDIEROCCIA: “Un viaggio a Sud come nessuno prima” (8) IL FATTO QUOTIDIANO: “Il suono dell’Italia contemporanea” ROCKERILLA: “Orgogliosamente nomade”. Don Antonio è un uomo e un disco. Una storia vera e un viaggio a Sud. Don Antonio è Don Antonio Gramentieri. Musicista, produttore, internazionalista del suono italiano, fondatore di Sacri Cuori, autore di musiche per il cinema, il teatro, la televisione e la pubblicità. Don Antonio è il suo primo disco solista. Registrato in Sicilia (allo Zen Arcade, con la collaborazione di Cesare Basile), rifinito in Romagna con gli amici e i collaboratori di una vita, Don Antonio è un disco che si lascia il continente dietro le spalle, e suona con la faccia rivolta verso il mare, affacciato sull’ultimo lembo di Italia e di Europa. Niente world music salottiera, tuttavia. Don Antonio invita a un ballo trasversale a tutti i folklori. E intanto dipinge un'identità Mediterranea senza ammiccamenti. Dolce e amara, romantica e spietata, vicina e distante. Un'identità che oggi slitta sul suo asse, e si trova a vivere simultaneamente l’Est e l’Ovest, il Nord e il Sud, il passato e il futuro. Il suono dell’Italia contemporanea inquadrato in un fotogramma mosso. Il continuo divenire di una geografia che perde i suoi equilibri tradizionali, e intanto ne acquisisce dei nuovi: paradossali, misti e meticci. Sul piatto ci sono melodie romantiche che profumano di Sud, strappi blues, reminiscenze ambientali, twang adriatici, balli di gruppo, paesaggi cinematici, aiuole fiorite, navi al porto, personaggi misteriosi, donne eleganti. L’amore e il dolore del viaggio, del trovare e del lasciare. Con l’assoluta-poesia e l’assoluto-kitsch che, esattamente come nella vita vera, danzano abbracciati al mercato del pesce di Catania. |
LIVE:
29/09/18 Bagnocavallo (Ra) 10/10/18 Milano @ Biko (with Alejandro Escovedo) 18/03/18 Gorizia @ Osteria L'Alchimista 20/04/18 San Lorenzo in Campo (PU) @ Teatro Tiberini, "Klang" 25/04/18 Savona, Resiste, Fortezza del Priamar 21/06/18 Ravenna Festival (solo set) 22/06/18 Prato @ Ex Fabrica 23/06/18 Ravenna Festival (full band + guests) 17/08/18 Campo Soriano, Terracina (Lt), Tracce, 24/08/18 Vitulazio (Ce) @ Mr. Rolly's 25/08/18 Vallo della Lucania (Sa) @ Koi Bistrot 26/08/18 Terlizzi (Ba) @ MAT 28/10/17 Savona, Raindogs 04/11/17 Foligno (Pg), Supersonic 10/11/17 Colle Val d'Elsa (Si), Bottega Roots 11/11/17 Cotignola (Ra), "Selvatico", Convento di San Francesco (SOLO) 17/11/17 Parma, Barezzi Off, Borgo delle Colonne 18/11/17 Cusano Milanino (Mi), Agorà 08/12/17 Verona, Cohen Jazz Club 16/12/17 Vitulazio (Ce), Mr. Rolly's 17/12/17 Alvito (Fr), Teatro Comunale 18/12/17 Cantù, All'1e35 circa 24/12/17 Faenza, Clandestino 30/12/17 Firenze, Circolo Progresso 06/01/18 Terni @ Mishima 9/7/17 Cosenza,
21/7/17 Kotor (Montenegro), Sea Rock Festival 23/7/17 Pusiano - Buscadero Day 27/7/17 San Benedetto del Tronto (Ap), I'Mporto Festival 2/8/17 Marina di Ravenna (Ra), Peter Pan 3/8/17 Talmassons (Ud), Musica in Villa |
ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:33:46 |
[Usa]
Musicista, poetessa ed educatrice nata ad Harlem e ora residente a Brooklyn, Amy Leon si è esibita in moltissimi spettacoli negli States e in tutto il Regno Unito, collaborando con realtà del calibro di BBC, Roundhouse, Amnesty International. Allieva del Nuyorican Slam Team, fonde musica e poesia attraverso performance di bruciante intensità, in cui affronta i temi dell'ineguaglianza sociale tra bianchi e neri e celebra l'amore, la 'blackness' e ciò che significa essere donna. "This is where all of my passion lies. In music, in words, in the harmonies of life" A.L. video: "This""Chasing"
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LIVE:
24/04/18 Avellino GODOT ART BISTROT 25/04/18 Terni CAFFE' BUGATTI 26/04/18 Roma ANGELO MAI 27/04/18 Terracina (Lt) TRACCE 28/04/18 Pesaro Chiesa dell'Annunziata KLANG 30/04/18 San Giustino (Pg) BIRRIFICIO ALTOTEVERE 01/05/18 Padova PARCO DELLA MUSICA 02/05/18 Genova TEATRO BLOSER 03/05/18 Bergamo INK CLUB Nero Rosa 04/05/18 Bologna EFESTO
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ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:09:06 |
[Scozia-Italia]
Dopo una stagione di sold-out shows nei teatri, club, jazz club e festival d’Italia e beyond, La roots, jazz, blue eyed soul, e homespun folk Scozzese band, Emma Morton & the Graces, sono di nuovo in tour a presentare il loro disco Why Fall – che offre diversi ospiti e collaboratori come Platinum Selling Artist Raphael Gualazzi, Gabriele Evangelista, Mirco Rubegni, Antonio Gramentieri e Grammy Winner Gene Paul.
I concerti di Emma Morton & the Graces offrono molto di più che un sound-cocktail, psicotropico, unico e sprizzante di sapori dal’Afro-americano al folk scozzese; le improvvisazioni cariche di emotività ed il loro dialogo spontaneo ed autentico va al di là dell'esecuzione musicale e non solo coinvolgono il pubblico ma lo invita a prendere parte ad una ricerca di verità attraverso la discoperta e l’esplorazione di bellissime contaminazioni nascoste che ornano e al contempo distorcono la prosodia della vita quotidiana.
Emma Morton & the Graces trascinano nel loro mondo evocativo e misterioso pieno di esperienze in oscillazione tra amore e odio, oppressione e libertà. Lo sguardo erratico di Emma e i suoi toni febbrili e profondi donano ad ogni esibizione l’intimità di una confessione. Emma non si risparmia… accompagnata da una band altrettanto generosa, composta da tre musicisti che tuonano e ruggiscono come fossero una tempesta.” Volver Magazine, 2017.
Emma Morton – Voice Piero Perelli – Drums Roberto Villa – Doublebass As performers, Emma Morton & the Graces have definitely been around the block; Festivals, Clubs, Theatres, Television and Radio stations have all been playgrounds for them to push experimentation and “connection” – feeding off the interplay demanded by each audience’s unique and peculiar energy. Individually, hanno collaborato and performed con artists come Olly Murs, Glen Hansard, Rapahael Gualazzi, Gary Lucas, Dana Fuchs, Vinicio Capossela, Bobby Johnson, R.L. Burnside, Frank Frost, Sam Carr, Pianco C. Reed, Stefano Bollani, Enrico Rava, Maurizio Geri and Francesco Guccini video e suoni Moonshiner's Daughter (live from the field) |
LIVE:
29/10//18 Padova Jazz Festival 11/03/18 Santarcangelo di Romagna (RN) @ Teatro Lavatoio 21/03/18 Lucca (LU) @ Teatro del Giglio 10/4/18 Lucca @ Lucca Film Festival Opening Night - "The Art of Music with Anton Corbijn", Parlascio, Piazza Anfiteatro (LU) 19/04/18 Mestre (Ve) @ Centro Candiani, Indie Voices 20/04/18 Bolzano @ Sudwerk 24/04/18 Pescara @ Summeat Festival, Piazza Aurum 04/05/18 Bologna (BO) @ Friday Night Blues Club 05/05/18 Genova @ Spazio Luminello 06/05/18 Torino @ Citabiunda 17/05/18 Milano (MI) @ Teatro Nibada 24/05/18 Roma (RO) @ Na Cosetta 29/05/18 Brighton (UK) @ Brighton Fringe Festival, Spiegel Tent 30/05/18 London (UK) @ Jamboree Jazz Club 02/06/18 Punt Ala @ 151 Miglia Closing Party 03/06/18 Santarcangelo di Romagna (Rn) 17/06/18 Padova @ Padova Jazz Festival 23/06/18 Piazza al Serchio @ White Night Festival 27/07/18 Forlì @ Strade Blu 28/07/18 Pescara @ Enel Energia Tour 02/08/18 Carpi (Mo) @ Coccobello 10/08/18 Corvara in Badia @ Valbadia Jazz Festival 12/08/18 Noci (Ba) @ AgriCultura Festival 24/08/18 Shrewsbury (UK) @ Shrewsbury Folk Festival 25/08/18 Shrewsbury (UK) @ Shrewsbury Folk Festival
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ultimo aggiornamento: 13/12/2020 18:36:07 |
Richard Youngs
[UK / Jagjaguwar, VHF, O Genesis, No Fans]
"Il più postpunk degli autodidatti postpunk" Clive Bell, The Wire Produzione vasta, quella di Richard Youngs, diasporica e per certi versi illogica così come dovrebbe probabilmente essere quella di un costante ricercatore... ma molta di questa produzione continua ad essere generata da quel nucleo pulsante che si agita attorno al concetto di canzone... Ogni disco di Youngs sposta il baricentro rispetto al precedente e tuttavia ha il merito di muovere dallo stesso comun denominatore, un nucleo di sentimenti ed emozioni primordiali, pure, cristalline. Tutto questo è assai più evidente quando la materia sonora incisa da Youngs si fa disadorna e scarna per nutrirsi solamente di una chitarra acustica, qualche delay parcamente manipolato, alcuni effetti e la sua voce oramai non assimilabile a nient’altro se non alla voce di Richard Youngs. Youngs (che a dispetto di studi classici di chitarra e piano è cresciuto all'ombra del punk rock, portando avanti negli anni tecniche di registrazione rivoluzionarie e facendosi sostenitore dell'etica e dell'estetica DIY) ha all'attivo circa 140 (!) uscite discografiche, divise tra Jagjaguwar, VHF, la sua personale etichetta (No Fans Records) e altre label avventurose. Ha lavorato con membri del Conservatorio Reale di Scozia, collaborato (tra gli altri) col filmmaker scozzese Luke Fowler, con Alaistar Galbraith (vincitore di un Arts Foundation of New Zealand Award), con il musicista portoghese David Maranha,e il chitarrista giapponese Makoto Kawabata (Acid Mothers Temple). E' stato il bassista delle prime esibizioni dal vivo di Jandek e di tanto in tanto suona in duo con Damon Krukowski (Galaxy 500; Magic Hour; Damon and Naomi); ha scritto una colonna sonora per la BBC e per alcuni film d'arte, suona la drum machine con i Flexibles ed è il cantante degli AMOR (al cui interno militano il già citato Fowler, il bassista norvegese Michale Duch e Paul Thompson, batterista dei Franz Ferdinand!). "Belief", l'ultimo lavoro di Youngs, doveva essere qualcosa più di un semplice disco, quasi, piuttosto, un esperimento di arte concettuale. C’è il metodo: bedroom pop (pop inteso à la Youngs, sia chiaro) fatto in casa su una base di campionamenti casuali mandati a tempo con pezzi classici (non è dato sapere quali). L’idea era di mandare il lavoro finito a una serie di etichette discografiche e raccogliere le lettere di rifiuto come una sorta di meta-riflessione sul pop stesso. La storia del disco prosegue con Tim Burgess (The Charlatans) che ascolta i brani e definisce Belief “pop gnostico”, facendolo uscire per la sua O Genesis Recordings. "...rich and enthralling..." - Uncut "...resonantly, universally affecting..." - The List "...a work of transcendent melancholy..." - The Quietus Qui la recensione di Sentire & Ascoltare |
LIVE:
18/11/18 Milano secret show 23/11/18 Ravenna @ Transmissions Festival
21/11/18 Napoli @ S. Maria della Misericordia ai Vergini, Retronuevo VI ed.
APPROFONDIMENTI:
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ultimo aggiornamento: 27/05/2024 18:03:10 |
[Usa / Sinderlyn]
Anticipato dal singolo “The Wilderness” è uscito il 20 ottobre su Sinderlyn “In a Time Of Trouble a Wild Exultation”, terzo disco in studio del cantautore Jaye Bartell. Dopo aver passsato il 2016 in tour come suppporto a Kevin Morby Bartell ha fatto ritorno a casa ad Asheville per lavorare sul nuovo materiale affiancato dal produttore Adam McDaniel e da amici di lunga data come Angel Olsen, Shane Parish & Ryan Oslance (Ahleuchatistas), J Seger, Emily Easterly, Michael Libramento, e Noel Thrasher. Bartell, già in Italia lo scorso marzo, è uno dei più interessanti e promettenti autori di nuova generazione. Si fa notare per una scrittura asciutta, supportata da testi taglienti, e una voce particolare, cavernosa e a tratti indolente, che ricorda Bill Callahan/Smog, Calvin Johnson o certe cose dei Magnetic Fields... Questo il video di "Give Erin A Compliment (So Kind)", con la collaborazione di Angel Olsen "Jaye Bartell's voice has a deep resonance reminiscent of Leonard Cohen. His words combine storytelling and poetry into powerful songwriting." - NPR "Jaye Bartell has one of those unusual voices that’s strangely beautiful despite being unconventional, like Arthur Russell or Morrissey." - No Depression |
LIVE:
in duo con Laura Loriga (Mimes of Wine) a tastiera/voce 16/02/18 Padova @ Circolo Nadir (solo show) 17/02/18 Fermo @ Teatro Nuovo di Capodarco - Klang18/02/18 Perugia @ T-Trane Records 19/02/18 Roma @ Unplugged in Monti |
ultimo aggiornamento: 10/01/2019 14:08:21 |